Voci, caos, chiacchiericcio. Per più di un anno siamo stati immersi nel traffico. Intasati da aspettative e informazioni tartassanti su un cinecomic atteso oltre ogni umana sopportazione. Adesso finalmente possiamo guardare Spider-Man: No Way Home dall'alto in basso, godendoci il panorama di New York dalla vetta della Statua della Libertà. Come detto nella nostra recensione, è davvero difficile parlare di No Way Home come film a sé stante, perché proprio come Avengers: Endgame, anche questo cinecomic è l'apice di un percorso lunghissimo. No Way Home non è solo un tassello importante del Marvel Cinematic Universe, non solo la conclusione della trilogia dedicata allo Spider-Man di Tom Holland, ma soprattutto una riflessione sull'icona dell'Uomo Ragno e sulla sua capacità di raccontare l'adolescenza a tre generazioni diverse. Al netto di qualche forzatura narrativa e di un regia non proprio di prima classe, No Way Home emoziona, diverte e appassiona.
Insomma, fa tutto quello che il buon cinema di intrattenimento deve fare. Così ci è venuta voglia di risalire sulle montagne russe e ripercorrere le dieci scene migliori di Spider-Man: No Way Home. Eccole in rigoroso ordine cronologico. Ovviamente occhio agli spoiler.
1. Qualcuno chiami il mio avvocato
Il ritmo del film è forsennato dall'inizio alla fine, ma i primi 40 minuti sono davvero travolgenti. La fuga di Peter dagli occhi affamati di New York è una valanga inarrestabile che rotola fino al primo colpo di scena clamoroso di No Way Home. Poi ecco un bastone puntato per terra. Basta un piccolo gesto per esaltare la sala. L'entrata in scena improvvisa del Matt Murdock di Charlie Cox è breve ma intensa. In pochi secondi sullo schermo ritroviamo il personaggio risoluto e ironico che avevamo imparato ad apprezzare. Un cameo importante due motivi. Finalmente abbiamo rivisto un personaggio amatissimo, ancora con tanto da dire dopo la brusca interruzione di Daredevil su Netflix. La sua presenza, anticipata da vecchi rumor, forse è un indizio su altri graditi ritorni...
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2. Attacco sul ponte
Poco importa che il duplice attacco sul ponte fosse già mostrato nel trailer. Perché vederlo in sala è stata tutta un'altra cosa. L'entrata in scena del Doctor Octopus è trionfale per la teatralità che ha sempre contraddistinto l'amato villain di Spider-Man 2. Basta un "ciao, Peter" per riaccendere l'entusiasmo verso un personaggio rimasto nel cuore dei fan. Dopo il duello tra Octavius e Spider-Man non c'è un attimo di respiro, perché ecco incombere anche l'indimenticabile ghigno malefico di Green Goblin. Una doppietta a dir poco entusiasmante.
3. Incontri tra icone
Veder apparire due nemici storici di Peter Parker nella stessa sequenza è stato fantastico, ma poco dopo quella scena action, c'è stato un momento ancora più intenso. Ovvero il primo faccia a faccia tra Octavius e Norman Osborn visto sul grande schermo. I due antagonisti più iconici della saga finalmente interagiscono guardandosi con stima reciproca. È solo un attimo, è vero, ma è anche un piccolo sogno che si avvera. Col senno di poi avremmo gradito ancora più spazio per questo incontro, ma ci accontentiamo.
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4. Addio, zia May
Bimbo Ragno. Così viene chiamato la prima volta lo Spider-Man di Tom Holland quando entra in scena in Civl War. Un nome non casuale, perché sino a No Way Home questo Spider-Man è stato coccolato, viziato e protetto dagli altri. Adesso per questo Peter Parker arriva il momento di crescere. E par farlo, spesso, serve un dolore. Dopo il violentissimo duello con Goblin, Peter viene protetto un'ultima volta da zia May che preannuncia la sua morte pronunciando la mitica frase: "Da un grande potere derivano grandi responsabilità". La morte di May è straziante, perché Jon Watts la mette in scena prendendosi tanto tempo per illuderci che la zia possa salvarsi, per poi farla spegnere lentamente davanti allo sguardo devastato di Peter.
