Suburra 3, la recensione: Una tragedia elisabettiana spietata e pop

La recensione di Suburra 3: la serie italiana di Netflix scorre veloce verso il finale, e dimostra chiaramente di volersi slegare dal film di Sollima; in questo modo tutto può succedere, e infatti sorprende fino alla fine.

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Suburra 3: Alessandro Borghi nella terza stagione

Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie. Come vi raccontiamo nella recensione di Suburra 3 La serie, disponibile in streaming su Netflix dal 30 ottobre, in quella che è la stagione finale, le vite degli ormai iconici personaggi della serie sono appese a un filo, come i Soldati di Giuseppe Ungaretti. Guardando le sei puntate che concludono i romanzi criminali delle famiglie Adami, Anacleti e Cinaglia è ancora più evidente come Suburra sia una tragedia elisabettiana spietata e pop ambientata nella parte più oscura di Roma, una storia in cui i personaggi sono prigionieri dei loro ruoli e della loro sete di potere e vanno incontro a un destino inesorabile.

Ed è finalmente evidente che Suburra - La serie non intende chiudere un cerchio e arrivare al punto in cui abbiamo trovato i personaggi nel film di Stefano Sollima che ha dato inizio a tutto. Suburra - La serie è un'opera a se stante, che vive di vita propria. E di vita propria vivono in personaggi, che nell'arco di tre stagioni hanno stabilito relazioni e fatto scelte che li hanno portati verso il loro destino. Un destino che è diverso da quello del film. Per cui preparatevi: nella terza stagione di Suburra tutto può succedere.

La trama: Il Giubileo, il nuovo affare

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Suburra 3: una foto di scena della terza stagione della serie Netflix

Come abbiamo visto alla fine della stagione 2, Manfredi Anacleti (Adamo Dionisi) si è improvvisamente risvegliato dal coma. E pretende di occupare il suo posto di capo del suo clan, che in sua assenza è stato occupato dal fratello Spadino (Giacomo Ferrara). Anche l'alleanza tra le famiglie Anacleti e Adami, decisa da Spadino e Aureliano (Alessandro Borghi) a questo punto è messa in dubbio. Ma i due ragazzi sono decisi ad andare avanti. In ballo c'è un nuovo, colossale affare: un Giubileo straordinario indetto da Vaticano. Per mettere le mani sugli enormi capitali che l'evento sta per smuovere, Aureliano e Spadino dovranno venire a patti, ancora una volta, con Samurai (Francesco Acquaroli), il burattinaio del crimine romano, e con Amedeo Cinaglia (Filippo Nigro), il politico che sta diventando sempre più potente.

Suburra 3, Alessandro Borghi: "La terza stagione è una storia d'amore"

Suburra - La serie non è un prequel

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Suburra 3: Alessandro Borghi in una scena della terza stagione della serie Netflix

Suburra, la serie, non è dunque un prequel, come vi abbiamo spiegato. Si rimane un po' spiazzati, una volta realizzato, forse perché siamo abituati a un meccanismo, come quello dei franchise americani, dove le storie si incastrano sempre alla perfezione, i cerchi si chiudono, e se sai che la trilogia originale di Star Wars avrà un prequel, allora Anakin Skywalker diventerà Darth Vader. Qui invece non è detto che Aureliano Adami diventi il Numero 8 che abbiamo visto nel film, sia per quanto riguarda il look, che per la personalità, che per la compagna che aveva in quel film. Suburra - La serie non è un prequel, è invece più un universo espanso, che prende personaggi, situazioni e suggestioni e li fa vivere secondo nuove relazioni e una nuova ispirazione. È una scelta che ha un senso. Raccontare una storia con l'obiettivo di arrivare a un punto preciso sarebbe stata un esercizio più difficile, e avrebbe anche legato le mani a sceneggiatori, attori e registi. Che hanno invece il diritto di raccontare la loro storia, il loro modo di vedere i personaggi. E di sfruttare quella possibilità di evoluzione che una serie in tre stagioni può offrire: arrivati alla fine, i personaggi principali ci sembrano tridimensionali, più profondi di quelli del film. La scelta di slegarsi dal Suburra di Sollima, poi, permette agli sceneggiatori della serie quello che è stato il loro gioco nelle due stagioni precedenti: quello di puntare molto sui colpi di scena. Si tratta di scelte non facili: perché rinunciare a un personaggio giova alla sorpresa, ma toglie qualcosa per quel carisma che il carattere dava al racconto. Alcuni personaggi, secondo noi, nel corso delle tre stagioni sono usciti di scena troppo presto. Ma il gioco, alla fine, funziona.

Alessandro Borghi e Giacomo Ferrara: ruoli shakespeariani

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Suburra 3: Giacomo Ferrara nella terza stagione della serie Netflix

