L'approssimarsi della fine di un decennio costituisce il momento ideale per un bilancio parziale, forse ancora prematuro (spesso la canonizzazione di un'opera può richiedere più tempo), che tuttavia offre l'occasione per riflettere sul nostro immaginario e sulla sua incessante ridefinizione. E pochi elementi hanno la capacità di incidere sull'immaginario collettivo con una forza paragonabile a quella delle serie TV: i racconti seriali televisivi esercitano infatti un valore innegabile sulla cultura di massa, che si tratti dell'equivalente dei "grandi romanzi popolari" o di prodotti più sperimentali e sofisticati. Quello che segue non vuole essere un elenco delle migliori serie recenti, quanto un'ipotetica rassegna delle serie TV più importanti del decennio 2010-2019, tenendo inevitabilmente conto pure del loro seguito in termini di audience e di interesse presso gli spettatori e della loro portata "internazionale".
Nella rassegna che segue mancano titoli pur apprezzatissimi quali Hannibal e The Knick, senz'altro fra i più coraggiosi ed innovativi degli ultimi dieci anni, ma la cui fruizione ha coinvolto un numero relativamente ristretto di appassionati; così come, sul fronte opposto, serie pluripremiate e dall'ampio successo quali Downton Abbey e This Is Us, ma decisamente tradizionali in quanto ad impostazione e sviluppo; e quei titoli che, dopo l'iniziale entusiasmo delle prime stagioni, hanno provocato un diffuso senso di delusione tra i fan, come capitato ad esempio con The Walking Dead e American Horror Story.
Svolta la dovuta premessa, ecco dunque una lista - in rigoroso ordine cronologico di messa in onda - di quindici fra le serie che, in varia misura, hanno contribuito a scrivere la storia della TV del decennio in procinto di concludersi, e in molti casi a modificare la grammatica stessa della fiction televisiva e le regole della narrazione seriale.
5 cose che hanno cambiato il nostro modo di vedere (e vivere) le serie TV
1. Boardwalk Empire
Trasmesso dal 2010 al 2014 con la firma di Terence Winter e il patrocinio di un gigante del calibro di Martin Scorsese, Boardwalk Empire è stato uno dei progetti più maestosi e ambiziosi realizzati per il piccolo schermo in questi dieci anni: un impressionante affresco dell'America nell'epoca del Proibizionismo e delle collusioni fra politica e malavita, con Steve Buscemi a fare da capofila ad un ricco cast. Ricompensato con il Golden Globe come miglior serie del 2010 e con un totale di venti Emmy Award, Boardwalk Empire - L'impero del crimine rimane uno dei massimi esempi della straordinaria forza produttiva della HBO.
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2. Il trono di spade
E in quanto a forza produttiva, non ha davvero eguali la vera punta di diamante nel catalogo della HBO, nonché la serie TV più amata, discussa e rappresentativa degli anni Dieci: Il trono di spade, sontuoso adattamento della saga letteraria di George R.R. Martin, costretto giocoforza a oltrepassare i limiti dei romanzi (il ciclo di Martin non è ancora stato portato a compimento). Trasmesso dal 2011 e terminato quest'anno, Il trono di spade ha sancito la piena affermazione del genere fantasy sul piccolo schermo attraverso una storia corale che ha galvanizzato il pubblico come non accadeva perlomeno dai tempi di Lost, regalandoci molte fra le sequenze belliche più stupefacenti mai viste in televisione. Impressionante la quantità di record stabiliti dalla serie di David Benioff e D.B. Weiss, fra cui la vittoria di quarantasette Emmy Award (a cui vanno aggiunte le trentadue nomination ricevute pochi giorni fa dall'ottava ed ultima stagione).
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3. Homeland
Le inquietudini dell'America post-11 settembre e le ambiguità della lotta al terrorismo sono state raccontate in maniera magistrale, a partire dal 2011, in Homeland, serie di Showtime firmata da Howard Gordon e Alex Gansa a partire dall'israeliano Prisoners of War. Attualmente in corso (l'ultima stagione andrà in onda a fine anno), Homeland vede un'intensa Claire Danes nel ruolo di Carrie Mathison, agente della CIA impegnata a cercare un precario equilibrio fra la sua ferrea determinazione nel lavoro (una determinazione che spesso rasenta l'ossessione) e un disturbo bipolare. La suspense affilata e la solida definizione dei personaggi hanno permesso a Homeland di riscuotere un successo trasversale e di aggiudicarsi un totale di cinque Golden Globe e otto Emmy Award.
