Perché Better Call Saul è meglio di Breaking Bad

La quinta stagione di Better Call Saul è appena finita e, benché manchi ancora la sesta per chiudere il cerchio, possiamo dire già da ora che ha superato la serie madre Breaking Bad.

Breaking Bad: un wallpaper per la quinta stagione
Breaking Bad: un wallpaper per la quinta stagione

Professore di chimica di giorno e signore della droga di notte. Dentro a un camper parcheggiato in mezzo al deserto, o in un laboratorio sotterraneo, Walter White, protagonista di Breaking Bad, è diventato un'icona televisiva. Di più: un'icona pop. Battute come "I am the one who knocks" sono entrate nel linguaggio comune. Non ci sono dubbi: la serie creata da Vince Gilligan è una delle più importanti e amate di sempre. Eppure qualcuno la sta superando.

Introdotto nell'episodio numero otto della seconda stagione di Breaking Bad (intitolato proprio Better Call Saul), l'avvocato Saul Goodman sembrava quel personaggio stravagante e brillante in grado di prendere su di sé la "linea comica" - come direbbero gli sceneggiatori di Boris - e regalare un sorriso in una serie altrimenti molto cupa. Cravatte e camicie dai colori sgargianti, ciuffo tinto, pose da spot pubblicitario: una maschera tragicomica in piena regola. Scritto da Peter Gould, Saul, anche grazie alla verve del suo interprete Bob Odenkirk, è diventato presto uno dei più amati della serie. A tal punto da meritarsi uno spin-off tutto suo.

Better Call Saul: in una scena della serie
Better Call Saul: in una scena della serie

Annunciata poco prima della fine di Breaking Bad, ad aprile 2013, Better Call Saul, spin-off che è contemporaneamente un prequel e un sequel della serie madre, è arrivata su AMC (in Italia è disponibile su Netflix) a inizio 2015. Cinque anni e altrettante stagioni dopo, ha superato Breaking Bad. Nonostante manchi ancora la sesta per chiudere il cerchio, a meno che non si riveli una stagione disastrosa, Better Call Saul sta vincendo ai punti. Per diversi motivi.

Un inizio meno in salita

Ad alcuni sembrerà incredibile, ma molte persone non hanno mai finito di vedere Breaking Bad perché non sono riuscite a superare lo scoglio della prima stagione. Dopo l'intrigante episodio pilota, in cui viene introdotta l'idea del professore di chimica che, scoperto di avere un cancro, decide di usare le proprie conoscenze per sintetizzare droga e pagarsi così le spese mediche, i quattro successivi non sono altrettanto appassionanti. Effettivamente un po' lenti, i primi episodi della serie creata da Vince Gilligan impiegano diverso tempo a carburare, per entrare davvero nel vivo solo a fine stagione.

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Better Call Saul: il quad poster della stagione 2
Better Call Saul: il quad poster della stagione 2

Stessa cosa non vale per Better Call Saul: avvantaggiato dal fatto di mostrare un universo già ben definito e codificato, con protagonista un personaggio che il pubblico conosce benissimo e ama da tempo, lo spin-off può permettersi di giocare immediatamente su sfumature più raffinate, non dovendo introdurre dal nulla un mondo di cui lo spettatore già conosce le dinamiche e vuole sapere sempre di più.

Better Call Saul: tutte le citazioni di Breaking Bad

L'essere sia prequel che sequel

Better Call Saul 3: Bob Odenkirk nell'incipit della terza stagione
Better Call Saul 3: Bob Odenkirk nell'incipit della terza stagione

Prima che cominciasse, si è speculato molto sulla natura di Better Call Saul: sarebbe stato un prequel? Un sequel? Sarebbero apparse altre facce conosciute di Breaking Bad oltre a Saul? Peter Gould e Vince Gilligan sono stati ingordi (e molto lungimiranti), dicendosi: perché scegliere? La bellezza di Better Call Saul sta anche nella sua doppia natura: come in un film sperimentale, gli eventi ambientati dopo il finale della serie madre sono in bianco e nero, mentre quelli antecedenti sono a colori. Inutile dire che Bob Odenkirk, che tutti all'inizio amavamo principalmente per le doti comiche, è un attore in grado di interpretare qualsiasi tipo di emozione: in Better Call Saul fornisce almeno tre o quattro versioni diverse dello stesso personaggio. Qualcosa che prima avevano fatto solo John Noble in Fringe con lo scienziato Walter Bishop e Salvatore Esposito con Genny Savastano in Gomorra - La Serie.

