Un tempo era la fidanzata d'America. Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti e dopo essere stata per oltre un decennio la regina delle commedie romantiche, Meg Ryan ha fatto un passo indietro. Prima ha cominciato a comparire in progetti indie, film difficili, qualche ruolo controverso che ha mutato la sua immagine di fronte ai fan, poi ha scelto di scomparire dal radar di Hollywood. Eppure quando ce la troviamo davanti a Locarno, dove è approdata per ricevere il Pardo alla Carriera, il tempo sembra essersi fermato. Meg Ryan oggi è ancora bionda e spumeggiante come un tempo e sorride divertita di fronte alle tradizioni del festival, compreso l'improvviso acquazzone che ha colpito la Piazza Grande poco prima che salisse sul palco. "Essere premiata da un festival così generoso è stato fantastico" esordisce. "È divertente essere di fronte a tante persone e sentire che tutti amano il film. L'altra sera tremila persone si sono spostate dall'aperto al chiuso perché pioveva, poi mi hanno portato in piazza e molta gente era ancora lì, con gli ombrelli e gli impermeabili, che aspettava l'inizio del film".
L'etichetta di ragazza della porta accanto resterà incollata addosso a Meg Ryan per sempre proprio per la naturalezza con cui si rivolge all'interlocutore, per quell'entusiasmo tutto americano, ma anche per la sincerità con cui affronta il racconto di momenti delicati della sua vita, come il divorzio da Dennis Quaid che nomina con affetto. Sarà perché l'idea di diventare una star di Hollywood non era nei suoi progetti, come confessa: "Se ripenso al mio esordio mi sembra un milione di anni fa. Ricordo che ero molto confusa. Studiavo giornalismo all'università e per pagarmi gli studi ho cominciato a fare la modella e girare spot. Mi sono presentata ai provini della soap _Così gira il mondo e ho avuto il ruolo. Ricordo il primo giorno sul set, non ero abituata a memorizzare le battute, non sapevo come funzionava la televisione e non sapevo come comportarmi"_.
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Dalla fidanzata d'America alla donna torbida e sensuale di In the Cut
Il suo look, copiato dalle ragazze di mezzo mondo, ha permesso a Meg Ryan di "conquistare" il cuore di molti registi (professionalmente parlando), ma l'attrice assicura di aver sempre dovuto sostenere provini per spuntarla sulle altre. È successo per Top Gun e anche per Harry, ti presento Sally. "È stato un miracolo che Rob Reiner mi abbia scelta nel ruolo di Sally. Venivo da Top Gun e l'ho convinto con la mia audizione. Lavorare al film è stato bello, anche perché ho avuto un paio di settimane per provare lo script di Nora Ephron". Se il ricordo della Ephron sembra quasi commuovere Meg Ryan, l'attrice strappa risate imitando la voce del ben più ruvido Tony Scott ricordando: "In Top Gun avevo due scene. Il primo giorno Tony mi dice 'Ehi Meg, oggi sei felice', il giorno dopo mi fa 'Ehi Meg, oggi sei triste'. Queste erano le sue indicazioni, ma era un uomo fantastico, un regista che lasciava ampio spazio all'improvvisazione sul set".
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Se ci sono stati screzi sul set con i colleghi, questo non trapela dai ricordi di Meg Ryan che ha una buona parola per tutti coloro con cui ha collaborato, con l'amico Tom Hanks, ma anche con Andy Garcia e Nicolas Cage, tutte "persone fantastiche con cui ho condiviso momenti unici e con cui ho riso molto". Ma l'incontro più speciale, tra quelli cinematografici, è avvenuto con Jane Campion, che l'ha voluta nel thriller In the cut, stravolgendo la sua immagine romantica. "Volevo lavorare con Jane, era diversa da tutti i registi con cui avevo lavorato, era indipendente. Ha scelto di affidarmi il punto di vista della storia, per la prima volta ero io il soggetto della visione e non solo l'oggetto. Jane era molto preoccupata per questo ruolo, sapeva che era un film difficile, per la prima volta avrei tirato fuori una sensualità diversa dal passato. Non so se i fan sono cambiati nei miei confronti dopo aver visto il film, ma so per certo che qualcuno si è sentito offeso". Del modo di lavorare di Jane Campion, Meg Ryan ama soprattutto la totale libertà, svincolata dalla logica degli studios e ricorda: "Un giorno Jane è entrata nella mia cucina esclamando 'Mi hanno dato 15 milioni per fare il mio prossimo film', mio marito le ha detto 'Ma è fantastico' e lei 'Maledizione, no. Io ne volevo solo 7!'"
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Il futuro di Hollywood dopo la rivoluzione del #MeToo
Dopo anni di successi, Meg Ryan ha cominciato ad allontanarsi dai riflettori e dal mondo tutto lustrini di Los Angeles. L'attrice spiega: "Io sono di New York. La vita e il lavoro mi hanno portato a lungo a Los Angeles, ma tre giorni dopo la laurea di mio figlio sono tornata a vivere a New York. Lì sono felice, ero stanca dell'attenzione dei media, delle persone che mi toccavano. Adoro vivere a New York e adoro prendere il taxi, lì ho ritrovato la mia dimensione". Nel 2015 Meg ha fatto un ulteriore passo avanti dirigendo il suo primo film, Ithaca, una storia familiare che vede coinvolti il figlio Jack Quaid e l'amico di sempre Tom Hanks. "Ithaca è la storia di un figlio e di una madre che lo cresce in un mondo di integrità. E' una storia triste, un romanzo che ho scelto di adattare. Un'attrice si occupa solo di se stessa mentre io, per la prima volta, mi sono dovuta occupare di tutto. E' un film old fashion, non avevamo molto soldi, il budget era di 2,7 milioni di dollari quindi molte scelte erano obbligate".
Cosa attende il futuro lavorativo di Meg Ryan? "Spero di tornare a dirigere, è una bella sensazione, ti senti vivo" confessa l'attrice. "Adesso sono coinvolta nel processo produttivo, ho venduto l'idea per una serie tv, non so se verrà prodotta. La rivoluzione di Netflix e Amazon ha portato alla democratizzazione del contenuto. Questo comporta anche conseguenze negative, ma senza dubbio è aumentata la scelta dei prodotti da vedere". C'è un'altra rivoluzione che sembra stare a cuore a Meg Ryan e non riguarda solo l'industria di Hollywood, ma il mondo del lavoro in generale, ed è conseguenza del Movimento #MeToo. "Le rivelazioni su Harvey Weinstein hanno accesso un fuoco che covava da tempo. Le donne erano pronte a condividere le loro storie, a denunciare l'ineguaglianza sul posto di lavoro. Tutto questo ha a che vedere con il Presidente Donald Trump, poco tempo fa abbiamo avuto una delle più importanti Marce di Donne della storia. Questo rappresenta l'inizio di qualcosa, finalmente l'attenzione è sugli oppressi. Maschi e femmine devono trovare un equilibrio, imparare a comunicare".