Che la serie non sarebbe confluita nel film, però, dovevamo averlo capito. Ripensate al film e a quel fugace incontro tra Aureliano e Spadino: in quel momento i due non si conoscono. La serie invece ha deciso di puntare forte sul rapporto tra due personaggi così diversi, e in fondo, così uguali. Aureliano e Spadino vengono da mondi lontani e hanno un'indole opposta: ma sono accomunati dal fatto di essere sempre stati i secondi, gli inesperti, quelli messi da parte, il "figlio di" o "il fratello di". Il loro percorso in Suburra - La serie è quello shakespeariano di un erede al trono che non guarda in faccia a nessuno pur di prendersi il potere. Il legame tra i due protagonisti, in questa terza stagione, si cementa ancora. Il loro rapporto funziona, anche perché funziona la chimica tra Alessandro Borghi e Giacomo Ferrara. In alcuni momenti della serie li vediamo scherzare, sorridere, stemperare quella tensione che in Suburra è sempre presente. Per la prima volta, in un mondo dove tutto è nero, percepiamo i due personaggi come i "buoni", o quasi. Un po' per il rapporto sincero che li anima. Un po' perché, intorno a loro, tutti sono addirittura peggiori. Alessandro Borghi è sempre più intenso nel ruolo di Aureliano, un personaggio che vive nel dolore per chi ha perso, nei sensi di colpa, consapevole che tutto quello che tocca muore. E Giacomo Ferrara è una vera sorpresa per come ha fatto crescere un personaggio che, non dimentichiamolo, nel film era secondario e solo abbozzato. A tratti ci sembra il Kylo Ren di Star Wars: Il risveglio della forza, un villain che si sente inadatto, non abbastanza uomo, non sempre capace di uccidere.

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Carlotta Antonelli e Federica Sabatini: le sorprese

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Suburra 3: Federica Sabatini nella terza stagione della serie Netflix

Ma la vera sorpresa sono le donne. Chi si lamenta che i ruoli per le attrici sono pochi e sempre gli stessi dovrebbe vedersi la terza stagione di Suburra. Angelica (Carlotta Antonelli), Nadia (Federica Sabatini) entrano in scena come "le ragazze di" Spadino e Aureliano, ma il loro spazio cresce sempre di più. Tra loro due nasce un'amicizia, una solidarietà femminile inaspettata. Anche loro arrivano da mondi lontanissimi, ma hanno in comune il bisogno di autodeterminarsi, di trovare il loro posto in un mondo che donne non le contempla proprio. Il rapporto tra le due ragazze è una delle cose più riuscite di questa terza stagione di Suburra. Interpretate da due brave attrici, caratterizzate fin dal look, gipsy e colorato quello di Angelica, street style e più monocromo quello di Nadia, le due ragazze di Suburra sono sorprendenti. E c'è chi immagina già uno spin-off tutto dedicato a loro.

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Suburra 3: Carlotta Antonelli in una scena della terza stagione della serie Netflix

Filippo Nigro: Amedeo Cinaglia e il Lato Oscuro

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Suburra 3: una foto di scena

E poi c'è il personaggio di Amedeo Cinaglia, che in questa terza stagione completa un passaggio che, restando in tema Star Wars, è il vero passaggio al Lato Oscuro degno di Anakin Skywalker. Filippo Nigro, in quello che forse è il suo ruolo migliore in assoluto, delinea un ritratto che, pur estremizzato, ricorda quello di molti politici partiti con degli ideali e finiti per perdere la propria strada. E lo fa con un'interpretazione che rimane, fino agli ultimi secondi, sempre sul filo, lasciandoci sempre in dubbio su chi sia realmente e fino a dove sia in grado di arrivare. Nella conferenza stampa di lancio di questa terza stagione, Nigro ci ha svelato che il suo personaggio doveva essere già un politico corrotto, e di un'altra parte politica: un po' come il Malgradi di Pierfrancesco Favino nel film. Farlo cambiare di schieramento, farlo partire da un'altra posizione ha permesso un'evoluzione davvero interessante. E attuale: Amedeo Cinaglia è il personaggio che più incarna la delusione per la politica e il disincanto verso una classe che caratterizza i nostri tempi.

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Arnaldo Catinari ci porta sotto al Colosseo e all'EUR

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Suburra 3: una scena della terza stagione della serie Netflix

Le sei puntate della stagione tre, dirette da Arnaldo Catinari (direttore della fotografia nelle prime due stagioni) scorrono veloci, lineari, ritmate. A qualcuno potrebbero dare l'impressione di correre troppo, ma il regista ha spiegato che, andando verso il finale doveva "sintetizzare il tempo perché fosse ineluttabile". La velocità della terza stagione può essere vista anche come un difetto, ma a giovarne sono il ritmo e un racconto che procede senza fronzoli e va dritto al punto, verso un finale davvero potente. Catinari continua a inquadrare le periferie, ma si sposta a Roma Nord, abbandona la Vela di Calatrava alla Romanina, simbolo delle due serie precedenti, e ci porta sotto ad altri luoghi iconici di Roma, come il Colosseo e il palazzo della Civiltà del Lavoro all'EUR. Si tratta di luoghi monumentali, solidi, eterni. Che sembrano volerci dire che siamo a Roma, Roma guarda tutto dall'alto e tutto domina. Il potere e le persone passano, a la Capitale resta. Come recita la frase di lancio della serie, solo Roma è eterna.

Conclusioni

Nella recensione di Suburra 3 vi abbiamo spiegato come la serie Netflix sia una tragedia elisabettiana spietata e pop ambientata nella parte più oscura di Roma, una storia in cui i personaggi sono prigionieri dei loro ruoli e della loro sete di potere. La terza stagione è forte di un racconto che procede senza fronzoli e va dritto al punto, verso un finale davvero potente.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
2.4/5

Perché ci piace

  • La serie dimostra di staccarsi dal film del 2015 e in questo modo è libera di raccontare e sorprendere.
  • Il rapporto tra i due protagonisti, con due attori, Alessandro Borghi e Giacomo Ferrara, in stato di grazia...
  • ... come le due attrici protagoniste, Carlotta Antonelli e Federica Sabatini.

Cosa non va

  • Alcuni personaggi forse vengono abbandonati troppo presto.
  • La velocità con cui si arriva al finale per qualcuno potrebbe essere un difetto.