Emmy Award 2019: il commento alle nomination, da Il trono di spade a Chernobyl

Emmy Award 2019, il commento alle nomination: Il trono di spade da record con 32 candidature, in prima fila anche Mrs. Maisel, Chernobyl, Fosse/Verdon, Barry e Fleabag.

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Il trono di spade: Emilia Clarke e Kit Harington in una scena della premiere dell'ottava stagione

Il trono di spade da record: l'ottava ed ultima stagione dell'epopea fantasy targata HBO, senza dubbio il maggiore fenomeno televisivo del decennio (perlomeno dal punto di vista dell'interesse del pubblico), si presenterà agli Emmy Award 2019 con un totale di ben trentadue candidature. Già ricompensato con quarantasette Emmy per le altre sette stagioni, Il trono di spade si prefigura come il trionfatore annunciato: oltre alla categoria come miglior serie drammatica, il capitolo conclusivo della saga ispirata ai romanzi di George R.R. Martin vede in lizza dieci fra i suoi interpreti, inclusi i protagonisti Kit Harington ed Emilia Clarke. Con le sue attuali trentadue candidature, Il trono di spade agli Emmy 2019 ha battuto il record di NYPD, che nel 1994 aveva stabilito un primato con ventisei nomination in una singola annata.

Emmy 2019, le nomination: Il Trono di Spade e Fleabag tra i favoriti

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Il Trono di Spade 8x06: Emilia Clarke in una foto dell'ultimo episodio

Accanto alla valanga di consensi per Il trono di spade, ad avere molte ragioni per festeggiare in vista dei premi più prestigiosi della TV americana sono anche La fantastica signora Maisel di Amazon, che dopo il successo dello scorso anno totalizza ben venti nomination per la sua seconda stagione, inclusa quella per l'attrice Rachel Brosnahan; l'apprezzatissima miniserie della HBO Chernobyl, con diciannove nomination, fra cui il protagonista Jared Harris e gli attori supporter Stellan Skarsgård ed Emily Watson; e, come da tradizione, il varietà comico Saturday Night Live, con diciotto nomination. Ecco di seguito un commento più dettagliato sulle nomination agli Emmy Award 2019 (i trofei principali saranno assegnati il prossimo 22 settembre).

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Gli sfidanti de Il trono di spade, da Better Call Saul a Killing Eve

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Killing Eve: Jodie Comer in una scena del finale della seconda stagione

A tentare la missione (impossibile) di mettere i bastoni fra le ruote a Il trono di spade nella sua marcia verso una quarta statuetta come miglior serie drammatica saranno sette titoli, inseriti anch'essi nella categoria principale: la quarta stagione del legal drama Better Call Saul (nove nomination, fra cui l'attore Bob Odenkirk); i thriller britannici Bodyguard, targato Netflix, e Killing Eve della BBC, che può vantare nove nomination per la sua seconda stagione (inclusa una doppia candidatura come miglior attrice per Jodie Comer e Sandra Oh); la seconda stagione del crime drama di Netflix Ozark (nove nomination, fra cui i co-protagonisti Jason Bateman e Laura Linney); Pose, novità di punta della FX (sei nomination, incluso l'attore Billy Porter); un'altra serie della HBO, ovvero il dramma satirico Succession (cinque nomination); e la terza stagione del popolare dramedy della NBC This Is Us (nove nomination, fra cui i protagonisti Sterling K. Brown, Mandy Moore e Milo Ventimiglia).

Better Call Saul: Rhea Seehorn e Bob Odenkirk in una scena della quarta stagione
Better Call Saul: Rhea Seehorn e Bob Odenkirk in una scena della quarta stagione

Per un bizzarro regolamento degli Emmy la seconda stagione di The Handmaid's Tale, dopo aver già ricevuto tre premi su venti nomination nel 2018, torna in gara anche ora con gli ultimi tre episodi dello scorso anno, che raccolgono altre undici candidature. Mentre Elisabeth Moss non era eleggibile, nella categoria per la miglior attrice c'è però almeno un'illustre 'snobbata': a sorprendere, in una rosa composta da sette candidate (fra cui la Robin Wright di House of Cards e la Viola Davis de Le regole del delitto perfetto), è infatti l'assenza pesantissima di Julia Roberts, star di una serie apprezzata quale Homecoming, ma passata inosservata fra i giurati degli Emmy. Fumata nera anche per Richard Madden, a dispetto del Golden Globe ottenuto lo scorso gennaio per la prima stagione di Bodyguard.

