Silicon Valley: ritratto ironico del mondo delle startup

Con due stagioni, ed una terza in arrivo, Mike Judge fotografa con toni sarcastici e dissacranti la culla della tecnologia, la Silicon Valley, grazie alle vicende di un gruppo di nerd e della loro start up, tra acquisizioni milionarie, intoppi burocratici, cause legali e un immancabile garage.

Richard Hendriks (Thomas Middleditch), ex studente di Stanford, è un giovane programmatore, timido e ansioso con imbarazzanti problemi di stomaco legati allo stress. Lavora con scarso entusiasmo per la Hooli, azienda informatica leader del settore di proprietà di Gavin Belson (Matt Ross), milionario dallo spirito zen ma con problemi di rabbia.

Silicon Valley: Alec Berg, Mike Judge, Zach Woods, T.J. Miller, Thomas Middleditch e Kumail Nanjiani in una scena
Silicon Valley: Alec Berg, Mike Judge, Zach Woods, T.J. Miller, Thomas Middleditch e Kumail Nanjiani in una scena

Condivide una casa/incubatore a Palo Alto, di proprietà di Erlich Bachman (T.J. Miller), arrogante e presuntuoso programmatore che vive di rendita grazie alla vendita dei diritti di un suo progetto, insieme ad un gruppo di nerd informatici, ai quali Bachman fornisce un tetto sulla testa ed i mezzi necessari per lavorare alle loro startup in cambio del 10% di quote azionarie nel caso dovessero sfondare sul mercato. Richard si ritrova ad un bivio esistenziale quando la sua app, Pied Piper, piattaforma musicale per musicisti curiosi di scoprire se le loro canzoni possano essere o meno accusate di plagio, riscuote l'interesse di Belson e del suo storico amico/nemico Peter Gregory (Christopher Evan Welch, prematuramente scomparso nel corso della prima stagione), miliardario naïf ed eccentrico, grazie al suo algoritmo di compressione di file, capace di scatenare una vera e propria rivoluzione nel modo di concepire, trasferire e visualizzare dati.

Tecnologia e risate

Una scena di Silicon Valley
Una scena di Silicon Valley

Mike Judge, famoso per essere il creatore di Beavis and Butt-Head, cartone cult degli anni '90 dallo stile verbale sfrontato ed irriverente con protagonisti l'ozioso e apatico duo di amici del titolo, torna a raccontare, con ironia e sberleffo, il dietro le quinte del mondo del lavoro legato alle multinazionali dopo il successo di Office Space (Impiegati... male), pellicola del 1999, tratta dalla serie di cartoni Milton creata per il Saturday Night Live, ed incentrata sul prendersi gioco della giornata lavorativa tipo di un gruppo di dipendenti di un'azienda di software.

Silicon Valley: Matt Ross, Jill E. Alexander, Zach Woods, T.J. Miller, Thomas Middleditch e Josh Brener in una scena
Silicon Valley: Matt Ross, Jill E. Alexander, Zach Woods, T.J. Miller, Thomas Middleditch e Josh Brener in una scena

A quindici anni di distanza Judge, che sul finire degli anni '80 lavorò realmente nella Silicon Valley, ha adattato ai giorni nostri il modello vincente del suo film per realizzare una serie tv focalizzata su tutto quello che gravita attorno alla Mecca della tecnologia e del progresso, sfruttando la storia di cinque giovani programmatori alle prese con le difficoltà legate alla realizzazione di una start up potenzialmente rivoluzionaria. Già dal poster ufficiale della serie che ritrae i protagonisti in posa in una delle immagini più iconiche dei nostri anni, il celebre primo piano in bianco e nero di Steve Jobs, capiamo subito che di serio c'è ben poco in Silicon Valley.
L'intero lavoro, realizzato per la HBO, è sviluppato in chiave ironica e mira a demitizzare protagonisti e atmosfera di quel microcosmo informatico che con le sue app ed invenzioni ha influenzato le nostre vite fin nei più piccoli dettagli.

Giocando con i luoghi comuni legati alla Silicon Valley e ai suoi protagonisti, Judge, realizza una versione satirica di The Social Network di David Fincher, mostrandoci la nascita di un'app e di tutte le problematiche e sfide che porta con sé, senza però sottolineare forzatamente la sua natura comica come in The Big Bang Theory alla quale la serie è stata più volte accostata.

