Rivelare il vincitore di Sanremo, nel titolo di un articolo, è spoiler? E il vincitore di Masterchef? È considerato spoiler, se rivelato subito dopo la premiazione, in un post Instagram? Dire che Darth Vader è il padre di Luke Skywalker, è ancora da intendere come spoiler? Rivelare dopo trent'anni l'identità di Keyser Söze de I soliti sospetti è spoiler o storia del cinema? Diverse situazioni, lo stesso filo conduttore. Con un'altra domanda, che rivolgiamo ad un plurale molto ampio: ma con gli spoiler, non staremo esagerando? O meglio, non staremo esagerando con l'ossessione legata al concetto di spoiler? Cos'è rivelazione, e cos'è anticipazione? Cosa rovina la visione di un film, di una serie o di uno show (per non parlare della letteratura o dei videogiochi), tanto da essere spesso "costretti" ad evitare concetti nevralgici nelle opinioni o nelle recensioni?
Ce lo chiediamo spesso, anche e soprattutto in relazione al nostro lavoro: raccontare il cinema e la serialità, affrontando ogni titolo con la giusta prerogativa e il giusto contesto, stando però attenti a non dire troppo, ma nemmeno troppo poco. Una sfida che portiamo avanti, in un'epoca in cui teoricamente, tutto, è diventato spoiler. Eppure, no, non tutto, oggettivamente parlando, potrebbe essere considerato spoileroso, e non tutto può vertere sotto le regole imposte dalle fanbase o dalle fandome, o dagli spettatori che seguono un programma in prime-time in differita o tramite on-demand (con l'informazione che diventa schiava di tali regole). Qual è il confine? Proviamo a rintracciarlo, o quantomeno a segnarlo in una cartina profondamente influenzata dai social. Perché è chiaro che il fenomeno spoiler sia esponenzialmente aumentato negli ultimi dieci anni: un fenomeno in continuum, ma anche in divenire, tanto che nello spettro dello spoilerabile stanno rientrando, come detto, i vincitori dei talent show.
Non tutti gli spoiler sono uguali
Ora, partendo dal principio, cos'è uno spoiler? Banalmente, è la rivelazione di un evento o di un momento saliente di una determinata opera. Il punto, però, è come giudicare effettivamente saliente un momento, tanto da farlo rientrare nell'insieme dello spoiler. In apertura abbiamo fatto diversi esempi, come Star Wars o I soliti sospetti, ma dentro ci andrebbe, come capostipite tra gli spoiler classici, anche Psycho di Alfred Hitchcock ("Non rivelate il finale, è l'unico che abbiamo", disse nel 1960). Qui il primi punto: uno spoiler, è per sempre? Quando decade questo concetto? C'è una tempistica stabilita, oppure si è liberi di parlare nel momento in cui il titolo in questione diventa talmente popolare (Star Wars, appunto) da cedere alle pressioni del pubblico/lettori?
Per noi, uno spoiler potrebbe essere circoscritto nell'immediata uscita di un film, ma via via andrebbe assottigliato, soprattutto a seguito di un grande riscontro di pubblico (lo stesso pubblico che banalizza lo spoiler stesso, fotografando o filmando intere sequenze, poi condivise nelle storie Instagram). Dunque, se dire che Darth Vader è il padre di Luke non è più uno spoiler, come approcciarsi a titoli legati a grandi saghe? L'esempio potrebbe arrivare proprio da Dune: Parte Due. Il sequel di Denis Villeneuve, teoricamente, non è un film spoilerabile. Cioè? Rivelare un determinato elemento della trama non rovinerebbe la visione complessiva del film, almeno secondo il nostro giudizio, che non ha come centro una narrazione determinate. Cosa contraria, rivelare il finale di Estranei di Andrew High, danneggerebbe invece la visione complessiva, essendoci nel finale un twist che cambia totalmente la percezione della storia. Il confine è dunque labile e soggettivo, ovvio, ma alcuni aspetti tecnici quando si tratta di spoiler devono essere necessariamente presi in considerazione. In tal caso, rivelarlo rovinerebbe sensibilmente la visione. O forse no?
