Nope: vi spieghiamo cosa significa la scimmia Gordy nel film di Jordan Peele

Una storia (quasi) vera, la spettacolarizzazione del dramma, la tragedia di Cape Canaveral, il potere oscuro della TV: ecco perché lo scimpanzé Gordy è l'elemento fondamentale di Nope di Jordan Peele. Attenzione, l'articolo contiene spoiler!

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Nope: una foto dal set

Prima di tutto, due considerazioni: la prima, questo approfondimento contiene spoiler, e se non avete ancora visto il film, beh, allora leggetelo dopo averlo fatto. La seconda considerazione è invece intellettuale: pellicole come queste possono essere lette e rilette in modi infiniti, ed essenzialmente non c'è una lettura giusta e una lettura sbagliata. L'arte comunica ciò che noi vediamo, e Nope di Jordan Peele - come fatto con Scappa - Scappa - Get Out e Noi - è l'esempio perfetto di come il cinema può essere arte fluida, personale e dai significati sfaccettati. Una cosa, però è certa: se siete qui è perché vi state chiedendo quanto ci sia di vero dietro la scimmia Gordy, e soprattutto quanto l'episodio sia funzionale alla storia, che significato abbia nell'architettura narrativa. Anche perché è proprio Gordy ad aprire il film, tramite una sequenza magistralmente girata e osservata dal punto di vista del piccolo Ricky "Jupe" Park, che sarebbe poi diventato una sorta di imbonitore da circo nonché fulcro della trama - lo interpreta il bravo Steven Yeun. Andiamo con ordine, è il 1998, e in TV spopola la sitcom Gordy's Home. Nemmeno a dirlo, la star è proprio un adorabile scimpanzé beniamino del pubblico. Peccato però che un bel giorno, all'improvviso, da di matto e, come racconterà Jupe in modo distaccato anni dopo, aggredisce e stermina tutta la troupe e quasi tutti gli attori. Una partenza filmica pazzesca, sconvolgente ed esplosiva. Un mix di dramma, follia e disperazione. Una scintilla che accende Nope, e che ritroveremo poco prima del rivelatorio finale. Eppure, cosa centra Gordy con i cavalli di OJ ed Emerald e con l'alieno divoratore? Perché finiamo per empatizzare con lui, nonostante abbia sterminato una dozzina di persone? Perché la sequenza è quella che più ci è rimasta impressa alla fine del film? Proviamo a spiegarlo.

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Nope: un'immagine

LA STORIA VERA DELLA SCIMMIA TRAVIS

Innanzitutto, quella di Gordy non è una storia vera. O almeno, non del tutto. Jordan Peele nel novembre del 2014 twittò di aver avuto un incubo su uno scimpanzé, tanto da "svegliarsi in lacrime". Ma c'è di più. Nel 2009, a Stamford, Connecticut, avvenne un fatto simile, che fece presto il giro del mondo. Uno scimpanzé di nome Travis, allevato come un essere umano da Sandra Herold, aggredì Charla Nash, amica della donna, sfigurandola in modo irreversibile. Le ferite vennero definite orrende dai primi soccorritori: dopo ore di intervento la donna perse le mani, i tratti facciali, la struttura ossea del viso. La scintilla, per Travis, scattò perché la donna aveva in mano il suo giocattolo preferito, un Tickle Me Elmo. Si scoprirà poi che la scimmia, uccisa dall'agente di Frank Chiafari (che cadde in depressione per aver ucciso un animale) aveva assunto dello Xanax, proprio il giorno dell'incidente. Travis, come il Gordy di Nope, partecipò a diversi programmi TV e prese parte a spot, mentre Charla Nash rivelò il suo volto sfigurato da Oprah Winfrey; la stessa Oprah che viene spesso citata nel film come esempio di realizzazione.

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OPRAH E LA TRAGEDIA DI CAPE CANAVERAL

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Nope: un'immagine

Le similitudini sono finite? Macché: Charla Nash, prima di rivelarsi da Oprah, aveva un cappello velato, lo stesso indossato da una sopravvissuta (e deturpata) donna del cast di Gordy's Home, che ritroviamo tra il pubblico dello Star Lasso Experience di Ricky. Altra chicca: la sitcom immaginaria Gordy's Home è ambientata a Cape Canaveral, in Florida, dove nel 1986 gli USA hanno assistito live all'esplosione dello Space Shuttle Challenger. Come rivelato dalla sigla del finto show, pubblicata da Jordan Peele, la protagonista femminile della sitcom interpretava un'astronauta. La morale? Un animale non è un pupazzo, e una scimmia non può essere allevata come un bambino, né utilizzata per giochi circensi o pagliacciate televisive, naturalmente non dovrebbe mai assumere medicinali umani. Tantomeno lo Xanax.

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GORDY, LA CHIAVE PER CAPIRE NOPE

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Nope: una sequenza del film

Sì, ma dopo tutto questo, cosa c'entra Gordy con Nope? È proprio conoscendo questi dettagli che capiamo quanto lo sfortunato scimpanzé (è in CGI, tranquilli) sia la chiave dell'intero film di Jordan Peele. Il secondo flashback del film ci mostra che Rick è stato l'unico illeso dell'attacco, rielaborando il trauma a modo suo e traendone profitto, dato che ha allestito una sorta altare con i gadget di Gordy. Secondo Rick, la scimmia lo ha "scelto" ponendogli la zampa poco prima che venisse uccisa. Per l'uomo la connessione è diventata ossessione, e si è convinto che se fosse stato in grado di sopravvivere all'attacco dello scimpanzé, sarebbe stato in grado di sopravvivere ad un ipotetico incontro con gli alieni. Questo lo ha spinto a creare la sua Star Lasso Experience, in cui un cavallo vivo attira un UFO. Uno show, un circo, animali ammaestrati e spettacolarizzazione del dolore. Jordan Peele ha citato come ispirazione King Kong e Jurassic Park. Due simboli, iconici "mostri" che rappresentano l'insano desiderio dell'umanità di agire come se fosse Dio.

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IL DRAMMA IN PRIME TIME E LA TV, OVVERO L'OBLIO DEL PENSIERO

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Nope: un'immagine

Questo ad enfatizzare - oggi in particolar modo - l'usanza di tramutare tutto in spettacolo, e che la compatibile sfuriata di Gordy avvenga in uno studio TV è alquanto emblematico. Tramite le immagini televisive immagazziniamo le emozioni legate agli eventi, digerendo solo quello che vogliamo. Il resto? Lo sputiamo come l'enorme animale alieno sputa gli oggetti indigesti. "Ha cercato di domare un predatore", dice OJ, dopo che il mostro ha divorato Rick, che ha colpevolmente ignorato la sua natura distruttiva. Per questo, la scimmia Gordy, con cui finiamo per empatizzare, oltre ad essere un tratto di alto cinema, manifesta il ciclo della violenza, perpetuata e addirittura invocata dalla società civile, che non è propensa all'elaborazione - e quindi al pensiero libero - bensì è schiava delle ferocia da guardare con gli occhi sgranati. Per questo la scena, che sembra estemporanea, è invece un guizzo fondamentale, legandosi indissolubilmente all'intera narrazione di Nope. Perché nel film non c'è nulla di più sconvolgente di quei "sei minuti e mezzo di caos" nella casa di Gordy.

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