Scarface torna al cinema: 10 segreti del classico “maledetto” di Brian De Palma

Tutti i retroscena della tormentata lavorazione di Scarface, il cult criminale di Brian De Palma con Al Pacino e Michelle Pfeiffer, nei cinema in versione 4K da oggi al 10 aprile.

Scarface torna al cinema: 10 segreti del classico “maledetto” di Brian De Palma

Girare Scarface oggi non sarebbe una passeggiata (e infatti Luca Guadagnino ha gettato la spugna, rinunciando al remake). La cronaca dell'ascesa e della caduta del piccolo criminale cubano Tony Montana è intrisa di stereotipi razzisti ("Io sono un prigioniero politico" esclama più volte un Al Pacino in stato di grazia, che vomita rabbia contro i Comunisti di Fidel Castro mentre si è fatto le ossa nella criminalità dell'isola), sessisti (l'algida Elvira di Michelle Pfeiffer passa il tempo a sniffare, fumare, bere e guardarsi allo specchio), regionali (né la Florida né la comunità cubana di Miami hanno fatto i salti di gioia di fronte al modo in cui vengono rappresentati) e di violenza estrema.

Al Pacino è Tony Montana in SCARFACE
Al Pacino è Tony Montana in SCARFACE

Lo scandaglio di una mente criminale in cerca di consacrazione ("comanda chi ha le palle") è dominata da una visione nichilista che avvolge tutti i personaggi, rendendo Scarface una tragedia contemporanea con un finale da tregenda che non lascia spazio alla catarsi. Questa è la forza di un film realizzato contro tutto e tutti e costellato da incidenti di ogni tipo prima, durante e dopo l'uscita (si pensi alla battaglia di Brian De Palma con la censura e all'accoglienza controversa di tanti critici illustri). Ma la potenza dello script di Oliver Stone e l'istrionico carisma di Al Pacino nei panni di Tony Montana, uniti al coraggio registico di De Palma di enfatizzare la violenza brutale con maestosi movimenti di macchina, danno vita a un'opera che lascerà un segno nella storia del cinema, sublimando la versione del 1932 di Howard Hawks in un crime movie deflagrante. Visto che non tutti conoscono i dettagli della lavorazione travagliata, ecco 10 segreti sul dietro le quinte del cult di Brian De Palma.

1 - Il film è tratto da una storia vera

una seducente Michelle Pfeiffer in una scena di SCARFACE
una seducente Michelle Pfeiffer in una scena di SCARFACE

Scarface è liberamente tratto dal film di Howard Hawks del 1932 che, a sua volta, si ispira a un racconto di Armitage Trail velatamente dedicato all'ascesa e caduta di Al Capone, il cui soprannome era proprio scarface. Il nome del personaggio, nel film di Hawks, diventa Tony Camonte, criminale a capo di una banda di contrabbandieri, attività principale di Al Capone. La pellicola contiene una scena di regolamento dei conti coi nemici di Camonte che rievoca il Massacro di San Valentino del 1929, ma le limitazioni dovute al Codice Hays hanno costretto il regista a calmierare la quantità di violenza presente.

2 - Al Pacino ha avuto danni permanenti (al naso)

Scarface ha cambiato per sempre la carriera di Al Pacino, ma anche il suo naso. Sua è stata l'idea di realizzare un remake del film di Howard Hawks e ha lavorato duramente per ottenere il ruolo, preparandosi con un dialect coach per riprodurre l'accento cubano. In un primo tempo gli era stato preferito Robert De Niro, che per fortuna ha rifiutato il ruolo di Tony Montana lasciandogli campo libero. Il lavoro sul set non è stato facile. Durante una scena concitata, Pacino è caduto su una pistola che aveva appena sparato ustionandosi la mano sinistra e costringendo la produzione a una settimana di stop. Ma i danni principali li ha avuti al naso. Smentita la leggenda che sul set inalasse vera cocaina, sniffare così a lungo latte in polvere e lassativo per neonati ha danneggiato per sempre le sue vie aeree.

3 - Oliver Stone ha avuto una ricaduta durante la preparazione del film

Chi invece ben conosce la cocaina e i suoi effetti è Oliver Stone. Prima di scrivere Scarface, il cineasta ha sperimentato tre anni di dipendenza feroce dalla cocaina, dopo aver iniziato a far uso di droghe in Vietnam. Per scrivere il film si è immerso nella comunità latina di Miami, frequentando poliziotti e criminali, e l'atmosfera l'ha spinto per un breve lasso di tempo a fare ritorno alle vecchie abitudini prima di disintossicarsi definitivamente. Quando ha scritto la sceneggiatura a Parigi, dove si era trasferito insieme alla moglie, era completamente sobrio tanto che lo ha definito "la mia vendetta sulla droga".

