La Hollywood in cui George Lucas ha mosso i suoi primi passi da regista/produttore/autore era un mondo completamente diverso da quello odierno, dal punto di vista cinematografico. Erano gli anni in cui grandi autori di oggi si stavano affacciando al mondo del cinema, portando nelle sale opere che sarebbero state un punto di riferimento per molti negli anni successivi.
Tra loro, però, è Lucas ad aver avuto la capacità di cambiare completamente il modo di pensare e realizzare film.
Gli inizi degli anni Settanta rappresentarono un periodo difficile per i grandi studios, che nel tentativo di rinnovarsi e coninvolgere nuove fasce di pubblico. Autori oggi noti, affermati ed influenti, come possono essere Steven Spielberg, Brian De Palma, Martin Scorsese, iniziarono il loro viaggio cinematografico proprio in quel periodo.
Il giovane Lucas, fresco di studi cinematografici, riuscì a far produrre dall'American Zoetrope di Francis Ford Coppola il suo L'uomo che fuggì dal futuro, ma il film incassò meno del previsto, mettendo nei guai produttore e realizzatore. Fu chiaro a Lucas che per poter essere libero di girare le storie che aveva in mente avrebbe dovuto essere indipendente e l'autoproduzione gli sembò l'unica strada.
Nacque così la Lucasfilm Limited, il cui primo progetto fu American Graffiti, uno sforzo produttivo non troppo alto per potersi avviare sulla strada che Lucas aveva in mente. In quegli anni, infatti, i germogli di quello che sarebbe stato Guerre Stellari qualche anno dopo, stavano già spuntando nella mente del regista. Prima dell'uscita dell'omaggio di Lucas agli anni Sessanta, infatti, il regista cercava già un modo per fondere una struttura drammaturgica classica, universale, mitica, con una storia che fosse accessibile, e soprattutto divertente, al grande pubblico.
Alla fine del 1973, Lucas aveva la prima stesura della sua storia pronta da sottoporre ai potenziali finanziatori, accumulando la prima serie di rifiuti.
Lucas era sicuro del potenziale commerciale della storia che aveva tra le mani, considerando anche i grandi incassi che opere fantascientifiche stavano riscuotendo nelle sale in quel periodo, cioè film come 2001: Odissea nello spazio e Il pianeta delle scimmie.
Solo Alan Ladd, della Fox, sembrò riconoscere il potenziale di Lucas (anche se non necessariamente del film), confermato dal successo di American Graffiti che poco dopo uscì nelle sale americane.
Nel 1974 Lucas iniziò a sviluppare la sceneggiatura tratta dal suo soggetto, iniziando un percorso creativo che portò la storia lungo una serie di riscritture che ne modificarono più volte dettagli anche rilevanti.
A causa del notevole budget necessario per mettere in piedi il suo sogno, Lucas si affidò all'illustratore Ralph McQuarrie per visualizzare dei passaggi chiave della storia, in modo da dare un'idea più precisa possibile di cosa avesse in mente e poter convincere la Fox a finanziare il lavoro.
Sulla base del suggestivo e notevole lavoro di McQuarrie, Lucas riuscì ad ottenere dalla Fox otto milioni di dollari, appena sufficienti per finanziare solo una parte della sua idea. Fu chiaro a Lucas che avrebbe dovuto in qualche modo mettere al riparo, dal punto di vista contrattuale, i due terzi di storia che ancora non aveva scritto, tenendosi stretto sul compenso per il suo lavoro, ma riservandosi i diritti, di qualunque tipo, sul progetto.
In quel periodo il concetto di merchandising non era affermato ed importante come lo è oggi, ma Lucas aveva già capito che sarebbe stato parte fondamentale del successo del film.
L'inizio del lavoro su Star Wars non poteva che iniziare dagli effetti speciali, quindi il primo passo fu di mettere in piedi quella che sarebbe stata la Industrial Light and Magic ed organizzarsi per rivoluzionare il mondo degli effetti speciali come erano conosciuti.
