Lucca Comics & Games è la patria del fumetto, del gioco e della fantasia, ma nell'Area movie ha trovato posto la presentazione di un film ben poco giocoso. Una commedia amara che usa il nostro passato per riflettere sul presente non troppo roseo. Luca Miniero ha fatto irruzione sul palco del Cinema Astra per presentare le prime immagini di Sono tornato, remake del tedesco Lui è tornato che immagina la ricomparsa di Benito Mussolini nell'Italia di oggi. Naturalmente nella versione originale, diretta da David Wnendt, a ricomparire era Adolf Hitler.
A fianco di Luca Miniero a Lucca ci sarebbe dovuto essere anche Frank Matano, ma il popolare youtuber ha inviato un videomessaggio in cui mostra una lastra con i postumi di un colpo di frusta dovuto a un incidente d'auto che lo ha bloccato. "Sono tornato uscirà il 1 febbraio" spiega Luca Miniero. "Ho immaginato cosa accadrebbe se Mussolini ricomparisse oggi. Il mio Duce si sveglia a Piazza Vittorio e torna con le stesse intenzioni con le quali se n'era andato. A Roma incontra il personaggio di Frank Matano, un documentarista sconfitto dalla vita, e fa un viaggio negli umori del paese. Tutti lo credono un attore brillante, ma alla fine si accorgeranno che è il vero Mussolini. Questa storia mi è servita a raccontare come l'Italia oggi viva il tema del populismo".
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Il polso della nazione
A interpretare Mussolini, in Sono tornato, è un mimetico Massimo Popolizio. Con lui, nel video mostrato in anteprima, oltre a Frank Matano compaiono anche Stefania Rocca e Alessandro Cattelan. Il materiale è inaugurato da una clip in cui Matano prova a creare un indirizzo email per Mussolini, poi vediamo i due in giro per l'Italia e assistiamo alle reazioni sconcertate di fronte ai comportamenti dell'inquietante personaggio che oscilla tra il patetico e l'autoritario. "Sono tornato è una commedia politicamente scorretta" dichiara Miniero. "Il confronto con la modernità è molto divertente, spesso il Duce si dimostra più lucido dei nostri politici e dice anche cose condivisibili. Il film parla di politica vera, di noi, racconta i problemi dell'Italia e mostra il sentire delle persone, ma si ride più che nell'originale tedesco in cui si respira più terrore".
Avendo già alle spalle l'esperienza di due remake, Benvenuti al Nord e Benvenuti al Sud, Luca Miniero sa bene che l'adattamento da una nazione all'altra comporta un slittamento culturale. "In molti hanno osservato che lo humor francese è diverso dal nostro. A maggior ragione quello tedesco. Nel mio film c'è solarità, mentre l'originale tedesco è più dark. Qui le persone hanno un modo di affrontare la vita diverso dal tedeschi. Abbiamo compiuto un viaggio interessantissimo tra gli umori italiani, avremmo potuto focalizzarci solo sui fascisti o solo sugli antifascisti, ma abbiamo cercato di rappresentare la realtà usando un tono leggero per descrivere quella che è un pericolo concreto. Mussolini per noi è un tabù, non è mai stato superato. La nostra percezione è che, a parte gli errori in guerra, ha fatto tutto bene. Il film invece ci mostra che la percezione della dittatura è errata, che la realtà storica era molto più complessa".
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Tra finzione e realtà
Per restituire la complessità del sostrato storico-politico italiano, Luca Miniero non si è limitato ad adattare il film tedesco calandolo nella realtà italiana, ma ha deciso di realizzare una sorta di docufiction, in cui i momenti scritti si alterano a momenti documentari. L'intento primario del regista era quello di registrare le reazioni spontanee della gente comune. "Mussolini è stato oggetto di un'operazione nostalgia che su Hitler non è stata fatta. Oggi quasi tutti coloro che hanno vissuto la Seconda Guerra Mondiale sono morti, così viene a mancare la memoria storica". Naturalmente portando in giro un sosia del Duce, Luca Miniero ha scatenato anche le violente reazioni dei detrattori. "C'è chi si è ribellato. Popolizio è stato insultato anche durante le prove, ci sono stati tentativi di denuncia ai carabinieri e non ci sono stati concessi alcuni luoghi pubblici, come il balcone di Piazza Venezia, perché troppo vicini alla memoria di Mussolini. Il film ricostruisce tutto in modo fedele, ma il suo vero intento è parlare degli italiani e dei loro problemi".
Il personaggio di Frank Matano di problemi ne ha parecchi, visto che è un documentarista fallito che cerca di realizzare film senza senso finché non si imbatte in Mussolini e capisce di avere di fronte a sé l'occasione per dare una svolta alla carriera. Luca Miniero prosegue: "Fan di Mussolini ne abbiamo trovati pochi in giro, il nostro Duce è molto più originale nella sua follia. Però la diffusione del malcontento sembra trasversale in tutti i luoghi che abbiamo toccato. Col film vogliamo creare un dibattito, ma la sensazione è di esserci trovati di fronte a un paese addormentato. Un paese che esplode soltanto in tv e sui social. Quello che mi ha spaventato davvero è la percezione che hanno nei confronti dei pericoli esterni, degli immigrati, dei rom, e soprattutto l'antipolitica. Ho percepito un rapporto con la politica molto violento. In fin dei conti la parte documentaristica per me è stata la più interessante, imprevedibile" conclude il regista. "Il film mostra la presenza di altri sistemi di potere, alla fine Mussolini viene depotenziato dai media e trasformato in pupazzo. Credo che questo sia il vero fascismo. Come verrà percepito il film? Non credo di riuscire a sollevare un grande dibattito. Da quanto ho visto, ormai siamo anestetizzati".