Space Jam New Legends vs Jumanji Benvenuti nella giungla: come si modernizza un cult

Il nostro approfondimento su Space Jam: New Legends, appena approdato al cinema, e Jumanji: Benvenuti nella giungla, che hanno riportato in auge due cult anni '90 ma con risultati estremamente differenti.

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Space Jam - New Legends: LeBron James con i Looney Tunes in una scena del film

È approdato in sala Space Jam - New Legends, il sequel ambientato 15 anni dopo il cult targato 1996 con protagonista Michael Jordan. Durante la visione non riuscivamo a non pensare ad un altro cult tornato in auge un decennio dopo grazie ad un revival, ovvero Jumanji - Benvenuti nella Giungla del 2017, che riportava quel "nella giungla dovrai stare, finché un 5 o un 8 non compare" dal film del 1995 con Robin Williams. I due esperimenti, uno di casa Warner Bros. l'altro di proprietà Sony, hanno gestito in modo differente l'eredità che avevano sottomano e soprattutto con un risultato ben diverso. Ripercorriamo questo match all'ultima pedina: Space Jam New Legends vs Jumanji Benvenuti nella Giungla. Chi farà canestro e chi invece rimarrà bloccato nella giungla?

Jumanji - Benvenuti nella giungla

Jumanji - Benvenuti nella giungla: Karen Gillan, Dwayne Johnson, Jack Black, Kevin Hart e Nick Jonas in una scena del film
Jumanji - Benvenuti nella giungla: Karen Gillan, Dwayne Johnson, Jack Black, Kevin Hart e Nick Jonas in una scena del film

Nel 2017 Jake Kasdan, dopo aver diretto pellicole come Bad Teacher e Sex Tape, compie un miracolo insperato. Jumanji rimane uno dei film cult della nostra infanzia e adolescenza perché univa i giochi da tavolo tanto cari al pubblico nerd e geek con l'action più puro e avventuroso di animali e pericoli della giungla sparsi per la città. A questo si univa un salto temporale, una storia familiare attraverso due generazioni nel periodo natalizio e un ragazzo intrappolato nella giungla e cresciuto fin troppo in fretta, con un interprete così amato come Robin Williams: il gioco era fatto per tutti i palati. Come replicare un tale unico mix di elementi? Modernizzando senza esagerare le basi di partenza, ma unendole a una comicità semplice, dal sapore deliziosamente anni '90.

Jumanji - The Next Level, la recensione: ancora una partita

Jumanji - Benvenuti nella giungla: Karen Gillan in una scena del film
Jumanji - Benvenuti nella giungla: Karen Gillan in una scena del film

Scritto da Chris McKenna, Erik Sommers, Scott Rosenberg e Jeff Pinkner, è così che Jumanji da gioco da tavolo diventa un videogame scoperto da un gruppo di ragazzi costretti in punizione (Breakfast Club docet, per citare un altro cult) che, solo vivendo l'avventura attraverso i propri avatar videoludici capiranno qualcosa in più su se stessi e sul lavoro di squadra, formando uno dei gruppi di amici più strampalato e vario mai visto. Tutto gioca sul contrasto fra come sono i ragazzi nella vita reale e come appaiono i loro corrispettivi personaggi nel gioco, e sulla bravura fisica degli attori che li interpretano per la maggior parte del tempo, da Dwayne Johnson che dimostra ancora una volta una grande comicità fisica, alla sorpresa Karen Gillan e alle conferme Jack Black e Kevin Hart. Con il sequel (del sequel) del 2019 Jumanji - The Next Level Kasdan, che stavolta contribuisce anche alla sceneggiatura, compie un secondo miracolo. Questo perché riesce a fare un film natalizio come lo era stato quello con Williams, e a cambiare le carte in tavola rispetto al primo sequel, con un escamotage se vogliamo banale per il ritorno nel gioco ma giocando benissimo con la commedia degli equivoci. Stavolta infatti per tre quarti del film ogni ragazzo corrisponderà a un avatar diverso rispetto alla precedente visita nella giungla, comprese le guest star Danny De Vito, Danny Glover e Awkwafina. La pellicola finisce per essere anche una bella riflessione su vecchiaia e gioventù, proprio come le due generazioni nel film originale... senza dimenticare la buona costruzione di scene action, come quella dei mandrilli, e la scena post credits che rivela che la giungla ora è fra noi! Vi ricorda qualcosa?