La cura per la continuity

Better Call Saul: l'attore Jonathan Banks è Mike in Switch
Better Call Saul: l'attore Jonathan Banks è Mike in Switch

L'essere uno spin-off che è sia prequel che sequel richiede grande attenzione alla continuity: Better Call Saul fa la felicità dei fan più puntigliosi. E probabilmente la follia di segretari e segretarie di edizione. Tutto è curato nei minimi dettagli. Dagli oggetti ai vestiti degli attori. Siamo arrivati al punto che vedere la punta di uno stivale particolare racconta un intero universo. Gli spettatori più nerd avranno inoltre provato un discreto piacere quando, dopo El Camino - film che racconta le avventure di Jesse Pinkman (Aaron Paul), l'assistente di Walter White - ha fatto di nuovo la sua comparsa Ed, personaggio che ufficialmente ha un negozio di elettrodomestici e ufficiosamente crea nuove identità a persone che hanno l'esigenza di cambiare vita. Interpretato sempre da Robert Forster, è una delle ultime interpretazioni dell'attore, scomparso lo scorso ottobre.

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Silenzi che valgono più di mille frasi a effetto

Better Call Saul 3: Bob Odenkirk e Michael McKean nel finale di stagione
Better Call Saul 3: Bob Odenkirk e Michael McKean nel finale di stagione

Breaking Bad ci ha regalato diverse battute memorabili: la già citata "I'm the one who knocks", ma anche "Science, bitch!", "Say my name", "La familia es todo" e molte altre. Le frasi a effetto sono diventate un suo marchio di fabbrica. Better Call Saul va in direzione contraria: si prediligono i lunghi silenzi e le frasi da spot sono appunto lasciate agli spot pubblicitari di Saul. In Better Call Saul, come accade nella miglior scrittura televisiva (I Soprano e Mad Men, per fare due esempi), sembra sempre che non stia accadendo nulla, mentre invece accade tutto. Il silenzio qui non è un tempo morto, ma una diversa forma di dialogo: in ogni sguardo di Saul/Jimmy McGill (il suo vero nome) c'è tutto quello che possiamo immaginare e anche di più. Qualcosa che anche il migliore dei dialoghi non potrebbe eguagliare.

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La verosimiglianza

Partita molto cruda e realistica, con la precisa descrizione del decadimento fisico di Walter White, Breaking Bad a un certo punto ha virato verso la spettacolarità: una volta indossati gli occhiali da sole e il cappello di Eisenberg, Walter è diventato una specie di MacGyver, in grado di uscire da ogni tipo di situazione grazie a espedienti geniali, ma che sono diventati sempre più inverosimili. Non c'è niente di male, ma, anche qui, Better Call Saul sta seguendo la direzione opposta, concentrandosi meno sui colpi di scena e più sull'introspezione psicologica dei personaggi.

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Better Call Saul 5: Giancarlo Esposito nell'ultimo episodio

Se c'è un tratto distintivo di questo spin-off è l'ambiguità dei suoi personaggi: Walter White ha giocato molto sul fatto di essere una persona rispettabile che si fa sedurre dal Lato Oscuro. Saul Goodman e soci invece non sono mai stati brave persone al cento per cento: in Better Call Saul non sai mai cosa stia realmente pensando un personaggio. E quali siano le sue reali motivazioni. Una buona azione viene annullata da una cattiva e spesso si fanno scelte incoerenti, perché dettate da un'emotività irrazionale. Laddove Walter è diventato quasi un supereroe, Saul e soci sono umanissimi in tutti i loro difetti e contraddizioni.

Il paradiso dei villain

Breaking Bad ci ha regalato dei grandissimi antagonisti. Il folle Tuco (Raymond Cruz), il mefistofelico Hector "Tìo" Salamanca (Mark Margolis) e il suo campanello, ovviamente l'immenso e imperscrutabile Gus Fring di Giancarlo Esposito. Better Call Saul anche qui è avvantaggiato: accanto a tutti questi antagonisti strepitosi, che tornano e diventano di nuovo essenziali, si è permesso il lusso di aggiungerne di nuovi.