5. Davanti al dolore
Subito dopo la morte di May ci troviamo davanti a una sequenza molto breve ma davvero dal grande impatto drammatico e visivo. Peter per la prima volta guarda in faccia un dolore davvero intimo e Jon Watts ci regala una delle poche inquadrature memorabili di No Way Home. Siamo certi che l'immagine di Spider-Man che piange sconsolato davanti al maxi-schermo di notte, mentre piove, resterà uno dei frame iconici nella saga di Tom Holland.
6. Portali dal passato
Ed eccoci a quel momento lì. Il più chiacchierato, il più atteso, il più esaltante. Ormai lo abbiamo capito: quando nei film Marvel si apre un portale è probabile che escano soltanto urla e tifo da stadio in sala. È successo con Endgame, ed è successo anche questa volta. Ci teniamo a sottolineare il colpo di classe dell'entrata in scena di Andrew Garfield e Tobey Maguire, piazzata in un momento del tutto inaspettato del film. Non succede in un momento epico del film, in battaglia o in un momento di grande enfasi (dopotutto sarebbe stato troppo simile alla scena topica di Avengers: Endgame), ma subito dopo la morte di May, quindi in una fase delicata della storia. Certo, ce lo aspettavamo in tanti, ma secondo noi è stato il momento migliore in cui riabbracciare i due vecchi Spider-Man con un Andrew Garfield ancora in ottima forma e perfetto per la parte e un Tobey Maguire più stanco, a incarnare un Peter Parker più compassato e saggio. Ovviamente abbiamo amato i siparietti tra i tre Peter, soprattutto la scena sul tetto in cui tutti condividono i loro dolori.
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7. Collaborare
Dopo aver scherzato su nemici combattuti in carriera e origine delle proprie ragnatele, bisogna fare sul serio. I tre Spider-Man sono nel pieno della battaglia contro i loro storici nemici e si accorgono di non essere in grado di collaborare. Però basta un veloce scambio di battute per sintonizzarsi. I tre Spider-Man capiscono di essere complementari per il mito stesso del personaggio e diventano una cosa sola. Momento bellissimo, sugellato dal tenero "vi voglio bene, ragazzi" pronunciato da Andrew Garfield. La corsa sulle travi, le acrobazie e l'atterraggio dei tre Spider-Man che convivono sullo schermo formano un vortice di emozioni che non dimenticheremo.
8. Redenzione
E a proposito di emozioni, eccoci arrivare alla scena più emozionante di Spider-Man: No Way Home (secondo noi). Poco importa che tanti l'avessero già immaginata, ma vedere lo Spider-Man di Garfield salvare MJ rievocando il trauma della morte di Gwen ci ha davvero commossi. In quell'espressione di dolore e gioia stampata sulla faccia di Garfield c'è tutta l'empatia verso un personaggio e perché no, anche un attore, che dopo tanta sfortuna con questa scena trova la sua meritata redenzione.
9. Lo sguardo del vecchio Spidey
Lo Spider-Man di Tom Holland ha avuto tanti mentori. Prima Tony Stark, poi Doctor Strange, infine i suoi colleghi da altri ultiversi. L'apice dell'insegnamento più importante impartito al personaggio arriva durante il duello finale contro Green Goblin. Accecato dalla vendetta e dal dolore, Peter Parker sta per uccidere l'assassino di zia May, ma viene fermato proprio dallo storico Peter di Maguire, che quella stessa rabbia la conosce come la sua tuta. Basta uno sguardo per dire tutto: se davvero vuoi essere Spider-Man devi deciderlo ora. E Spider-Man non ammazza nessuno. Una scena bellissima che trova il suo apice con l'abbraccio finale tra i tre uomini ragno.
10. Diventare Spider-Man
Da Bimbo Ragno a Uomo Ragno. È questo il percorso delineato per il Peter Parker di Tom Holland. Una origin story lunga 3 film che trova la sua apoteosi nella splendida scena finale di No Way Home, dove per la prima volta percepiamo di essere davanti al vero nuovo Spider-Man. Uno Spider-Man che è passato dal dolore, che conosce il lutto e ha guardato in faccia il sacrificio. Adesso non è più il tempo del set Lego della Morte Nera. Adesso bisogna accontentarsi della figura di Palpatine, di un monolocale modesto in cui qualcuno prima o poi gli chiederà l'affitto, e soprattutto di un costume fatto in casa. Sporcandosi le mani. Vedendolo volteggiare tra i grattacieli di New York.
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