Killing Eve: la detective e l'assassina nel colpo di fulmine televisivo dell'anno

Le serie comiche: fra Mrs. Maisel e Barry spuntano Fleabag e Russian Doll

The Marvelous Mrs Maisel
The Marvelous Mrs. Maisel

Dopo gli otto trofei conquistati l'anno scorso, La fantastica signora Maisel, l'esilarante serie di Amazon, si prepara a difendere il trono agli Emmy Award con ben venti nomination, fra cui quella per la sua irresistibile mattatrice, Rachel Brosnahan. A contendere a Mrs. Maisel l'Emmy come miglior serie comica sarà ancora una volta Barry della HBO, che per la sua seconda stagione raccoglie diciassette candidature, inclusa la nomina per il protagonista Bill Hader. Fra i sei titoli in gara nella categoria principale figurano inoltre la terza stagione di The Good Place della NBC (cinque nomination, fra cui miglior attore per Ted Danson), la settima e ultima stagione del blasonatissimo Veep (nove nomination, fra cui quella per la protagonista Julia Louis-Dreyfus) e, a sorpresa, la sitcom canadese Schitt's Creek, che alla sua quinta stagione trova finalmente spazio agli Emmy con quattro nomination, fra cui quelle per gli attori Eugene Levy e Catherine O'Hara.

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Fleabag: Phoebe Waller-Bridge e Brett Gelman in una scena della seconda stagione
Russian Doll
Russian Doll

Ma sono altre due le serie che, quest'anno, tenteranno di incrinare lo strapotere di show già pluripremiati in passato, e in entrambi i casi si tratta di prodotti creati e interpretati da una giovane autrice/attrice. La prima è una novità targata Netflix, il surreale racconto Russian Doll, firmato dalla protagonista Natasha Lyonne e ai nastri di partenza con un lauto bottino di tredici nomination. A quota undici candidature, invece, troviamo uno dei titoli più acclamati dell'annata, vale a dire la seconda stagione di Fleabag, serie britannica prodotta da Amazon e creata da Phoebe Waller-Bridge, candidata anche come miglior attrice (ma in lizza per Fleabag troviamo pure Olivia Colman fra le attrici supporter e Kristin Scott Thomas fra le guest star). Il metodo Kominsky viene escluso dalla corsa come miglior serie, ma in compenso vede nominati Michael Douglas ed Alan Arkin; e sempre per la scuderia Netflix, Dead to Me - Amiche per la morte mette a segno una candidatura per l'attrice Christina Applegate.

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Fra le miniserie è corsa a tre fra Chernobyl, Fosse/Verdon e When They See Us

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Chernobyl: una scena con Jared Harris

È stato il caso televisivo delle scorse settimane, l'opera che ha entusiasmato la critica e che si è rivelata un'altra punta di diamante nella formidabile annata della HBO: Chernobyl, la miniserie dedicata al disastroso incidente alla centrale nucleare sovietica, si è guadagnata diciannove nomination in tutto e sembra destinata a fare la parte del leone all'assegnazione delle statuette. Difficile che altri titoli possano superare Chernobyl nelle categorie principali, eppure per il premio come miglior miniserie non mancano altri candidati di prestigio: a partire dal doppio ritratto biografico di Fosse/Verdon, targato FX, con ben diciassette nomination, fra cui quelle per la splendida coppia di protagonisti, Sam Rockwell e Michelle Williams, nei panni di Bob Fosse e Gwen Verdon.

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When They See Us: una scena del processo

La cronaca della storia recente e l'analisi delle implicazioni politiche e sociali accomunano Chernobyl a un'altra applauditissima miniserie di questa primavera, When They See Us di Ava DuVernay, che batte invece la bandiera di Netflix: sedici le nomination conquistate, otto delle quali riservate agli interpreti, fra cui i protagonisti Aunjanue Ellis, Jharrel Jerome e Niecy Nash. Showtime può celebrare le dodici nomination per il dramma carcerario Escape at Dannemora di Ben Stiller, comprese quelle per i protagonisti Benicio del Toro e Patricia Arquette, mentre a chiudere la cinquina è il thriller psicologico della HBO Sharp Objects con 'appena' otto nomination, fra cui miglior attrice per Amy Adams e miglior attrice supporter per Patricia Clarkson. Esclusa dalla categoria principale, al contrario, la terza stagione di True Detective, che ottiene comunque nove nomination, fra cui miglior attore per Mahershala Ali.

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Sharp Objects: un momento della mini serie
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A Very English Scandal: Hugh Grant in un'immagine

A fare compagnia ad Ali, del Toro, Harris, Jerome e Rockwell c'è poi Hugh Grant, candidato per il dramma politico A Very English Scandal di Stephen Frears (quattro nomination, fra cui miglior attore supporter per Ben Whishaw). Fra le attrici, accanto ad Adams, Arquette, Ellis, Nash e Williams, compare pure la giovanissima Joey King per The Act, miniserie crime che è valsa a Patricia Arquette un'ulteriore candidatura come attrice supporter. Ben più debole, rispetto alle miniserie, il comparto dedicato ai TV movie, con il western Deadwood a fare la parte del leone con otto nomination e il film interattivo Bandersnatch a registrare soltanto due nomination per Black Mirror. Per concludere, una notazione sulla sfida fra reti TV e servizi di streaming: con centotrentasette nomination complessive quest'anno la HBO realizza il sorpasso su Netflix, che sale comunque a quota centodiciassette candidature, contro le cinquantotto della NBC e le quarantasette di Amazon.

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