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Better Call Saul 5: Tony Dalton in una foto di scena

E qui arriva un piccolo capolavoro. In Breaking Bad, quando viene rapito da Jesse, Saul dice: "Ti manda Lalo? Io sono ancora amico del cartello! È stato Ignacio". Ebbene, quelli che allora erano soltanto due nomi in Better Call Saul sono diventati due personaggi. E che personaggi! Nacho Varga (Michael Mando) e Lalo Salamanca (Tony Dalton) nella quinta stagione sono incredibili. Tutti e due intelligentissimi, entrambi con una specie di "sesto senso" con cui fiutano il pericolo in ogni situazione, dotati di una agilità quasi animale. Se Varga ha però ancora qualche traccia di umanità grazie al padre, vera e propria ancora di salvezza per la sua anima, Lalo sembra la quintessenza del male.

Better Call Saul 3: Michael Mando nella terza stagione della serie
Better Call Saul 3: Michael Mando nella terza stagione della serie

Sorriso allo stesso tempo affascinante e diabolico, una passione per il cibo, il fumo e l'alcol raffinato, la capacità di inquadrare una persona nei primi venti secondi e una mente che va così veloce da non aver bisogno di dormire. Potrebbe essere tranquillamente un vampiro o un Sith: quando c'è in scena lui la tensione si taglia con il coltello. Sembra quasi di sentirne l'odore.

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Il personaggio di Kim

Eppure c'è un altro personaggio che è ancora più forte di Lalo. Se Better Call Saul sta superando Breaking Bad, forse lei sta superando lo stesso Saul: Kim Wexler è uno dei personaggi migliori della saga. No, troppo poco: è uno dei personaggi più belli e complessi mai visti in una serie tv. Il vero cuore di Better Call Saul. Creata appositamente per lo spin-off, all'inizio è semplicemente una collega di Jimmy, per cui l'uomo prova una forte attrazione. Da interesse amoroso del protagonista, Kim in cinque stagioni ha avuto un'evoluzione incredibile, degna di una tragedia greca.

Better Call Saul Stagione 4 5
Better Call Saul: Rhea Seehorn in una scena della quarta stagione

Coda a ricciolo, completi impeccabili, dura disciplina: l'avvocatessa Wexler nel suo lavoro è la più brava di tutti. Ha studiato il doppio degli altri, ha faticato il doppio degli altri: in questo modo si è costruita una carriera eccellente, ottenendo il rispetto dei colleghi e credibilità. Per molto tempo è rimasto un mistero perché sia attratta da Jimmy, che è invece il suo opposto: tanto è razionale e affidabile lei, tanto è emotivamente instabile e imprevedibile lui. Eppure insieme hanno una chimica pazzesca: se Jimmy ogni volta guarda l'abisso e ne torna con un pezzo di anima in meno, Kim sembra un monolite inscalfibile. Almeno fino a questa quinta stagione: a poco a poco, tutta la perfezione di cui si è circondata sembra non bastarle più. Il Lato Oscuro la affascina al punto da spingerla ad affrontare apertamente Lalo: ed è l'unica in grado di tenergli testa.

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Better Call Saul 5: Bob Odenkirk e Rhea Seehorn nel finale di stagione

Se fino a questa stagione eravamo sicuri che Kim sarebbe finita in modo tragico (d'altra parte in Breaking Bad non c'è e qualcosa di importante deve essere successo tra lei e Jimmy), ora tutta questa certezza non c'è più: lo sguardo preoccupato, quasi spaventato, di Saul quando lei gli propone di rovinare per sempre il collega Howard (Patrick Fabian) dice tutto. Chi è veramente Kim? All'inizio sembrava l'agnello sacrificale, il simbolo della perdita dell'innocenza di Jimmy McGill, e invece ora ha un potenziale enorme. Potrebbe davvero morire malissimo (lasciandoci inconsolabili in un mare di lacrime). Potrebbe invece allontanarsi da Jimmy, rendendosi conto che si è avvicinata troppo al fuoco. Potrebbe andare "full Daenerys" e lavorare per Lalo. Se c'è una cosa che sappiamo di Vince Gilligan e Peter Gould è che non fanno quasi mai la scelta più scontata.

Better Call Saul: Rhea Seehorn e Bob Odenkirk in una foto della terza stagione
Better Call Saul: Rhea Seehorn e Bob Odenkirk in una foto della terza stagione

Una cosa però è sicura: Rhea Seehorn, prima della serie AMC principalmente interprete teatrale, è un'attrice straordinaria. Per il ruolo di Kim deve vincere qualsiasi cosa: Emmy, Golden Globe, tutto. E, nell'attesa di vedere quale destino sia riservato al suo personaggio, speriamo fin da ora che, quando Better Call Saul sarà finito, faccia quanti più film e serie tv possibile. Spaventare, intenerire e sedurre con una sola alzata di sopracciglio non è da tutti.