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4. Black Mirror
Poche serie sono emblematiche dell'epoca che stiamo vivendo e delle sue angosce quanto Black Mirror, distopia fantascientifica nata nel 2011 dalla mente di Charlie Brooker per la britannica Channel 4 e approdata in seguito su Netflix. Serie antologica composta finora da cinque stagioni, uno speciale natalizio e il film 'interattivo' Black Mirror: Bandersnatch, l'opera di Brooker fa leva sull'incubo di una tecnologia pronta a sfuggire al controllo degli esseri umani e a prendere il sopravvento sulla realtà, rivelando i nostri lati più oscuri e le debolezze inconfessabili, per quanto non manchino alcuni episodi caratterizzati da una visione più ottimistica e 'romantica'. Il successo crescente ha portato Black Mirror ad acquisire una visibilità sempre più ampia e ad accumulare sei Emmy Award grazie agli episodi San Junipero e USS Callister.
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5. Veep
Da un lato il talentuoso autore scozzese Armando Iannucci, uno specialista nel genere della satira, dall'altro la verve trascinante dell'attrice Julia-Luis Dreyfus: da questa combinazione nel 2012 nasce Veep, serie di ambientazione politica della HBO, in onda per sette stagioni fino al 2019. Il titolo fa riferimento alla Vice Presidente degli Stati Uniti, Selina Meyer, al centro dell'ironica descrizione delle frenetiche attività all'interno della Casa Bianca in cui sono coinvolti lei e il suo pittoresco staff. Con un totale di diciassette Emmy Award (incluso un record di sei statuette per la Dreyfus) e il plauso crescente della critica, Veep costituisce un autentico vertice nel campo delle serie comiche.
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6. The Americans
Il genere della spy story declinato in una serie che è al contempo thriller, dramma psicologico e cronaca storica dell'ultimo decennio di Guerra Fredda: con The Americans, firmato da Joe Weisberg fra il 2013 e il 2018, la FX ha confezionato uno degli assoluti capolavori della TV contemporanea, un'opera che di anno in anno ha visto crescere i propri consensi fra gli spettatori e le giurie dei premi, meritandosi quattro Emmy Award e il Golden Globe come miglior serie dell'anno per la sua magnifica stagione conclusiva. La parabola dei coniugi Jennings, che dietro l'apparenza di famiglia americana modello celano le proprie origini russe e l'identità di agenti del KGB, è un racconto teso e struggente che si avvale delle ottime interpretazioni di Matthew Rhys e Keri Russell.
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7. House of Cards
Nel 2013, Netflix entra ufficialmente nell'agone delle grandi serie televisive con un titolo destinato a fare sensazione fin dal suo esordio, anche grazie alla collaborazione del regista David Fincher e alla presenza di un attore del calibro di Kevin Spacey. Firmato da Beau Willimon a partire dall'omonimo serial britannico, House of Cards illustra i "corridoi del potere" di Washington D.C. attraverso lo sguardo cinico e spregiudicato del deputato Frank Underwood, impegnato in una machiavellica scalata alla Casa Bianca insieme alla moglie Claire (Robin Wright). Oggetto di un'immediata attenzione da parte del pubblico e della critica, che gli tributerà sette Emmy Award e farà guadagnare un Golden Globe a entrambi i protagonisti, House of Cards si è concluso nel 2018 dopo l'abbandono 'forzato' di Spacey nell'ultima stagione.
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8. True Detective
Nel panorama delle cosiddette serie antologiche, il grande evento di metà decennio è senza dubbio True Detective, con il romanziere Nic Pizzolatto che si cimenta nella creazione di un racconto poliziesco teso e tenebroso. Trasmessa nel 2014 dalla HBO, la prima stagione di True Detective offre due ruoli memorabili alla coppia di protagonisti, Woody Harrelson e un sensazionale Matthew McConaughey, mentre la suggestiva messa in scena di Cary Fukunaga sembra abbattere ulteriormente ogni residua distinzione tra regia televisiva e cinematografica. Se il primo True Detective è un instant classic e riceve cinque Emmy Award, le due stagioni successive, capitanate rispettivamente da Colin Farrell e Mahershala Ali, non riusciranno a replicare tuttavia gli stessi livelli di entusiasmo del capostipite.
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9. Mr. Robot
L'audacia di un linguaggio televisivo rinnovato costantemente e il desiderio di sperimentare nuove modalità di narrazione sono caratteristiche ancor più presenti nella serie lanciata nel 2015 dalla rete USA Network e accolta da un consenso trasversale. Frutto della creatività di Sam Esmail, Mr. Robot inserisce un originale racconto thriller, fra cospirazioni e paranoia, in un'atmosfera da incubo ma pervasa di sottile ironia, facendo leva su pensieri, ricordi e allucinazioni del suo protagonista, il genio informatico Elliot Alderson, a cui dà vita un formidabile Rami Malek, vincitore dell'Emmy come miglior attore. Feroce disamina degli spettri del mondo contemporaneo, Mr. Robot, premiato con il Golden Globe come miglior serie del 2015, si concluderà a fine anno con la sua quarta e ultima stagione.
