Se siete tra quelli che aspettavano Suburra 2 dopo essere rimasti con il fiato in sospeso per le vicende di Aureliano, Spadino e Lele, se vi chiedevate quali fila stessero tessendo Sara Monaschi e il Samurai, è finalmente arrivato il momento di sapere tutto questo. Il 22 febbraio viene rilasciata in streaming su Netflix la seconda stagione della serie tv ispirata all'omonimo film di Stefano Sollima (tratto dal libro di Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini), che è stata presentata oggi a Roma, alla Casa del Cinema, in un'affollatissima conferenza stampa a tema: black carpet e hostess vestite con giubbotti di pelle alla maniera di Aureliano Adami.
La trama di Suburra 2 riprende da dove l'avevamo lasciata: siamo nel giorno delle elezioni per il nuovo sindaco di Roma, che si risolveranno al ballottaggio, e le vicende di Suburra si svolgeranno in questo limbo, le due settimane tra il primo e il secondo turno. Al centro del contendere ci sono sempre i famosi terreni del litorale di Ostia. Ma anche il business legato all'accoglienza dei migranti. Spadino rapisce Livia, la sorella di Aureliano: in questo modo spera di diventare il leader della sua famiglia, rimasto vacante perché il fratello Manfredi è in coma. Aureliano, senza il placet di Samurai, si vede bloccato il traffico di droga. Lele è entrato in polizia, ma il suo passato non si può cancellare. E Sara entra nel business legato all'accoglienza. "Quando abbiamo presentato la prima stagione di Suburra parlai del grande divertimento che noi scrittori abbiamo provato nello scriverla", racconta il supervisore degli sceneggiatori, Barbara Petronio. "Nella seconda stagione aggiungo la passione per questi personaggi che, come avete visto, esplodono. E la loro esplosione è quella che ci ha guidato nella writers' room. Abbiamo visto quanta materia portassero dentro questi personaggi e quando uno scrittore trova dei personaggi così trova una fortuna".
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Alessandro Borghi: Suburra è stato l'inizio di tutto
I personaggi di Suburra sono così: oscuri, spietati, eppure pieni di passioni e di punti deboli. E vivono grazie ad attori che danno loro un'anima. Su tutti spicca la star del momento, Alessandro Borghi, che a Suburra deve molto. "È stato l'inizio di tutto" racconta. "Suburra vuol dire anche il film: Cattleya e Stefano Sollima sono stati i primi a credere a un ragazzo di 28 anni che da 15 provava a fare questo lavoro senza riuscirci. Questo è un mestiere molto complesso, in un paese dove ci sono poche cose da fare, e bisogna essere bravi a dimostrare qualcosa. Guardando tutti i nuovi attori nel cast vediamo che in questo paese c'è un ricambio di cose belle, e dipende da questa possibilità di globalizzazione dei contenuti".
L'evoluzione di Spadino
Se l'Aureliano di Borghi avrà una crescita notevole, è un momento di grandi cambiamenti anche lo Spadino di Giacomo Ferrara. "Il mio personaggio ha una maturità che gli viene richiesta in questa seconda stagione" racconta. "Come può maturare un personaggio come Spadino? Sono andato a togliere quegli atteggiamenti che lo rendevano un ragazzino. L'evoluzione di personaggi come Angelica e la madre di Spadino mi hanno permesso di raccontare più sfumature del personaggio. E poi c'è rapporto di potere con la moglie, che è bellissimo e si evolverà in modo particolare in questa seconda stagione". È tempo di grandi cambiamenti anche per Lele, entrato in polizia e diventato subito vice ispettore. "Mi sono informato" ci racconta Eduardo Valdarnini. "Ho chiesto di potermi dare una mano e fare un po' di ricerca per capire come diventare un poliziotto con una carica importante: ho dovuto domandare come si fa. E ho capito una cosa: c'è un comportamento che cambia, e con il background della prima stagione è stato facile dare qualcosa di diverso. Lele è un po' più duro e un po' più convinto di se stesso".
