Quando nel 2011 è stata annunciata la produzione di un remake di Point break, Punto di rottura, il cui progetto in realtà girava già da diversi anni ad Hollywood, sono stati in molti a storcere il naso. Il lavoro di Kathryn Bigelow è infatti divenuto uno dei film di culto dei primi anni Novanta e nel tempo ha guadagnato sempre più estimatori, venendo rivalutato anche da chi nell'immediato non lo apprezzò granché (la "bibbia del cinema" Variety lo stroncò e Metacritic, prendendo in considerazione le recensioni dell'epoca, gli attribuisce un punteggio del 58%).
Fin dall'inizio, in tanti si chiesero se in questo caso specifico un remake potesse realmente avere senso e ora che il nuovo film diretto da Ericson Core è arrivato nelle nostre sale, per capire meglio l'operazione che si è cercato di portare avanti, può essere interessante riflettere sulle differenze principali tra i due film. I cinque punti sviluppati qui sotto sono connessi tra loro, tutti in qualche modo legati a quella che potremmo definire una logica dell'eccesso.
1) Lo sport e l'azione portati agli estremi
Come in diversi altri casi nella recente produzione hollywoodiana, se si vuole rifare un film o proseguire una saga del passato (che si tratti di un remake, di un reboot, di un sequel o, secondo una definizione già proposta qui su Movieplayer in un precedente articolo, di un rebequel) il punto di partenza è rappresentato dall'estremizzare alcuni elementi già presenti nei film precedenti. Questa tendenza di recente è stata resa in maniera particolarmente esplicita in Jurassic World, dove l'enfasi posta sul tema delle attrazioni sempre più imponenti del parco giurassico conduce a stabilire un parallelismo tra le esigenze dei visitatori mostrati nel film e quelle degli spettatori dei multiplex contemporanei, alla costante ricerca di stimoli sempre più forti e sequenze d'azione più sbalorditive. Ebbene, se in Jurassic World i dinosauri e la struttura del parco erano sensibilmente più grandi e in Star Wars: Il risveglio della forza la base Starkiller era ben più imponente della Morte Nera di Guerre stellari (la differenza ci viene persino mostrata con una comparazione grafica, seguita da una battuta di Han Solo che si fa strizzatina d'occhio), in Point Break si è deciso di aumentare notevolmente il numero di sport estremi praticati dai protagonisti: non solo surf e in misura minore paracadutismo, come nel primo film, ma anche motocross, snowboard, alpinismo, free climbing e volo in wingsuit. Nel film di Kathryn Bigelow, in una breve scena ambientata nella casa di Bhodi, si suggeriva attraverso alcune fotografie che il personaggio interpretato da Patrick Swayze amasse cimentarsi in altri sport estremi; nel nuovo film tutto questo non viene lasciato all'immaginazione: nulla è destinato a rimanere fuori campo, ogni cosa viene mostrata e resa esplicita.
2) Più scene d'azione ma niente soggettive e macchina a mano
Quanto detto finora fa sì che nel film di Ericson Core (direttore della fotografia alla sua seconda regia dopo Imbattibile, un dramma sportivo del 2006 interpretato da Mark Wahlberg) ci si concentri in grandissima parte sulle sequenze spettacolari, vero e proprio cuore nonché motore narrativo di Point Break. Certo, anche il film della Bigelow contava su diverse scene d'azione, ma nel remake ce ne sono molte di più e sono quasi tutte dedicate agli sport estremi, mentre in Point Break, punto di rottura alcuni dei momenti di maggiore impatto erano dedicati a inseguimenti in macchina o a piedi e alle rapine in banca. Nel film del 1991 inoltre, allo scopo di immergere lo spettatore all'interno dell'azione, si ricorreva con sistematicità (e gran classe) a due stratagemmi stilistici ricorrenti - marchi di fabbrica di Kathryn Bigelow - che nel nuovo film sono completamente assenti: la soggettiva e la ripresa con macchina a mano. Nel nuovo Point Break, invece, le scene d'azione sono sempre girate da un punto di vista esterno, con uno stile di regia che ricorda quello televisivo utilizzato per riprendere "oggettivamente" le gesta degli atleti.