Lo staff di Lucas fu subito d'accordo su un punto fondamentale: l'animazione in stop motion non era più sufficiente per ottenere effetti sempre più complessi e realistici. Era necessario poter replicare i movimenti della macchina da presa e controllarli. Era necessario avvalersi dei computer per gestire il lavoro.
Essendo pionieri nel campo, i tecnici della ILM dovettero costruire in prima persona i macchinari di cui avevano bisogno, e questo richiese uno sforzo notevole.
Parallelamente al lavoro tecnico, Lucas iniziò a mettere insieme lo staff artistico, immergendosi in una lunga fase di casting, in parte condivisa con l'amico Brian De Palma, in fase di ricerca degli attori per il suo Carrie.
L'esigenza principale era quella di ottenere degli attori poco noti, e dopo aver visionato centinaia di attori, tra cui anche dei giovanissimi Kurt Russell e William Katt, la scelta di Lucas cadde su Mark Hamill nel ruolo di Luke Skywalker (allora ancora Luke Starkiller) e Harrison Ford (inizialmente scelto da Lucas per aiutare gli attori meno esperti nello studio dei personaggi) nel ruolo di Han Solo. La parte della Principessa Leia fu provata da quasi tutte le giovani attrici allora attive su Hollywood, ma solo Carrie Fisher seppe dare il giusto tono al personaggio.
Ma se la Fox accettò a malincuore l'idea di avere un cast di attori poco noti, lo stesso Lucas si rese conto di aver bisogno di un nome noto per il ruolo di Obi-Wan Kenobi, e la scelta ricadde sull'esperienza e il carisma di Alec Guinness.
Il lavoro sul set fu un susseguirsi di ostacoli e ritardi di ogni tipo, ad iniziare dalle avverse condizioni climatiche in Tunisia, ai problemi sindacali sull'orario di lavoro a Londra, passando per gli inevitabili problemi tecnici che una produzione di questo tipo e questa entità comporta.
Ma quelli incontrati sul set non furono che parte dei problemi che afflissero il team di Lucas, perchè il vero incubo per il regista iniziò subito dopo, quando si rese conto che il lavoro sugli effetti speciali era ben lungi dall'essere finito: lo staff della ILM stava approcciando tecnologie nuove, con conseguenti nuovi problemi, e tempo e soldi a loro disposizione si stavano esaurendo senza che avessero potuto ultimare più di un paio di sequenze, nemmeno troppo entusiasmanti.
Deluso dal girato e da un primo montaggio, Lucas decise ripartire da zero, si affidò a nuovi montatori che diedero una interpretazione più dinamica alle scene, sfruttando il girato fino all'ultimo fotogramma, e si dedicò anima e corpo alla guida del team degli effetti speciali, facendo in modo che il miracolo fosse compiuto nei tempi previsti.
Solo la musica di John Williams arrivò senza contrattempi e, a detta di Lucas, fu meglio di quanto si fosse aspettato.
Persino il merchandising del film fu preparato in ritardo, e per Natale fu venduto ai bambini un buono che assicurava la consegna del gioco nei mesi successivi.
Nonostante i problemi incontrati, nonostante i ritardi e i compromessi, Guerre Stellari arrivò nelle sale e travolse il pubblico, permettendo a Lucas di diventare un nuovo centro di potere hollywoodiano, al pari dei grandi studios che la sua voglia di indipendenza voleva combattere inizialmente. La sua intuizione sullo sfruttamento dell'immagine della sua saga, la sua rivoluzionaria, per l'epoca, idea di merchandising, la sua attenzione al dettaglio e ai fan, diedere il via a una nuova era cinematografica, ma gli permisero anche di ottenere i soldi necessari per poter realizzare il secondo e terzo episodio con mezzi superiori a quelli del primo film. L'impero colpisce ancora e Il ritorno dello Jedi seguirono a pochi anni di distanza, arricchendo la trama di Guerre stellari, approfondendone la mitologia e ampliandone il successo.
La potenza della visione di Lucas, così forte da spazzare via la tradizione hollywoodiana, preparò e fertilizzò il terreno per gli anni a venire, cambiando il modo in cui ancora oggi si fanno i film a Hollywood, spandendo una luce tanto forte da illuminare una seconda trilogia di film a oltre venti anni di distanza.