Merlin: una riscrittura televisiva del mito arturiano

Il mito di Re Artù torna in televisione in una serie inglese, prodotta dalla BBC, che focalizza la sua attenzione su un giovane Merlino.

La leggenda di Re Artù, con tutti i miti che comprende, ha ispirato numerosi autori in ogni ambito creativo, dalla letteratura al cinema ed alla TV. E' proprio il mezzo televisivo a raccontarci nuovamente il mito, partendo questa volta dalla figura di Merlino, in una serie TV che proprio dal famosissimo mago prende il nome: Merlin.
Dopo l'omonimo film per la televisione prodotto in USA nel 1998, nel quale era Sam Neill ad intepretare il mago del titolo, questa volta è la BBC a cimentarsi con la storia arturiana realizzando una serie la cui prima stagione di tredici episodi ha preso il via il 20 settembre scorso ed ha appena concluso la sua avventura televisiva in Inghilterra. L'idea per la serie è stata sviluppata da Julian Murphy e Johnny Capps della Shine, gli stessi della serie fantastica Hex, a cui il responsabile fiction della BBC, Jane Tranter, ha commissionato la produzione con l'intenzione di realizzare qualcosa di adatto a tutta la famiglia, battendo la concorrenza di un progetto simile pensato per la domenica sera da Chris Chibnall.
Dopo una preproduzione iniziata nel 2006, le riprese della serie sono iniziate nel marzo del 2008 in location divise tra il Galles e la Francia e sono state completate dagli effetti speciali realizzati da The Mill, la stessa ditta che si è occupata della serie Doctor Who ed il suo spin-off.

Dal punto di vista della storia, Merlin usa come spunto le leggende arturiane ma non le segue passo passo, prendendo le mosse dall'arrivo di un giovanissimo Merlino alla corte di Camelot, dove il Re Uther Pendragon ha bandito la magia ed imprigionato l'ultimo drago. Merlino ha incredibili doti magiche e viene preso in custodia dal medico di corte Gaius, uno dei pochi a conoscenza del segreto del mago in erba, ma viene a sapere proprio dal Drago imprigionato nei sotterranei della città che il suo destino è di proteggere il giovane ed arrogante principe Artù, con il quale ha già avuto un incontro/scontro e con il quale non ha un rapporto propriamente idilliaco. In questa versione del mito, quindi, Merlino ed Artù sono quasi coetanei, mentre la versione classica della storia prevede il mago molto più anziano del re; ma non è l'unica differenza dalla tradizione, che vorrebbe lo stesso Re Artù come fondatore di Camelot, mentre qui è preesistente alla storia che ci viene raccontata: anche gli altri personaggi ed elementi classici della storia di Re Artù che sono stati inseriti nella vicenda, da Lancillotto a Ginevra e Mordred, ricoprono ruoli diversi da quelli a cui siamo abituati.
Sebbene si faccia riferimento ad Albione (antico nome della Gran Bretagna), la serie si mantiene ambigua per quanto riguarda la sua ambientazione, non specificando mai nè il periodo storico nè il luogo in cui si svolge la vicenda, mantenendosi quindi slegata dalla storia inglese, senza preoccuparsi di fornire una coerenza storica nè dal punto di vista delle scenografie, che dei costumi ed in generale di ogni elemento del background.
Differenze ed ambiguità che faranno storcere il naso ai cultori del mito, ma che non compromettono il risultato finale. Merlin, infatti, si dimostra un prodotto interessante e piacevole, sia grazie alla sua realizzazione tecnica di tutto rispetto, sia per merito di un cast ben assortito che accanto ai giovani Colin Morgan e Bradley James, rispettivamente nei ruoli di Merlino ed Artù, vede la presenza di Anthony Head, il Giles di Buffy - L'ammazzavampiri, nel ruolo di Re Uther Pendragon, Michelle Ryan nei panni di Nimueh, il Santiago Cabrera di Heroes come Lancillotto e con la presenza di John Hurt come voce del Drago (un dettaglio, questo, che il pubblico italiano non potrà apprezzare).

Dal punto di vista dell'accoglienza, Merlin ha ottenuto discreti ascolti in patria, non arrivando alle vette di Doctor Who, ma oscillando intorno ai sei milioni di spettatori per tutta la sua durata (con punte sui sette milioni per il primo episodio The Dragon's Call e per il decimo The Moment of Truth), eguagliando quelli di serie con target simile come Robin Hood. I risultati ottenuti hanno permesso la conferma della serie per una seconda stagione da produrre nel corso del 2009, e ne hanno spianato da subito la strada per l'esportazione, facendo sì che la programmazione da parte di Italia Uno seguisse di soli due giorni la fine di quella originale e preparando un debutto in USA per gennaio 2009.