Mayor of Kingstown 4, un finale all'insegna della vendetta

Il co-creatore della serie Hugh Dillon e la new entry Laura Benanti ci spiegano come la serie di Taylor Sheridan sia in profonda connessione con l'America contemporanea. Su Paramount+.

Hugh Dillon e Laura Benanti nel cast di Mayor of Kingstown 4

Da noi lo "Sheridanverse", ovvero il nutrito gruppo di serie televisive create e curate da Taylor Sheridan, è apprezzato, ma non seguito come negli Stati Uniti. In patria invece titoli come Yellowstone, 1883, Tulsa King e 1923 sono amatissimi. Anche perché possono contare sulla presenza di star come Kevin Costner, Sylvester Stallone, Harrison Ford e Helen Mirren. In Mayor of Kingstown (anche questa disponibile su Paramount+, come tutte le altre) è invece Jeremy Renner a brillare.

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Jeremy Renner in Mayor of Kingstown

Arrivata alla quarta stagione, Mayor of Kingstown è la storia di Mike McLusky, soprannominato il "sindaco": è infatti una specie di coordinatore tra le gang criminali della città. Co-creata con Hugh Dillon, che ha anche il ruolo del detective Ian Ferguson, nei nuovi episodi ci sono due new entry importanti: Edie Falco (la mitica Carmela Soprano di I Soprano, anche al cinema in Avatar - Fuoco e cenere), che ha il ruolo di Nina Hobbs, direttrice del carcere, e Laura Benanti, ovvero Cindy Stephens, poliziotta che aiuta Mike sorvegliare il fratello Kyle (Taylor Handley), finito in galera.

Come tutte le storie di Sheridan, anche quella di Mayor of Kingstown riesce a entrare in forte connessione con il pubblico americano perché torna alle sue origini: quelle della frontiera e del vecchio West. Nella nostra intervista Hugh Dillon e Laura Benanti ci spiegano come ci sono riusciti usando questa volta il genere crime. Tutto ha portato a un finale di stagione all'insegna della vendetta.

Mayor of Kingstown 4: intervista a Hugh Dillon e Laura Benanti

Pur essendo una serie crime, Mayor of Kingstown ha molti punti in comune con il western. Perché, ancora oggi, è sempre il genere che riesce a descrivere meglio la società americana?

Per Hugh Dillon: "_Per distillarla nella sua forma più semplice, la nostra serie è una specie di guardie e ladri. Quindi suppongo che potresti vederla come un western per questo motivo. Ma non penso che sia un western: è un dramma noir. Penso che ci sano molti elementi che la rendono unica e direi che uno di questi è Jeremy Renner.

E in effetti Renner riesce nell'impresa di essere quasi una sfinge: il suo personaggio deve rimanere calmo per poter gestire diversi fronti. Quello della criminalità, il proprio rapporto con la legge e la protezione del fratello Kyle. Non è facile. Per Kyle in particolare questa stagione è stata molto difficile: prima la galera per aver sparato al collega Robert Sawyer (Hamish Allan-Headley) per proteggere dei civili, poi la perdita di una persona fondamentale. La quarta stagione di Mayor of Kingstown è dedicata alla vendetta.

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La società americana e la rabbia

Direttamente collegato al tema della vendetta è un altro degli elementi che maggiormente collegano la serie alla contemporaneità è la forte rabbia sociale che emerge dalle storie dei protagonisti. Che siano criminali o persone che esercitano la legge, tutti provano istinti molto cupi. Se si fa un giro sui social questo è sempre più diffuso. Come ci siamo ridotti così?

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Hugh Dillon e Jeremy Renner in una scena di Mayor of Kingstown

Secondo Dillon: "Penso che dipenda da diverse cose. Nella nostra storia abbiamo fatto in modo che i personaggi tengano a bada i loro impulsi più oscuri. Almeno per la maggior parte del tempo. Sul set invece è l'opposto: l'esperienza umana è bellissima, ci divertiamo molto. Tutto dipende da come si raccontano le cose. Anni fa ho lavorato, a Toronto, in un ospedale per bambini malati e vedevo chirurghi e infermieri alle prese con casi difficili. Non importa quanto siano state dure le circostanze che ho trovato lì: quei medici e infermieri avevano un grande senso dell'umorismo. E penso se riesci ad averlo, specialmente in quelle situazioni, può aiutarti a guardare in modo più facile qualsiasi cosa: che si tratti di rabbia, violenza o l'oscurità del mondo. Quindi penso sia necessario avere un po' di empatia, educazione e umorismo per essere in grado di esplorare certi argomenti".

Per Laura Benanti: "La cosa che mi colpisce di più di questa serie è che la rabbia è una risposta ad altri sentimenti più fragili. La paura, l'amore che tutti provano per qualcuno nella loro vita. Vuoi proteggere le persone a cui vuoi bene, o ti manca qualcuno sotto quella rabbia. C'è sempre un sottofondo di emozioni diverse. E spesso la rabbia è la risposta a questo sottofondo. Mi piace molto come viene raccontato l'impulso della risposta di ogni personaggio".

La spiegazione del finale di Mayor of Kingstown 4

Abbiamo parlato della vendetta, poi della rabbia. Arriviamo quindi al gran finale della quarta stagione. Se non avete visto gli ultimi tre episodi non leggete oltre.

ATTENZIONE SPOILER!

Nell'episodio numero 8 "Belleville" accade qualcosa di terribile, che ridefinisce tutta la serie. La moglie di Kyle, Tracy (Nishi Munshi), viene uccisa da Merle Callahan (Richard Brake), leader di un gruppo di suprematisti bianchi. La morte di Tracy è qualcosa da cui non si può tornare indietro: lei, Kyle e il figlio Mitch hanno sempre rappresentato la speranza e la bontà di Mayor of Kingstown. Con la dipartita violenta della donna e il passaggio al lato oscuro del più piccolo dei McLusky per vendicarla, Sheridan e i suoi ci stanno dicendo che il futuro è nero.

Hugh Dillon, Laura Benanti e la musica

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Una scena di Mayor of Kingstown

Infine, per alleggerire: visto che sono stati tirati in ballo diversi generi, potremmo dire che Mayor of Kingstown in certi momenti ricorda anche una tragedia greca. Sia Hugh Dillon che Laura Benanti hanno anche una carriera musicale. Essere dei performer li aiuta quando sono sul set? Per Laura Benanti assolutamente sì: "Per me il linguaggio è musica. Alcuni dei migliori attori shakespeariani sono persone che cantano: perché recitano i dialoghi come se fossero musica, pur rimanendo molto naturali. Credo inoltre che a fare la differenza sia la capacità di sentire la musica nel tuo corpo: è una sensazione molto viscerale, è come se la musica uscisse da te quando sei sul palco. Avere questa specie di capacità porosa è fondamentale. Soprattutto quando il personaggio sta indossando una maschera, cercando di nascondere i suoi veri sentimenti, come dicevamo prima".

D'accordo Dillon: "Una cosa che hanno in comune musicisti e attori è l'importanza dell'ascoltare: è fondamentale. Devi davvero ascoltare i tempi se devi recitare o suonare con altre persone. Devi sentirlo dentro di te. Se non lo fai poi dopo te ne pentirai, perché la scena non verrà bene".