Recensione di Natale a 5 stelle: Netflix e Vanzina tra politici, cadaveri e sberleffi

La recensione di Natale a 5 stelle, il primo film di Natale targato Netflix, scritto da Enrico Vanzina e diretto da Marco Risi.

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Natale a 5 stelle: Ricky Memphis e Massimo Ghini in una scena

Non chiamatelo cinepanettone, e in questa recensione di Natale a 5 stelle noi non lo faremo, d'altronde l'ha ribadito anche Enrico Vanzina, che questo film targato Netflix lo ha scritto con il fratello Carlo prima che lo scorso luglio le sue condizioni di salute si aggravassero e morisse, cedendo la regia all'amico Marco Risi. Zero moralismi e spazio alla farsa che spara a zero su politici cialtroni e traditori. Gli intenti di Natale a 5 stelle saranno anche questi, ma la sensazione a fine visione è di ritrovarsi davanti al classico canovaccio della vecchia commedia natalizia.

Pur limitando, ma non evitando del tutto l'uso di certe volgarità e di scontatissimi meccanismi drammaturgici, il primo film di Natale in uscita su Netflix, salita a bordo dopo l'ingresso di Lucky Red, non riesce a portare a termine le premesse. A partire dal soggetto iniziale, la brillante commedia teatrale di Ray Cooney Out of Order, stravolto a favore di una contestualizzazione nella politica del Bel Paese, che non sempre funziona risultando forzata e posticcia.

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Natale a 5 stelle: in una scena del film

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Il solito canovaccio comico

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Natale a 5 stelle: Massimo Ghini e Martina Stella in una scena del film

Enrico Vanzina da indiscutibile conoscitore del linguaggio e della grammatica del genere, fa il suo in questo film, ma le rocambolesche disavventure messe in scena hanno un sapore datato e la satira finisce per essere grossolana e superficiale.
La trama ruota attorno ai soliti ingredienti: storie di corna, donne tradite o all'occorrenza desiderate e allora rigorosamente in lingerie e chiappe al vento, scambi di persona, equivoci, armadi che si chiudono e si aprono per nascondere l'amante di turno, camerieri in papillon, politici mascalzoni e voltagabbana, con il vizietto delle belle donne.

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Natale a 5 stelle: una scena con Martina Stella e Ricky Memphis

Alla berlina senza troppi filtri il "governo del cambiamento" con il cast chiamato ad interpretatare tutti i suoi esponenti reali, nero su bianco con tanto di nomi e cognomi o allusioni molto poco velate: c'è un Presidente del Consiglio Massimo Ghini, nel quale non è difficile ritrovare il premier Conte, in visita ufficiale in Ungheria, costretto a destreggiarsi tra la propria amante Giulia Rossi (Martina Stella), bionda e prorompente esponente del PD - una "donna del fare" a cui il partito ha imposto degli occhiali da vista finti "perché fanno meno gnocca e più intellettuale" -, una moglie repressa Paola Minaccioni e pronta a lasciarsi andare al sesso selvaggio con il portaborse Walter Bianchini (Ricky Memphis), lo spread che sale, le telefonate con Gigi e Matteo e un improbabile inviato delle Iene (Riccardo Rossi) travestito da Babbo Natale a caccia di scoop. Tutti chiusi per gran parte della durata del film in un Grand Hotel, in compagnia di un cadavere...

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Satira politica?

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Natale a 5 stelle: una scena con Massimo Ghini e Ricky Memphis

Nel mezzo ci finiscono anche la storia del falso curriculum di Conte con studi a Harward, Macron ("Ma gli extra a Macron glieli facevate pagare?", rivolgendosi al responsabile dell'albergo), Renzi ("Il più grande contaballe del dopoguerra"), il patto del Nazareno, gli Spada e persino Rocco Siffredi in un cameo, mentre palpeggia una sua ammiratrice, lui sì che "tiene alta la bandiera italiana nel mondo".
Ma Natale a 5 stelle è una commedia stanca e invecchiata ridotta a caricatura di se stessa, un ritratto sommario e approssimativo in cui il sottotesto politico risulta fiacco e poco incisivo, affidato ad una satira politica che lesina ferocia e piccati sberleffi al potere e opta per una più morbida presa in giro.

Manca inoltre agli attori nel cast la carica comica dei grandi mattatori, eccezion fatta per Biagio Izzo, l'unico capace di strappare qualche risata in più grazie ad un'arte comica che sa bene come gestire.
Tutto già visto e sentito in una baraonda di equivoci e battute malriuscite che non aggiungono forza alla narrazione.

Movieplayer.it

2.0/5