Accolto dalla perfetta scenografia costituita da La lanterna, cupola in vetro e acciaio progettata da Fuksas, che ricorda il disegno di una ragnatela, Tom Holland, attore inglese, ventun'anni, presto in sala anche con Civiltà perduta di James Gray, in cui è il figlio dell'esploratore Percy Harrison Fawcett, interpretato da Charlie Hunnam, è arrivato a Roma per presentare uno dei titoli di punta di questa estate, Spider-Man: Homecoming, reboot dell'Uomo Ragno diretto da Jon Watts, arrivato nella capitale insieme al suo protagonista.
Nelle sale italiane dal 6 luglio, il nuovo film di Sony Pictures rilancia al cinema il personaggio dei fumetti creato da Stan Lee e Steve Ditko nel 1962, realizzando, dopo quelle di Tobey Maguire e Andrew Garfield, la sua versione più giovane e spensierata, come ha sottolineato lo stesso Holland, fan del personaggio fin da quando era bambino: "Sono felice che il protagonista sia un ragazzino, ti spinge a chiederti: cosa farebbe un quindicenne dotato di poteri? Credo che si diverta come un pazzo: questa volta vediamo davvero Spider-Man felice delle sue capacità, spesso nei film sui supereroi sono quasi un peso. Per questo Peter Parter non è così. Questo film ha sconvolto la mia vita: quando ho visto il primo Avengers sapevo che volevo diventare un supereroe, ma non avrei mai immaginato che sarei diventato Spider-Man. Supera ogni mia fantasia. Sono immensamente fortunato: è bello che la Marvel abbia voluto affidare questa grande responsabilità alle spalle di un ventenne".
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L'antagonista del "bimbo ragno", come lo chiama Tony Stark (Robert Downey Jr.), questa volta è Adrian Toomes, alias Avvoltoio, un lavoratore onesto che viene schiacciato dal sistema e decide di vendicarsi di chi lo ha lasciato ai margini della società, interpretato da Michael Keaton: "Visto che abbiamo un supereroe che sta cominciando a capire il suo ruolo, è bello che il villain sia un uomo del popolo, per me è stato uno degli elementi fondamentali per costruire il film. Keaton è un attore incredibile: riesce a portare drammaticità a qualsiasi ruolo" ha ammesso il regista. Un altro elemento nuovo è il fatto che Peter racconti i fatti visti in Captain America: Civil War dal suo punto di vista, utilizzando il videoblogging: "Peter Parker è sempre stato un fotografo, ma oggi tutti scattano fotografie ogni giorno: vederlo raccontare la sua verità tramite video mi sembrava un passaggio naturale" ha detto sempre Watts, seguito da Holland: "Mi sono chiuso in una stanza a girare i video col telefono: è la mia parte preferita perché lì sono io il regista!".
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Lavorare con Robert Downey Jr. e Michael Keaton
"Sono un fan dei film Marvel da tutta la vita: lavorare con Robert è un sogno che si avvera" ha detto Holland, continuando: "Quando mi sono presentato al primo provino, mi hanno detto che avrei dovuto fare l'audizione recitando insieme a Robert. Immediatamente il mio livello di stress si è alzato da cento a un miliardo. Vedo Robert Downey jr., mi presento, vado nel panico, mi comporto in modo strano e poi vedo che Robert entra nella stanza: avevo parlato tutto il tempo con la sua controfigura. In questo modo però sono arrivato preparato all'incontro con il vero Tony Stark. Michael Keaton invece mi terrorizza: è una delle persone più simpatiche che ci siano, ma appena si accendono le telecamere cambia completamente".
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Dal ballo al costume di Spider-Men
Tom Holland è prima di tutto un attore teatrale: sui palchi di Londra è stato Billy Elliott nell'omonimo musical, un'esperienza che si è rivelata molto utile per interpretare il bimbo ragno: "Il training per Billy Elliott è la risorsa più utile che abbia avuto fino a ora: la fisicità rappresenta uno degli elementi più importanti nella creazione di un personaggio e il ballo mi ha insegnato a controllare il mio corpo. Poter fare i salti all'indietro è stato un biglietto d'oro per ottenere il ruolo di Spider-Man. Anche se il ballo non può prepararti a saltare da un palazzo!".
