Meg Ryan incontra i giurati di Giffoni

L'attrice americana ha incontrato oggi la giovanissima giuria del festival dedicato al cinema per ragazzi.

Tra una gita ad Amalfi e la visione dei capolavori del cinema italiano, giunge a compimento la presenza di Meg Ryan alla 38ma edizione del Giffoni Film Festival, la popolare rassegna campana dedicata alla cinematografia destinata al pubblico più giovane.
L'attrice, che questa sera riceverà un premio dall'organizzazione del festival, ha approfittato della rassegna dedicata ai capolavori dei maestri del cinema italiano per assistere alle proiezioni de La dolce vita e di altri italiani del nostro passato; ha quindi incontrato i giovanissimi giurati della rassegna in una sala gremita di ragazze e ragazzi di tutto il mondo che hanno tempestato l'attrice di domande vivaci ed entusiaste.

Preferisce il suo ruolo di attrice o preferirebbe vivere un festival come questo insieme al pubblico? Meg Ryan: Stare tra il pubblico è sicuramente più rilassante, ma il mio lavoro è bellissimo e mi piace anche stare qui su questo palco e rispondere alle vostre domande.

Lei ha lavorato con molti registi nel corso della sua carriera, qual è il tipo di regia che preferisce? Meg Ryan: Preferisco sentire la fiducia da parte del regista, quindi mi piace quando si crea una collaborazione molto intensa, che inizia sin dalle prove ed a che vedere con il rispetto reciproco. Mi piace quando il regista mi spiega la funzione del mio ruolo all'interno del film e mi guida nella creazione del personaggio, creando un'empatia che rende superflue le parole durante le riprese vere e proprie.

In festival come questi ci sono molti giornalisti. Com'è il tuo rapporto con la stampa? E' difficile venire a patti con quello che leggi di te quando vengono scritte cose non vere? Meg Ryan: E' fastidioso quando scrivono delle cose false, ma fa parte del lavoro di attrice e bisogna venirne a patti. L'esperienza della notorietà è come una versione esagerata della scuola: non puoi controllare e correggere quello che viene detto di te.
A volte penso che la stampa sia fatta anche di persone più ciniche di molte altre e mi aiuta pensare che la loro opinione non è quella della maggior parte della gente.

Nella sua vita ha interpretato ruoli molti diversi tra loro, alcuni difficili o deprimenti o cattivi. Ha mai sofferto per i personaggi che interpretava? Meg Ryan: Sì, mi è capitato ma non è stata una sorpresa. Qualche anno fa ho fatto un film su una persona molto depressa e mi è capitato di provare le stesse sensazioni per tutta la prima parte delle riprese. Non lo credevo possibile allora, ma abbiamo girato per sette settimane e per tutte le prime quattro sono stata molto scossa. Per fortuna non capita sempre, per esempio in Amarsiho interpretato un'alcolista, ma non mi è capitato di immedesimarmi con i problemi del personaggio.
Comunque non c'è niente di più deprimente di una commedia che non va come dovrebbe e spesso capita di trovarsi su un set che ci si immagina debba essere divertente mentre non lo è ed è una cosa che lascia l'amaro in bocca.

Perchè ha deciso di fare il mestiere di attrice? Meg Ryan: E' successo molto lentamente. La mia intenzione era di diventare una giornalista, volevo stare dall'altra parte e fare io le domande. Poi un po' per volta, molto lentamente, ho scoperto questa passione per l'arte. Ho scoperto che è bellissimo condividere le esperienze e le sensazioni con gli altri che lavorano con te ed è bella la sensazione di non essere soli. Trovo che dia forte energia vedere sullo schermo delle persone che mettono in scena emozioni che viviamo anche noi. Il mio lavoro è rendere credibili le storie che vengono raccontare.

Il tema del Festival quest'anno è Miti e Maestri. Quali sono i suoi? Meg Ryan: I miei maestri sono tutti quelli con cui ho lavorato nel cinema. Attori, registi, ma anche truccatori e costumisti, sono tutti artisti che ispirano con il loro lavoro. La cosa più bella del cinema è che si tratta di un'arte che coinvolge molte persone e quindi l'ispirazione stessa è la collaborazione che nasce tra tutti questi artisti.
I miti e l'ispirazione sono qualcosa di misterioso a volte. Qualche anno fa stavo lavorando con Annette Bening ed abbiamo passato la giornata per le strade di Boston continuando a ripetere la stessa scena per tutto il giorno, finchè ad un certo punto abbiamo fatto qualcosa che non avevamo fatto prima: siamo scoppiate a piangere, poi a ridere, poi ci siamo sedute a bordo della strada ed abbiamo continuato il dialogo della scena e solo in quel momento il regista ci ha detto di fermarci ed abbiamo scoperto che la cinepresa era anche spenta. Per noi due era la versione migliore che avessimo girato, per questo vi dico che a volte l'ispirazione nasce per caso ed è molto personale.

