La colonna sonora di un film, nonostante sia un elemento tuttora inspiegabilmente spesso sottovalutato anche da critici ed esperti, ha il grande potere di impreziosire o al contrario persino rovinare il lavoro compiuto dal regista, enfatizzando o smorzando atmosfera ed emozioni create sul grande schermo. Sono pochi i registi che si assumono veramente in prima persona il complicato incarico di scegliere le canzoni da utilizzare, riuscendo ad andare oltre il semplice compito di fare da sottofondo alla narrazione o proporre brani accattivanti ma spesso fuori contesto. C'è chi invece sa, con grande bravura e talento, fondere musica e immagini in modo unico, sfruttando le due forme d'arte al meglio e in perfetta sincronia, rendendo impossibile alla propria opera non lasciare un segno più profondo e spesso indelebile nella mente e nell'animo dello spettatore.
Ci è riuscito in passato Cameron Crowe, in modo scanzonato e divertente è stato un risultato ottenuto anche da Guardiani della Galassia, e il recente Boyhood di Richard Linklater probabilmente non sarebbe lo stesso senza le scelte musicali compiute; e ora ci ha pensato Xavier Dolan con il suo Mommy ad aggiungere un nuovo titolo alla lista di lungometraggi in grado di rendere felice ogni cinefilo appassionato di colonne sonore, grazie a dei brani che sostengono con grandissima forza i momenti chiave della storia, riflettendo alla perfezione i sentimenti dei protagonisti e dando una voce ai loro pensieri.
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Scelte musicali ben integrate nella trama
Un po' come accaduto nel film targato Marvel, in Mommy si può vedere una compilation, questa volta non su audiocassetta ma in CD e, partendo da questo oggetto ben inserito nella trama, viene dato spazio a una serie di alcune canzoni che hanno segnato gli anni Novanta. La vita di Steve, di sua madre "Die" e della loro vicina Kyla viene così scandita dalla musica che, senza mai essere invadente o ridondante, contribuisce a dare forma ad alcune delle sequenze maggiormente efficaci e originali del film canadese. La tracklist della colonna sonora di Mommy, che si avvale anche delle composizioni originali di Eduardo Noya, è composta da poco più di una decina di tracce ma è ben equilibrata, tra ballate e ritmi dance, dai testi adatti, e piacevole anche al semplice ascolto.
Note in grado di creare un'atmosfera adatta agli eventi
Le note delle strumentali Experience (In A Time Lapse), di Ludovico Einaudi con il suo meraviglioso crescendo di archi e pianoforte scelto per un passaggio fondamentale della trama, di L'estate, RV 315 di Vivaldi, e la delicata Childhood, composta da Craig Armstrong, sanno costruire un'atmosfera intensa e suggestiva. Al contrario, Blue (Da Ba Dee) degli Eiffel 65, tormentone estivo ben conosciuto da chi era un teenager negli anni Novanta, dà una sferzata di energia. Ben più malinconiche le emozioni suscitate da White Flag di Dido e dalla delicata Building a Mystery cantata da Sarah McLachlan, presenze comunque discrete e non in primo piano. Non è difficile individuare il motivo per cui ci sia spazio nella quotidianità creata da Dolan per Welcome to My Life della band canadese Simple Plan: la canzone è perfettamente in linea con la situazione e la personalità di Steve e ne riassume senza troppa difficoltà il suo isolamento dai coetanei e la diversità, sempre in precario equilibrio tra gioia e scatti di violenza.
Le canzoni che rendono memorabili i momenti più importanti
Sono però cinque i brani su cui ruotano le sequenze più importanti di Mommy.
On ne change pas, interpretata dall'inconfondibile voce di Céline Dion, è stata inserita durante una serata in cui i tre protagonisti, lasciandosi andare insieme al canto senza preoccupazioni, sembrano finalmente in grado di ritrovare un qualche tipo di felicità dopo tanta sofferenza, gettando le basi per una nuova forma di famiglia, atipica e al di fuori da ogni tradizione e convenzione.
Le note di Colorblind dei Counting Crows creano poi un'opposizione interessante tra musica e immagini sottolineando uno dei momenti in cui Steve si lascia andare a gesti liberatori nel parcheggio di un supermercato mentre il testo e le note struggenti della canzone diventano quasi una celebrazione di una purezza e di un'innocenza forse ormai perduta.
E' invece Wonderwall, brano iconico degli Oasis, ad accompagnare una delle invezioni stilistiche più brillanti di Xavier Dolan: lascia infatti senza fiato la corsa a bordo dello skateboard di Steve che sa creare un crescendo di emozioni culminanti in un allargamento, metaforico e reale, dell'orizzonte grazie a un cambio di formato dell'inquadratura gestito con creatività e intelligenza.
Un finale musicale di grande impatto emotivo
Se On ne change pas giungeva al culmine di una serata all'insegna dell'ottimismo, Vivo per lei enfatizza uno dei momenti più bui del protagonista che sceglie al karaoke proprio il duetto di Andrea Bocelli e Giorgia per dedicare una canzone alla madre. Nell'assistere alla performance dal risultato devastante dal punto di vista emotivo si percepisce in modo chiaro il significato profondo che quell'attimo aveva per il giovane Steve e la sua sofferenza nell'accorgersi dell'indifferenza di Die, sentimenti che ben presto minano le sue sicurezze e speranze. A rimanere impressa a lungo nella mente è però Born to Die: la particolare vocalità di Lana Del Rey accompagna gli ultimi minuti del film e l'inizio dei titoli di coda, enfatizzando la continua lotta tra luci e ombre che animano la giovane vita di Steve, ormai privo anche del legame con un elemento così semplice e al tempo stesso importante come una compilation da ascoltare durante le sue giornate. La consapevolezza cupa e malinconica dell'inevitabile destino che attende ognuno di noi non rende però meno forte la celebrazione dell'amore come fonte di felicità, libertà e speranza nella propria vita e l'invito a lasciarsi andare alla passione e alle emozioni. Passaggi del suo testo come "Don't make me sad, don't make me cry Sometimes love's not enough when the road gets tough I don't know why" si fondono senza sbavature con Mommy, imprimendone a lungo nella memoria dello spettatore gli ultimi fotogrammi e la disperata dolcezza che anima la storia.
Conclusione
La colonna sonora di Mommy è un elemento essenziale e determinante per la buona riuscita del film. Le scelte compiute, stilisticamente impeccabili, valorizzano con sapienza le immagini, confermando l'innegabile talento di Xavier Dolan, dimostrato anche in passato, nel creare un'opera in grado di integrare forme artistiche diverse per dare forma a film esteticamente originali ed emotivamente coinvolgenti.