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Accanto ai tre personaggi principali, tre giovani che cercano di trovare il loro posto nel mondo criminale di Roma, ci sono i tre personaggi più maturi. Il buono, la bella e il cattivo. Il cattivo, cattivissimo, è il Samurai di Francesco Acquaroli, sempre più potente e spietato. "In lui c'è un passato che pesa" ci racconta l'attore. "Il mio è un personaggio che non ha molti margini di riscatto da questo punto di vista. Ciò non toglie che anche il peggiore di noi abbia una sua tridimensionalità. È al centro di una lotta di potere: la concorrenza è sempre più pericolosa, raffinata. I tre ragazzi crescono, i concorrenti aumentano, e per tenere questo potere di Re di Roma non c'è tempo per distrarsi".
Claudia Gerini: vorrei aver la determinazione di Sara Monaschi
Il buono dovrebbe essere Amedeo Cinaglia, il politico romano tutto d'un pezzo che si è candidato sindaco con una sua lista civica e, ormai lo abbiamo capito, buono non lo è più. "Rispetto alla prima serie, Amedeo Cinaglia, fa dei passi in avanti" racconta Filippo Nigro, che lo interpreta. "Mi interessava capire quanto una persona possa decidere di compiere gesti che vanno contro quello che era e contro l'onestà. Ho scelto di rappresentare quest'uomo come se fosse quasi paralizzato, anestetizzato, come se avesse una sua corazza, per cui non si rende conto di fare qualcosa di sbagliato. Per renderlo credibile ho fatto questo". La bella, e perfida, è Sara Monaschi, alias Claudia Gerini, grande fan di Suburra, prima che attrice del cast. "Sara Monaschi per me è un personaggio importante, diverso da tutte le donne che ho interpretato, è una donna spietata, soprattutto nella Stagione 2: è portata a stringere nuove alleanze. Le è stato tolto tanto. Ha perso il suo potere in Vaticano, e il suo status di moglie, ma recupera e non si perde d'animo, ha progetti e strumenti per avere un ruolo importante: una onlus che opera nel campo dell'immigrazione, ma dovrà sporcarsi le mani per andare fino in fondo. È un personaggio freddo, con una determinazione per cui non esista a mettere in gioco tutto. A volte vorrei avere la determinazione di Sara".
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Suburra, un successo in tutto il mondo
Il primo amore non si scorda mai. Suburra è stata la prima serie italiana prodotta da Netflix, ed è andata al di là delle aspettative, come sostiene Kelly Luegenbiehl, Vice President of International Original Series for Europe and Africa di Netflix. "È stata una vera sorpresa vedere come ha risposto tutto il mondo a Suburra, gli Stati Uniti, la Germania e anche il Vietnam. Per noi era stata concepita come una serie per un'audience italiana e abbiamo visto come il pubblico italiano abbia fatto sua la serie. Ma siamo rimasti sorpresi che sia stato tra i venti show più visti per 72 settimane. Nel tempo raccoglie sempre più fan". Ma qual è allora la formula magica che ha fatto di Suburra un successo? "Il fatto che sia una serie molto locale la rende molto globale" analizza Gina Gardini di Cattleya. "C'è uno sguardo su Roma che un turista che viene in città forse non ha mai visto. La seconda stagione è forte per la presenza femminile" aggiunge, toccando un altro elemento chiave della serie. "Le new entry sono personaggi femminili bellissimi, che sono al centro del racconto". "Noi di Cattleya da un lato ci ispiriamo a fatti reali, dall'altro li decliniamo con linguaggio di genere, in modo non sociologico né ideologico" ragiona Riccardo Tozzi di Cattleya.
"In Suburra c'è il tema della città di Roma, il tema dell'immigrazione, la lotta politica, le componenti criminali del territorio. Ma sono viste in modo non ideologico, di parte, senza fare una distinzione manichea tra buoni e cattivi". Alla regia delle nuove puntate ci sono Andrea Molaioli e la new entry Piero Messina. "Una delle forze di Suburra è che dietro a eventi complicati che si susseguono c'è sempre un grande movimento di sentimenti. Ed è una materia sulla quale mi piace lavorare". "Venivo da esperienze diverse e questa cosa mi ha reso entusiasta, mi ha costretto a frequentare territori che non avevo e non avrei mai frequentato" racconta Messina. "In questa serie c'è molta action, mi sono divertito, mi piace molto fare l'action e lo farò nei miei successivi lavori. Sarà uno slow action, un action molto lento..."