I film di Hollywood sono pieni di stereotipi e lei stessa ha interpretato molti ruoli di donne romantiche. Non trova che ci sia bisogno di più ruoli di donne forti? Meg Ryan: E' vero, ci sono molti stereotipi, ma penso che siano inevitabili e forse non sono necessariamente un male perchè possiono aiutare nella comprensione di una storia. E' indubbiamente un limite, ma riguarda anche la vita reale perchè se potessimo prenderci il tempo per conoscere ogni singola persona, ci renderemmo conto che tutti sono più divertenti o più tristi o più qualcosa di quello che avevamo immaginato inizialmente. Ma ovviamente questo non è possibile ed anche questo è un limite, cioè che anche la nostra conoscenza del prossimo debba fermarsi agli aspetti superficiali.

Come ha iniziato la sua carriera di attrice? Meg Ryan: Come dicevo prima, avevo intenzione di diventare giornalista e quindi studiavo per quello, quindi ho iniziato a recitare per potermi pagare gli studi. Prima in alcune pubblicità, poi in alcuni programmi della televisioni nelle fasce diurne, poi un ruolo in una serie TV e poi mi sono ritrovata a Los Angeles dove ho anche seguito un corso con gente come Nicolas Cage ed Angelica Houston. Là mi sono resa conto di quanto fosse limitata la mia esperienza fino a quel momento e sono stata fortunata, o forse sfortunata, a dover fare esperienza davanti a tutti questi artisti.

Quando ha deciso di diventare attrice, qual è stata la reazione delle persone che la circondavano? Meg Ryan: Come ho detto, il tutto è stato talmente graduale e lento che è apparso naturale, quindi non ci sono state grosse reazione. La più stupita forse sono stata proprio io. Invece mi ha colpito molto la reazione che molte delle persone che mi circondavano hanno avuto davanti al successo, questo è un aspetto sorprendente.

Lei ha fatto molti film ed ha lavorato con molti registi. Qual è stata la migliore esperienza con un regista? Meg Ryan: Sono stati tutti straordinari ed ognuno mi ha insegnato qualcosa. Però devo dire che negli ultimi anni ho avuto modo di lavorare con Jane Campion e lei mi ha colpito profondamente ed ha avuto un grande impatto su di me, spazzando mia tutte le regole che avevo dato per scontato in precedenza. Lei ha studiato come antropologa e come pittrice ed ha lavorato su di me in modo sperimentale. Il suo modo di lavorare mi ha rivelato aspetto della mia professione che fino a quel momento non avevo mai considerato. Per esempio continuava a mettere la cinepresa dove non mi sarei mai aspettata e faceva continue domande a cui spesso non sapevo nemmeno come rispondere.
Lei ha un modo molto personale di lavorare e continuava a ripetere: "Io sono come un ristorante che prepara una sola portata: se non vi piace, andate a mangiare da un'altra parte." Il suo sovvertire le regole è stata la maggiore ispirazione.

Lei è abituata a stare a contatto con il pubblico, come si sente tra i ragazzi del Giffoni Film Festival? Meg Ryan: E' un'esperienza bellissima e fonte di ispirazione. Trovo il pubblico del Giffoni molto profondo ed intelligente ed amo immaginare le storie che racconterete in futuro. Mi piace sempre immaginare la percezione e la prospettiva di ogni singolo essere umano.

Come affronta il suo lavoro di attrice e l'essere considerata spesso un modello per la gente? Meg Ryan: Non ho mai capito perchè un attore debba essere un modello per gli altri. Il lavoro di un attore è quello di rappresentare tutto quello che è la realtà. E' importante che a volte un attore si comporti male, così come è importante che si comporti benissimo o in qualunque altro modo. Non trovo che ci sia differenza tra voi del pubblico e noi.

Lei ha interpretato in passato la voce di Anastasia nel film d'animazione. E' più difficile recitare solo con la voce? Meg Ryan: Quello è stato un lavoro facile, ma non credo di aver fatto un buon lavoro. Si tratta di una forma d'arte particolare, in cui è necessario dare tutti i dettagli dello stato d'animo del personaggio solo con sfumature della voce e non credo di esserne capace. Però è stata un'esperienza molto divertente.