Oltre ai movimenti da acrobata, un altro elemento fondamentale del personaggio è il costume, anche se la prima esperienza dell'attore con la tutina rossa e blu non è stata delle migliori: "La prima volta che ho provato il costume di Spider-Man è stato molto deludente: ero stato scelto per partecipare a Civil War e sono volato ad Atlanta di venerdì per girare il lunedì. Sul set c'era una decina di costumi, ma non c'era stato tempo per farne uno su misura per me, quindi sostanzialmente mi hanno dato quello della mia controfigura, che però era molto più grosso di me: quando l'ho messo non era aderente. Il primo costume che mi è stato davvero cucito addosso è quello di Spider-Man Homecoming: è stato incredibile, era un mio sogno fin da quando avevo cinque anni".
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Villains, buoni consigli e New York
Che consiglio darebbero a Spidey regista e interprete? "Non posso dare consigli a Peter Parker, semmai è il contrario, sono io a dover imparare da lui" ha ammesso Holland, spiegando meglio: "È la persona più corretta che conosca. È divertente, è adorabile, un gran lavoratore, ha dei valori e una mente brillante, molto probabilmente gestisce bene il denaro: sono io ad aver bisogno di consigli da lui. Se avessi dei poteri molto probabilmente rapinerei una banca". Per Watts invece: "Peter è molto forte, anche se non se ne rende conto. Se la caverà bene".
Dal Lato Chiaro a quello Oscuro: il grande antagonista di Spider-Man Homecoming è Avvoltoio, ma in futuro con quali villians vorrebbero avere a che fare? "A me piacerebbe portare sul grande schermo personaggi che al cinema non si sono ancora visti: ma bisogna chiedere a Jon, è lui che decide queste cose, io mi limito semplicemente a fare quello che mi viene detto. A volte" ha detto Holland, seguito dal regista: "Amo tutti i villains più assurdi di Spider-Man, come Gideon Mace: che spruzza gas lacrimogeno. È uno dei miei preferiti, anche se non so se lo vedremo mai".
Quella che invece si vede sicuramente è New York, uno sfondo magico per le acrobazie di Spidey e questa volta meno scontato: "New York è una città enorme: di solito vediamo il centro, Manhattan, mentre invece Peter è del Queens, un quartiere che non si vede così spesso nei film. Sono contento di aver potuto mostrare luoghi meno conosciuti" ha detto soddisfatto Watts.
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Un modello per i ragazzi e diventare un action figure
Sia Holland che Watts ammirano molto il personaggio di Peter, per il regista è uno dei più amati proprio perché ci si può facilmente identificare in lui: "Mi sono chiesto: come si sente una persona normale a vivere nel mondo degli Avengers? Questa prospettiva mi affascina: Spider-Man Homecoming mi ha dato la possibilità di esplorarla. Probabilmente il nostro Peter Parker aveva otto anni quando ha visto in televisione Tony Stark dire di essere Iron Man: questo mi ha permesso di partire da un personaggio normale, che non ha chiesto i suoi poteri e non ci è nato, ma che li ha avuti per caso, per salire fino a toni epici. Mi piace il fatto che Peter cerchi costantemente di fare la scelta giusta: è uno degli elementi che credo lo renda molto amato dal pubblico. Inoltre nel Marvel Cinematic Universe Spider-Man è uno dei pochi supereroi ad avere ancora un'identità segreta: anche questo è un aspetto che mi affascina".
Secondo Holland, che si è fatto portavoce di diverse iniziative contro il bullismo, tra cui quella italiana Mabasta, Peter è un ottimo esempio per i più giovani: "Credo che Peter Parker sia un ottimo modello per i ragazzi: rende fico l'essere geek. Io non ero uno dei ragazzi popolari a scuola e penso che sia molto meglio avere come esempio un ragazzo di questo tipo che non il classico quarterback. Il bullismo è terribile: spero che questo film riesca a unire le persone e a farle divertire".
Dai modelli di comportamento ai modellini: com'è trasformarsi in un'action figure? "È una cosa molto strana" ha confessato Holland, proseguendo: "Sono cresciuto collezionando action figures, avevo quella di Tobey Maguire e ora ho la mia. Ho anche il Funko Pop originale di Spider-Man e ora invece c'è il mio. È un processo curioso: la prima versione non mi somigliava molto, ma abbastanza da essere quasi offensiva. Poi l'hanno migliorata. È assurdo, ma anche molto bello".