Rainer Werner Fassbinder: 5 grandi film per ricordare il regista tedesco

Rainer Werner Fassbinder, alfiere del Nuovo Cinema Tedesco, si spegneva 40 anni fa: da Le lacrime amare di Petra von Kant a Querelle de Brest, ripercorriamo i suoi migliori film.

Ogni regista dignitoso ha un unico soggetto, e alla fine si limita a fare continuamente lo stesso film. Il mio soggetto è la sfruttabilità dei sentimenti, a prescindere da chi li sfrutti. Non finisce mai. È un tema permanente.

Fassbinder
Un'immagine di Rainer Werner Fassbinder

Quando viene trovato senza vita nel suo appartamento a Monaco, alle tre di notte del 10 giugno 1982, Rainer Werner Fassbinder ha appena compiuto trentasette anni. Di questi, quasi la metà li aveva trascorsi lavorando, dirigendo film, serie TV e spettacoli teatrali, e soprattutto scrivendo. Perfino in quell'ultima notte, accanto al suo corpo stroncato da un'overdose di droga e barbiturici ci sono gli appunti per quello che avrebbe dovuto essere il suo nuovo progetto, un film sulla vita della rivoluzionaria socialista Rosa Luxemburg. In soli tre lustri di attività, l'infaticabile Fassbinder aveva collezionato ventiquattro lungometraggi per il cinema e tredici per la televisione, tre miniserie (incluso il monumentale adattamento di Berlin Alexanderplatz di Alfred Döblin) e quindici testi teatrali, senza contare ulteriori pubblicazioni e cortometraggi: un'eredità impressionante, lascito di una creatività febbrile e bulimica.

Rainer Werner Fassbinder
Una foto di Rainer Werner Fassbinder

Nato il 31 maggio 1945 a Bad Wörishofen, un'idilliaca cittadina termale bavarese, e cresciuto tra le difficoltà della Germania del dopoguerra, Rainer Werner Fassbinder sviluppa fin da ragazzo una passione divorante per tutto ciò che è arte, cultura e letteratura. Dopo aver tentato invano di entrare nella scuola di cinema di Berlino, fa ritorno a Monaco e inizia a dedicarsi al teatro: uno sfogo per la sua impressionante prolificità, ma anche una palestra per le sue aspirazioni da cineasta. Ed è nel 1969 che, finalmente, riesce a far decollare la propria carriera da regista per il grande schermo, con due progetti a bassissimo costo che già sintetizzano diversi aspetti-chiave dell'opera fassbinderiana: L'amore è più freddo della morte, noir con venature mélo selezionato in concorso al Festival di Berlino, e Il fabbricante di gattini, sarcastico e feroce affresco borghese. L'impietosa descrizione della società tedesca rimarrà una costante della sua poetica, così come le componenti vampiristiche e sado-masochistiche dei rapporti sentimentali e sessuali.

Rainer Werner Fassbinder  Hanna Schygulla
Rainer Werner Fassbinder e Hanna Schygulla
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La paura mangia l'anima: un'immagine del film

Nella prima metà degli anni Settanta, grazie a titoli quali Le lacrime amare di Petra von Kant (1972), tratto da una sua stessa pièce teatrale, e La paura mangia l'anima (1974), acclamata rivisitazione del classico Secondo amore di Douglas Sirk (uno dei suoi registi-feticcio), Rainer Werner Fassbinder è consacrato tra i massimi alfieri del Nuovo Cinema Tedesco, accanto a nomi come Werner Herzog e Wim Wenders. Autore coraggioso e controverso, sempre pronto a mettere in discussione le convenzioni e a prendere di petto argomenti tabù, Fassbinder avrebbe costituito un modello di riferimento per diversi registi a venire: primi fra tutti Pedro Almodóvar, all'epoca enfant terrible agli esordi, e François Ozon, che da testi fassbinderiani avrebbe tratto Gocce d'acqua su pietre roventi nel 2000 e il recentissimo Peter von Kant, in uscita il mese prossimo in Francia. E per chi volesse approfondire la propria conoscenza del grande cineasta tedesco, di seguito vi segnaliamo cinque tra i migliori film, in ordine cronologico, della sua sterminata produzione.

1. Le lacrime amare di Petra von Kant

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Le lacrime amare di Petra von Kant: Hanna Schygulla e Margit Carstensen

Il più perfetto esempio di Kammerspiel del cinema fassbinderiano, nonché un'ideale silloge della sua cruda visione delle relazioni umane, è appunto Le lacrime amare di Petra von Kant, diretto nel 1972 e interpretato dalla sua amica e storica collaboratrice Hanna Schygulla, insieme alla quale girerà in totale ben venti pellicole. Tutto ambientato fra le pareti di un appartemento arredato come un laboratorio artistico, il film esplora il legame fra la stilista Petra von Kant (Margit Carstensen) e la sua nuova modella, la giovane e affascinante Karin Thimm (Hanna Schygulla), che da subito diventa l'oggetto del desiderio di Petra e, da lì a poco, la sua amante. Amore ed erotismo sono però declinati da Fassbinder come un gioco di potere, imperniato su rapporti di forza a livello socio-economico e su sottili meccanismi psicologici che, con il passare del tempo, possono risultare in conseguenze devastanti.