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Space Jam - New Legends

Space Jam A New Legacy Lebron James
Space Jam - New Legends - Un'immagine della versione animata del film

Veniamo alla nota dolente di questo approfondimento, di cui ci addolora scrivere. Anche stavolta lo schema viene ripetuto e leggermente modificato: si parte dalla sequenza sull'infanzia di LeBron James (che prende l'eredità da Michael Jordan), segue un breve montaggio dei suoi successi durante i titoli di testa, e arriviamo al campione di basket che si ritrova a dover giocare una partita con i Looney Toones per vincere. Nel film originale doveva aiutarli a sfuggire a degli alieni pericolosi (che avevano reclutato alcuni talenti dell'NBA e quindi i "Lunatici" avevano voluto fare altrettanto "rapendo" Jordan). Qui a essere rapito è invece Dom, il figlio di LeBron e per riaverlo il giocatore dovrà battere la terribile Goon Squad (che ricorda un po' la Suicide Squad ma molto meno d'impatto, perché eccessiva nelle proprie abilità "ingiustificate" non avendo rubato nessun talento ma essendo stati programmati da Dom stesso, mago del pc). Giocatore è la parola chiave perché anche qui il gioco si evolve e si modernizza... fin troppo. Non solo per l'assetto altamente tecnologico del villain, che non sono più gli alieni cartoon ma un algoritmo che ricorda l'Ultron degli Avengers dalla sete di potere incontrollata. Ma anche per quello estremamente videoludico della partita di basket: se nel primo Space Jam si giocava con l'essere cartoni animati dei Looney aggiungendo gag e stratagemmi ai loro schemi in partita, quella di LeBron contro il figlio e l'algoritmo diventa una partita da videogame, con potenziamenti, mosse segrete, combo, punti bonus, punti stile e così via.

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Space Jam: A New Legacy, LeBron James in un'immagine del film

Intendiamoci: queste opzioni c'erano anche nel nuovo Jumanji, ma servivano più a scherzare ancora una volta sul background dei personaggi e a mescolare ancora una volta le carte in tavola. Qui invece si perde la magia del gioco, anche quando alla fine si aggiungono gli stratagemmi cartooneschi dei Lunatici, o si ricorre per tutto il film alle tante citazioni cinematografiche delle saghe Warner, come Il Signore degli Anelli, Harry Potter, Matrix, ma anche film come Casablanca, e così via. Tutto diventa ridondante e inutilmente complesso, stratificato, stracolmo di personaggi e avvicendamenti che avrebbe invece dovuto giocare sulla semplicità, proprio come aveva fatto Jumanji, sulla genuinità non solo di intenti ma anche di messa in scena. Anche la regia di Malcolm D. Lee ne risente, sovraccaricata da una CGI ingombrante, quando usare la tecnica mista facendo co-esistere cartoni e live action sarebbe stata la scelta più sincera onesta e rispettosa. Il pregio di questo sequel è rendere più incisivo e presente nel film il messaggio del divertimento a dispetto dell'agonismo, e il rapporto padre-figlio, ma non è abbastanza per fare un cult davvero familiare.

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Pallacanestro vs giungla

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Space Jam: A New Legacy, una foto di Bugs Bunny

Giunti alla fine di questo nostro approfondimento-partita Space Jam - New Legends vs Jumanji - Benvenuti nella giungla, possiamo dire che entrambi i reboot/revival/sequel avevano dei buoni intenti nel riportare al cinema due cult anni '90 con la stessa genuina fattura ma solo il secondo (sequel del sequel compreso) ci è riuscito, mentre il primo si è perso nei millemila mondi e universi che ha voluto inserire, come se quello cartoonistico non fosse stato abbastanza. La comicità giocata quasi tutta sulle citazioni non può vincere contro quella genuina della commedia degli equivoci e della comicità fisica (senza potenziamenti). Set, partita, incontro.