3) Global vs. Los Angeles
Altra differenza che salta subito all'occhio tra i due film, anch'essa legata alla rappresentazione nel film di Core di un gran numero di sport estremi, è legata all'ambientazione. Se il film originale si svolgeva interamente a Los Angeles, eccezion fatta per la breve parte finale australiana, Point Break nel seguire i protagonisti alla ricerca dei luoghi ideali per svolgere le loro azioni ci porta in giro per il mondo, in ben 11 paesi e quattro continenti diversi. Anche in questo caso, nel nuovo film viene mostrato e portato agli estremi ciò che in Point Break, punto di rottura rimaneva fuori campo, accennato en passant in un particolare momento del film (in Australia, Utah dice a Bodhi di averlo cercato per tutto il Messico, di aver trovato un suo passaporto all'Isola di Sumatra e di averlo mancato di poco alle Isole Fiji).
4) Utah, Bodhi e l'agente Pappas
I personaggi di Bodhi e Utah presentano alcune differenze rispetto a quelli del film della Bigelow. In Point Break Utah/Luke Bracey non è una promessa del football entrata nell'FBI a seguito di un infortunio ma un campione di motocross che decide di cambiare vita a causa di una tragedia ("Utah" non è neppure il cognome del protagonista ma un soprannome datogli dai fan di Youtube), mentre la spiritualità di Bodhi/Edgar Ramirez è più esplicitamente legata a una visione del mondo ambientalista e antisistema portata fino alle conseguenze più estreme. Per di più, il gruppo di atleti/criminali non effettua ciclicamente delle rapine per finanziare le proprie attività sportive ma, non avendo problemi economici di sorta, si propone di sfidare apertamente il capitalismo occidentale. Se il rapporto tra Bodhi e Utah - curiosamente proposti a look invertito rispetto all'originale: Utah è biondo e Bodhi è moro - ha comunque uno spazio di rilievo, molto meno approfonditi sono i legami tra Utah e altri personaggi. La priorità accordata allo spettacolo degli sport estremi ha infatti avuto come inevitabile conseguenza il sacrificio del ruolo dell'agente Pappas, personaggio molto importante nel primo film e qui del tutto secondario.
5) La protagonista femminile: Samsara e Tyler a confronto
Un personaggio in parte sacrificato ma anche notevolmente cambiato è invece quello femminile principale. La Samsara/Teresa Palmer di Point Break infatti è molto diversa rispetto alla Tyler/Lori Petty del film originario. L'unico elemento in comune tra loro è che entrambe, oltre ad avere una relazione con Utah, hanno rapporti con il gruppo capitanato da Bhodi. Samsara è infatti molto lontana dalla "femminilità androgina" propria di Tyler, una figura femminile dalla spiccata sensibilità ma anche determinata e fisicamente forte, ricollegabile a caratteristiche che nella tradizione hollywoodiana, perlomeno dall'affermazione del cinema sonoro fino alla fine degli anni Ottanta, sono state essenzialmente appannaggio delle figure maschili. Nel cinema della Bigelow, Tyler si avvicina molto alla Mae de Il buio si avvicina (1987) o alla Mace di Strange Days (1995): due personaggi per diversi aspetti vicini e i cui nomi, non a caso, si differenziano per la sola aggiunta di una consonante.
Sempre a causa del dominio della dimensione spettacolare, inoltre, in Point Break il rapporto tra Samsara e Utah non è approfondito come lo era quello tra Lori Petty e Keanu Reeves e nel film di Ericson Core lo spazio dedicato a Samsara è minore rispetto a quello di cui godeva Tyler in Point Break. In ogni caso, a differenza dell'agente Pappas, Samsara ha comunque un ruolo di una certa importanza nell'economia generale del remake e, in fondo, è protagonista dell'unico vero colpo di scena del film.