Silicon Valley: una foto del cast della serie
Silicon Valley: una foto del cast della serie

La rivincita dei nerd

Il gruppo di programmatori ai quali Richard fa capo è senza dubbio costruito sulla base di luoghi comuni legati ai nerd informatici, senza però scadere in una scontata caricatura. Una delle caratteristiche vincenti della serie, al contrario, è proprio legata alla creazione dei personaggi, ben scritti e dotati di una personalità forte sebbene sottolineata nelle sue peculiarità proprio per creare quel contrasto necessario per dar vita al comico. Ecco dunque affiancare Richard ed Erlich nella Pied Piper, Betram Gilfoyle (Martin Starr), programmatore satanista e senza apparenti emozioni pronto a scontrarsi costantemente con Dinesh Chugtai (Kumai Nanjiani), informatico pakistano in grado di innamorarsi di qualsiasi ragazza che incontra ai quali si aggiunge Donald "Jared" Dunn (Zach Woods), esperto di pianificazione aziendale dalla camicia sempre inamidata, talmente zelante e discreto da essere regolarmente dimenticato dal resto del gruppo.

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Dopo l'insuccesso di jOBS, biopic dedicato alla memoria del fondatore di Apple, interpretato da Ashton Kutcher, e aspettando la versione di Danny Boyle sulla vita e le invenzioni del padre del Macintosh, Silicon Valley è il ritratto più fresco e lontano dal prendersi sul serio sul mondo dei guru informatici, la cui forza risiede nel suo stile scanzonato ma aderente alla realtà, ravvivata da momenti esilaranti e personaggi bizzarri, contraddistinta da una continuità narrativa e riferimenti alla cultura pop, dai videogiochi alle varie cause intentate verso Mark Zuckerberg con tanto di comparsata dell'amministratore delegato di Google, Erich Schmidt, nel pilot della prima stagione.

App-arentemente normali

Silicon Valley: Matt Ross, Jill E. Alexander, Zach Woods, T.J. Miller, Thomas Middleditch e Josh Brener in una scena
Silicon Valley: Matt Ross, Jill E. Alexander, Zach Woods, T.J. Miller, Thomas Middleditch e Josh Brener in una scena

La Pied Piper non nasce propriamente in un garage, come da tradizione nerd (Apple, Google, Amazon, HP insegnano), bensì nel salotto disordinato e pieno di contenitori di cibo take away e fili elettrici di Erlich. Ma all'inizio della seconda stagione, complice la necessità di creare un proprio server per far debuttare ufficialmente la start up in rete, Mike Judge fa fare la sua entrata in scena ad uno dei simboli americani per eccellenza, trasformato dalla rivoluzioni tecnologiche degli ultimi vent'anni in una sorta di incubatrice di idee rivoluzionarie che mette da parte la cassetta degli attrezzi per fare spazio a cavetti, fili e portatili.

Giocando costantemente con i riferimenti alla Silicon Valley, la serie fa uso di un linguaggio spesso tecnico che però non inficia la sua capacità di catturare l'attenzione dello spettatore meno avvezzo a termini specifici. Tra immancabili felpe, contratti pieni di clausole, fusioni, burocrazie avvilenti e guru milionari che si prendono troppo sul serio, Judge demolisce con leggerezza ed umorismo il mondo delle aziende informatiche regalandogli quei contorni "umani" che dietro sigle, lanci commerciali e fusioni spesso tendono a svanire.

Il personaggio di Richard, insieme alla sua squadra di amici/programmatori, sembra rappresentare una parentesi di normalità che lotta per rimanere integra contro un mondo che sembra pronto a tutto per corromperlo. Il giovane informatico è spinto da una passione reale e palpabile che lo spinge ad inseguire la strada più tortuosa per raggiungere il suo obiettivo. Richard rappresenta il buono nel marcio che, con scherno, Judge ci mostra grazie ad una serie di personaggi orientati solo al profitto e ai numeri senza curarsi dell'aspetto umano. Passione contro sterile mentalità legata al guadagno. Ovvio che anche Richard e il gruppo non si limitino a sviluppare Pied Piper per la gloria ma, a differenza di tutti coloro che gli gravitano attorno, il gruppo di informatici sembra avere un'integrità, - nonostante l'uso di funghetti allucinogeni, battesimi satanici e comportamenti eccentrici - assente altrove.

In bilico costante tra reale ed eccessivo, Silicon Valley è un ritratto ironicamente veritiero sul mondo delle start up e su i suoi protagonisti. Dalla scrittura brillante e ricca di citazioni culturali pop, la serie, trova i sui punti vincente nei personaggi, ben caratterizzati ma lontani dall'essere mere caricature, e nella capacità di ritrarre le varie tappe che portano alla nascita di un progetto informatico. Arricchita da una colonna sonora vivace che spazia dai Green Day alle melodie dei mariachi passando per Shakira e Kid Rock la serie di Mike Judge rappresenta l'ennesima sfida vinta dalla HBO.

Movieplayer.it

3.5/5