Dune - Parte Due, la recensione di un sequel imponente, tra continuità e naturale evoluzione
Lo spoiler? Uno stato mentale
Come per tutto, ci vorrebbe equilibrio. E oggi la sovraesposizione dello spoiler ha raggiunto picchi altissimi: essendo tutto condivisibile via social, non è raro trovare post in cui si accenna a tale episodio o tale film, anche nello stesso giorno di messa in onda o di uscita in sala. Alcune volte è difficile evitarli, e allora si incappa nella rivelazione sgradita che rovina la sorpresa. Dall'altra parte, l'ossessione verso lo spoiler stesso ha causato un circolo vizioso: più si demonizza, più lo spoiler diventa protagonista, tanto sui social quanto nell'informazione on-line (soprattutto, quella che ricorre al clickbait). Qui, un'altra provocazione: secondo un esperimento portato avanti nel 2011, Jonathan D. Leavitt e Nicholas J. S. Christenfeld nel test Story Spoilers Don't Spoil Stories (titolo emblematico!) hanno dimostrato che lo spoiler non rovina l'apprezzamento di una storia, anzi. I partecipanti al test, che conoscevano alcuni dettagli del racconto, si sono goduti maggiormente la storia. Se la suspense "non è cosa, ma quando", lo studio (lo trovate qui) condotto mette in pratica la teoria: gli spoiler non rovinano il piacere di vedere un film o leggere una storia e, secondo lo studio "suggerisce che la suspense riguardo al risultato potrebbe non essere fondamentale per il divertimento e potrebbe addirittura compromettere il piacere, distogliendo l'attenzione dai dettagli rilevanti di una storia".
Gli spoiler degli eventi live: una nuova frontiera?
Riassumendo, se il divertimento non dovrebbe venir meno, non tutti i film sono soggetti alla politica stringente dello spoiler (sta poi all'intelligenza dell'opinione dosare le informazioni), ridimensionando dunque un'ossessione moderna, anche figlia della serialità, dei cameo e delle scene post-credit dei titoli Marvel. Annunciare la presenza di un determinato personaggio o la sua dipartita, non è equiparabile allo spoiler riguardante un plot-twist della trama, anche se il discorso si riallaccia poi al suddetto studio psicologico (come ha dimostrato Spider-Man: No Way Home, ce lo siamo goduti nonostante sapessimo tutti la presenza dei tre Peter Parker). Tuttavia, se il linguaggio cinematografico è cambiato, modificando l'approccio che abbiamo nell'affrontare in libertà un determinato film o una determinata serie, la questione spoiler si allarga anche alla tv, come dire, generalista, pure se legata ad un franchise streaming. Se tutto è spoiler, diventa spoiler l'eliminato o il vincitore di Masterchef o di X-Factor (format che non vivono solo di prima tv, venendo visti anche in "differita")? Così come è spoiler il vincitore di Lol - Chi ride è fuori?
Domande, ma anche (quasi) certezze: se il pubblico odierno non è più legato alla visione "qui ed ora", i vincitori o gli eliminati di un format rientrano ormai nello spettro dello spoiler, per buona pace del dovere (e della libertà) di cronaca. Tra provocazione e previsione, il nostro articolo lo abbiamo aperto citando la trasmissione italiana in diretta per eccellenza, Sanremo. L'orizzonte dello spoiler, infatti, sta lambendo anche i programmi live, poi recuperabili in piattaforma. Come sarebbero recuperabili gli eventi sportivi, manifestazione in diretta per eccellenza. In un'epoca in cui tutto è a portata di mano (e quindi tutto è procrastinabile), il risultato di un incontro potrebbe subire lo stesso destino di una scena post-credit. Stiamo esagerando? Chissà. Del resto, se c'è una cosa che non può essere spoilerata, quella è il futuro. Almeno per ora, chiaro.