Dopo l'insolito applauso partito al termine della proiezione stampa romana di Perfetti sconosciuti (in sala dall'11 febbraio in oltre 500 copie), Paolo Genovese e il nutrito cast del film - Giuseppe Battiston, Anna Foglietta, Marco Giallini, Edoardo Leo, Valerio Mastandrea, Alba Rohrwacher e Kasia Smutniak - hanno dato vita a delle divertenti gag in conferenza stampa mostrando svelando i retroscena di un progetto più ardito del solito.
L'entusiasmo dei critici e degli attori stessi lascia presagire bene per le nuove commedie italiane dopo un generale periodo di pigrizia da parte di sceneggiatori e produttori, in primis, che aveva dato vita a prodotti preconfezionati in serie.
Una nuova cena
Il film ricorda molto I nostri ragazzi di Ivano De Matteo e Il nome del figlio di Francesca Archibugi. Perché hai scelto di seguire le orme dei tuoi colleghi?
Paolo Genovese: E' molto difficile oggi trovare delle storie originali. A fare la differenza è il punto di vista. Abbiamo trovato l'espediente del gioco del cellulare che doveva far parte di una sola scena ma poi è diventato uno strumento fertile per raccontare il nostro presente. L'idea era quella di far partecipare alla cena lo spettatore in veste di ottavo commensale.
Perché lo smartphone, secondo te, assume una tale importanza?
Perché oggi, come dice un personaggio nel film, siamo più frangibili. Fino a vent'anni fa i nostri segreti erano custoditi nelle nostre menti. Oggi li abbiamo affidati ai cellulari trasformandoli in un tallone d'Achille, e non solo per quanto riguarda i tradimenti.
Il gioco delle coppie
Secondo quali criteri sono state formate le coppie del film?
Paolo Genovese: Io voglio sottolineare quanto sono orgoglioso di questo cast. Poi abbiamo immaginato chi potesse fare cosa e queste scelte sono il frutto dei racconti con gli altri sceneggiatori.
Valerio Mastandrea: Io ho parlato molto con Paolo prima del film perché ero molto titubante prima delle riprese. Oggi devo dire che sono molto soddisfatto perché sono riuscito ad andare oltre certe mie rigidità, tipo la scelta di alternare film drammatici e commedie, e a capire che se uno è capace di entrare in sintonia con attori e regista il risultato può essere molto piacevole.
Edoardo Leo: Noi attori abbiamo aggiunto molto poco in termini di improvvisazione perché partivamo da partitura certa. A volte si improvvisa per mancanze di idee ma in questo caso il progetto era molto solido e i personaggi ben definiti. Conoscendoci da molti anni l'unico pericolo era quello di non dire la propria opinione in virtù del rispetto reciproco ma siamo riusciti a spogliarci anche da quel tipo di ansia.
L'oggetto del contendere
Ma voi attori lo fareste mai un gioco di questo tipo?
Anna Foglietta: No! Lo trovo stupido e credo che sia normale che venga fuori qualcosa. Nel film agisce come un pretesto per invogliare il pubblico a smetterla di sublimare sempre questi dispositivi e ne faccia un uso consapevole. Speriamo invece che le persone che lo vedranno possano immedesimarsi scelgano di dirsi le cose e di prendere di petto la vita.
Lei è stato uno dei primi registi a sperimentare l'utilizzo di Periscope in Italia, cosa ne pensa dei social network?
Paolo Genovese: Il film non è accusatorio nei confronti dei social ma del modo in cui vengono utilizzati che possono essere infiniti.
L'omosessualità fuori dal raccordo
Una curiosità, perché far interpretare il gay all'unico attore non romano?
Paolo Genovese: Mi sembrava che Giuseppe fosse giusto per il ruolo, tutto qua! L'alternativa sarebbe stata Kasia ma non ci sembrava il caso.
Giuseppe Battiston: Forse perché a Roma su certe cose non si scherza oppure per vedere che effetto fa un frocio fuori dal raccordo.
Paolo Genovese: A parte gli scherzi, con la figura dell'omosessualità volevamo dire la nostra sul tema delle unioni civili. In sceneggiatura c'era anche un riferimento diretto alla questione ma non c'è sembrato il caso di ribadire il concetto.
L'omaggio a Ettore Scola
Quanto c'è in questo film di Ettore Scola?
Paolo Genovese: Domanda complicata. Di Ettore Scola e di quel modo di fare cinema mi piacerebbe che ci fosse il giusto compromesso tra dramma e commedia. La vera commedia, la sua essenza, non è quella che fa solo ridere ma nella cui natura è insita anche la drammaticità.
Credete che il pubblico sia stanco delle commedie fotocopie degli ultimi anni?
Edoardo Leo: Per troppo tempo ci siamo soffermati a pensare che cosa potesse piacere al pubblico e ci siamo dimenticati di fare buoni film.
Valerio Mastandrea: Si studiano sempre i gusti del pubblico dimenticandosi che anche gli spettatori studiano ciò che gli viene offerto.
L'uscita a San Valentino
Il film uscirà l'11 febbraio, a qualche giorno da San Valentino. Sicuri che è il film giusto?
Kasia Smutniak: Io odio il San Valentino per cui credo che questo sia il film perfetto!
Alba Rohrwacher: Condivido a pieno il pensiero di Kasia.
Marco Giallini: Io invece a differenza loro ogni anno aspetto con ansia il San Valentino per i baci perugina. Poi se ami 15 donne invece di una sola come dice Fiorella Mannoia "chi ama non perde mai". Io sono fedele, voi fare come vi pare!