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10. American Crime Story
Sono bastate appena due stagioni, trasmesse dalla FX nel 2016 e nel 2018, a rendere American Crime Story uno dei prodotti televisivi più acclamati del decennio, nonché fra i più premiati (quattro Golden Globe e sedici Emmy Award): merito dello 'zampino' del produttore e regista Ryan Murphy, ma soprattutto di un eccezionale team di autori e di una squadra di interpreti da applauso, fra cui Sarah Paulson e Darren Criss. Dalla ricostruzione di una controversa vicenda giudiziaria ne Il caso O.J. Simpson alla sanguinaria parabola del giovane serial killer Andrew Cunanan ne L'assassinio di Gianni Versace, American Crime Story utilizza la cronaca nera per svelare la quotidiana mostruosità di una nazione in cui serpeggiano ancora razzismo, omofobia, violenza e un disperato senso di alienazione.
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11. Stranger Things
Il rinnovato interesse per gli anni Ottanta ha contribuito alla vastissima popolarità di uno dei prodotti di punta del catalogo di Netflix, Stranger Things. Ideato dai Duffer Brothers, lanciato con immediato successo nel 2016 e ricompensato con sei Emmy Award, Stranger Things amalgama elementi della fantascienza, dell'horror e del teen drama in una cornice tipicamente Eighties, giocando sull'effetto nostalgia, sull'alternanza fra suspense e humor e sulla simpatia di un gruppo di giovanissimi protagonisti alle prese con avventure soprannaturali: il risultato è un divertente coming of age a metà strada fra It e I Goonies, approdato finora a un totale di tre stagioni.
12. Atlanta
È uno degli esempi di dramedy più elogiati degli scorsi anni, ma anche una serie in grado di fondere la lucidità dell'analisi sociale al carattere innovativo della scrittura e della messa in scena. Trasmesso dalla FX a partire dal 2016 e con una terza stagione attualmente in cantiere, Atlanta è il prodotto del poliedrico Donald Glover, showrunner nonché protagonista nel ruolo di Earn Marks, spiantato trentenne in cerca di un riscatto personale attraverso il mondo del rap e il proprio intuito da manager. Questo sguardo dall'interno alla comunità afroamericana di Atlanta si è aggiudicato due Golden Globe, cinque Emmy Award e l'attenzione crescente di critici e appassionati.
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13. La fantastica signora Maisel
L'irresistibile ironia di Amy Sherman-Palladino, già artefice dell'intramontabile Una mamma per amica, è l'ingrediente fondamentale del gioiello lanciato da Amazon nel 2017: La fantastica signora Maisel. Affettuoso omaggio alla tradizione della stand-up comedy mediante la vicenda di Miriam Maisel, giovane casalinga della New York di fine anni Cinquanta, appena abbandonata dal marito, la serie ha conquistato una valanga di premi, compresi tre Golden Globe e otto Emmy Award, e si è guadagnata l'affetto di un largo numero di spettatori sia in virtù dell'eccellente scrittura della Palladino (alcuni monologhi sono pezzi da standing ovation), sia per un cast in stato di grazia, con una deliziosa Rachel Brosnahan come capofila.
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14. The Handmaid's Tale
È un'altra piattaforma di streaming, la 'piccola' Hulu, a realizzare sempre nel 2017 un'altra serie lodatissima dalla critica, tra le serie tv più importanti del decennio 2009-2019, capace di penetrare da subito nell'immaginario televisivo contemporaneo, adattata a cura di Bruce Miller dal celebre romanzo distopico Il racconto dell'ancella di Margaret Atwood. Con una magnetica Elisabeth Moss nel ruolo dell'ancella Offred, The Handmaid's Tale dipinge un agghiacciante scenario di soppressione delle libertà personali e di privazione dei diritti delle donne, toccando vette di atrocità impressionante. Con una terza stagione attualmente in corso, The Handmaid's Tale ha ottenuto finora undici Emmy Award e il Golden Globe come miglior serie del 2017.
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15. Twin Peaks - Il ritorno
E in chiusura del nostro elenco, meriterebbe una categoria a parte quello che può essere considerato uno degli eventi più bizzarri e significativi della TV dei nostri tempi: il ritorno fra la primavera e l'estate 2017, sulla rete Showtime, di una delle serie seminali del passato, a ventisei anni di distanza dalla sua conclusione. Con diciotto episodi scritti e diretti da David Lynch e la ricomparsa di Kyle MacLachlan assieme a quasi tutti i membri del cast originale, la terza stagione di Twin Peaks si è rivelata (ovviamente) uno dei prodotti più azzardati e sperimentali mai visti sul piccolo schermo: un mystery thriller cupo e surreale, che trascende ogni convenzione per spingersi in territori inesplorati, come era già accaduto con il suo predecessore. A testimonianza del fatto che la storia (anche quella della televisione) si ripete, ma mai in maniera identica...
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