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Le lacrime amare di Petra von Kant: Hanna Schygulla e Margit Carstensen

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2. Il diritto del più forte

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Il diritto del più forte: Rainer Werner Fassbinder e Peter Chatel

Il tema dell'eros come specchio degli squilibri fra le classi sociali e dello spregiudicato opportunismo degli esseri umani ritorna con prepotenza ne Il diritto del più forte, che nel 1975 vede Rainer Werner Fassbinder anche nelle vesti di attore, oltre che in quelle di regista. Fassbinder interpreta infatti il ruolo di Franz Bieberkopf, soprannominato Fox, un ragazzo spiantato che, poco dopo essere rimasto senza lavoro, ottiene un biglietto vincente della lotteria. L'inaspettata ricchezza di Fox gli permette di avere accesso al microcosmo dell'alta borghesia bavarese, dove viene sedotto dall'infido Eugen (Peter Chatel), ben determinato a sfruttarlo approfittando della sua ingenuità. Ne Il diritto del più forte il mélo si intreccia così all'analisi sociale, secondo una prospettiva di lucida disillusione.

3. Il matrimonio di Maria Braun

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Il matrimonio di Maria Braun: un primo piano di Hanna Schygulla

Nel 1979 Rainer Werner Fassbinder mette a segno il film più elogiato della propria carriera, nonché il suo maggior successo commerciale (un milione di spettatori in patria e ottimi incassi perfino negli Stati Uniti): Il matrimonio di Maria Braun, un'opera in cui la storia della Germania del secondo dopoguerra fa da cornice alle vicissitudini del personaggio eponimo (Hanna Schygulla), moglie del soldato Hermann Brain (Klaus Löwitsch), la quale userà il proprio fascino per intraprendere un'ambiziosa scalata sociale. Il connubio fra l'ascesa della protagonista e l'identità collettiva di una nazione renderà Il matrimonio di Maria Braun uno dei capisaldi del Nuovo Cinema Tedesco, anche in virtù della magnetica interpretazione della Schygulla, ricompensata con il premio come miglior attrice al Festival di Berlino.

Maria Braun
Il matrimonio di Maria Braun: un'immagine di Hanna Schygulla

4. Veronika Voss

Veronika Voss
Veronika Voss: un primo piano di Rosel Zech

Il matrimonio di Maria Braun sarà il titolo d'apertura di una trilogia sulla Repubblica Federale Tedesca basata su tre figure femminili: una trilogia che sarebbe proseguita nel 1981 con Lola, storia della chanteuse di un bordello (interpretata da Barbara Sukowa), e conclusa nel 1982 da Veronika Voss, con Rosel Zech nel ruolo del titolo. Ritratto di una ex-diva degli anni Trenta caduta in disgrazia dopo il crollo del Terzo Reich ma ancora prigioniera del culto di se stessa, Veronika Voss costituisce una sorta di rivisitazione fassbinderiana di Viale del tramonto di Billy Wilder, incentrata su una figura decadente risucchiata in una spirale di autodistruzione. Uscito nelle sale neppure quattro mesi prima della sua morte, il film sarebbe valso a Fassbinder l'Orso d'Oro al Festival di Berlino 1982.

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5. Querelle de Brest

Querelle 1982
Querelle de Brest: un'immagine del film

È invece una pellicola postuma Querelle de Brest, completato da Rainer Werner Fassbinder subito prima della sua scomparsa e presentato poi alla Mostra di Venezia 1982. Tratto dall'omonimo romanzo di Jean Genet, si tratta di uno dei cimenti più originali ed 'estremi' del regista tedesco, al punto da lasciar intuire una potenziale svolta (purtroppo mai proseguita) in direzione di uno stile sempre più surreale ed espressionista. In una Brest iperstilizzata, caratterizzata da scenografie barocche e da cromatismi accesi e antirealistici, si sviluppa la vicenda del marinario Georges Querelle (l'attore americano Brad Davis), al cuore di un groviglio di rivalità, attrazioni e ossessioni che coinvolgono anche il tenente Seblon (Franco Nero) e Lysiane (Jeanne Moreau), tenutaria di un bordello. Fra un'omosessualità vissuta come strumento di sopraffazione e il disincanto nell'illustrare la ferocia delle passioni umane, Querelle de Brest sarebbe rimasto il folgorante punto d'arrivo di una filmografia ricchissima, ma che si è interrotta drammaticamente presto.

Querelle
Querelle de Brest: un profilo di Brad Davis

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