4 - Brian De Palma non era la prima scelta

The World is Mine! - Al Pacino in una scena di SCARFACE
The World is Mine! - Al Pacino in una scena di SCARFACE

In un primo tempo, a dirigere Scarface dove essere Sidney Lumet, che aveva diretto Al Pacino nel seminale Quel pomeriggio di un giorno da cani. Di Lumet è l'idea di spostare l'azione dalla Chicago degli anni alla Miami degli anni '80, distogliendo l'attenzione dalla criminalità italo-americana vista e rivista per concentrarsi sulla colorata e chiassosa comunità cubana, trasformando Tony Montana in un immigrato anticastrista. Così la droga, nella Miami anni '80, diventa l'equivalente dell'alcool durante il Proibizionismo. Purtroppo, a detta dello stesso Oliver Stone, Lumet odiò la sua sceneggiatura: "Non so se l'abbia mai ammesso in pubblico. Sembrerò petulante, ma credo che Sydney non l'abbia capita, mentre il produttore voleva andare in quella direzione".

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5 - Miami non è la location primaria

Pur essendo ambientato a Miami, Scarface è stato girato in gran parte sulla costa opposta, nella California del Sud, tra Los Angeles, San Diego e Santa Barbara. Il motivo? Dopo aver visionato il copione, l'Ufficio Turistico della Florida e il Miami Tourist Board hanno negato i permessi per girare on location nel timore che l'immagine della città, e della sua nutrita comunità cubana, venisse deturpata in questo tripudio di pistole, spaccio, gangster e violenza. E così la produzione ha dato il via a un tour de force californiano di 24 settimane interrotto da una breve sortita clandestina a Miami per girare la scena in cui Angel, partner di Tony, viene smembrato con una motosega.

6 - Tony Montana mutua il nome da un campione di football

Tifoso sfegatato dei San Francisco 49ers, Oliver Stone chiamò il personaggio di Tony Montana in onore di Joe Montana, il suo campione di football preferito. Nel film, Tony viene definito scarface in una sola occasione, in spagnolo, da Hector, il colombiano che lo minaccia con una motosega chiamandolo "cara cicatriz".

7 - Brian De Palma non voleva sottoporre ad audizione Michelle Pfeiffer

Al Pacino è il malavitoso Tony Montana nel film SCARFACE
Al Pacino è il malavitoso Tony Montana nel film SCARFACE

Nel 1982 Michelle Pfeiffer aveva ventiquattro anni ed era un'attrice semisconosciuta, avendo all'attivo qualche partecipazione in serie tv e nel flop Delta House. Brian De Palma non era affatto convinto di affidarle il ruolo di Elvira Hancock e neppure Al Pacino la voleva come moglie di Tony Montana, ma dopo aver vagliato attrici quali Glenn Close, che era la prima scelta, Sharon Stone, Geena Davis e Melanie Griffith, il produttore Martin Bregman si impuntò per poi avere la meglio. Va detto che tra gli attori che hanno risposto 'No, grazie' all'offerta per Scarface figura anche John Travolta, a cui era stato offerto il ruolo di Manny Ribera, braccio destro di Tony Montana.

8 - Steven Spielberg ha diretto un'inquadratura di Scarface

Amici fin dagli esordi, Brian De Parla e Steven Spielberg avevano l'abitudine reciproca di visitare i rispettivi set. Spielberg era presente durante le riprese della scena finale, l'assalto dei colombiani alla magione di Tony Montana, e l'amico ha lasciato che dirigesse l'inquadratura dal basso in cui gli aggressori entrano per la prima volta nella proprietà, eliminando a uno ad uno gli uomini di guardia.

9 - Un profluvio di parolacce

Secondo la Family Media Guide, che monitora parolacce, contenuti sessuali e violenza nei film, Scarface contiene 207 volte la parola "fuck", che corrispondono a circa 1,21 fuck al minuto. Nel 2014, Martin Scorsese ha più che raddoppiato il numero inserendo 506 fuck nel suo The Wolf of Wall Street. Un vero record.

10 - Brian De Palma e la guerra alla censura

Mary Elizabeth Mastrantonio in una scena di SCARFACE
Mary Elizabeth Mastrantonio in una scena di SCARFACE

In fase di montaggio, Brian De Palma ingaggiò una febbrile lotta contro il tempo per prevenire che l'MPAA imponesse un rating R (divieto ai minori di 17 anni) a Scarface per l'alto tasso di violenza e l'uso sistematico di linguaggio osceno. Il regista era riluttante a tagliare la scena finale, climax feroce che rappresenta il fulcro del film. Stanco dell'intervento censorio, De Palma optò per una strategia estrema: giocare sul rating R per poi fare ricorso e sollevare un polverone. Le sale dove sarebbe uscito il 9 dicembre lo avevano già annunciato come un film vietato ai minori e minacciavano di toglierlo dai cartelloni se favesse ottenuto il rating X, riservato alla pornografia o ai B-movie più estremi. Alla fine l'MPPA cedette alle pressioni di Universal e, per 17 voti a 3, concesse il richiesto rating R.