A quattro anni dal primo film, Lezioni di cioccolato, divertente esordio registico di Claudio Cupellini, Mattia e Kamal, ovvero Luca Argentero e Hassani Shapi, tornano sul luogo del delitto 'dolciario' e si mettono al servizio di un nuovo regista, Alessio Maria Federici, per il sequel della simpatica commedia sentimentale prodotta da Cattleya in uscita venerdì 11 novembre in 300 copie, grazie alla distribuzione Universal. La storia riparte con i due protagonisti ritornati (nel caso di Kamal, approdato) nei loro ambiti d'elezione; dopo il breve exploit come cioccolataio, Mattia, mollato dalla Cecilia, ha ripreso la sua attività di costruttore, senza ottenere appalti significativi, mentre Kamal ha aperto finalmente la sua bottega di piccole squisitezze; unico problema è che non c'è nemmeno l'ombra di un cliente. In piena crisi, il geometra pasticcione si rivolge all'amico-nemico di sempre per cambiare finalmente vita, decidendo di investire sull'attività commerciale di Kamal. La ragione consiglierebbe all'egiziano di accettare l'offerta per incrementare i suoi i guadagni, ma Kamal rifiuta, temendo che la presenza di quell'affascinante 'scannadonne' possa mettere a repentaglio l'onorabilità della figlia Nawal, una bellissima ragazza tornata in Italia al termine di un periodo di studio all'estero. Naturalmente Mattia conoscerà ugualmente la giovane studentessa e inizierà uno spietato corteggiamento a colpi di fiori e cioccolatini. Complici più o meno volontari di questa strategia, l'ignaro Kamal, convinto che Mattia sia innamorato di una ragazza egiziana, ma non della sua Nawal, un nuovo maestro cioccolataio, Conti, e una poliziotta dalle maniere rudi ma dal cuore tenero, l'ispettore Orsetti. Con la conferma di Luca Argentero e Hassan Shapi, sono tre le new entry di questa nuova versione: Nabiha Akkari, già vista nel blockbuster della scorsa stagione Che bella giornata, Vincenzo Salemme e Angela Finocchiaro, rispettivamente nei panni di Nawal, del maestro Conti e della simpatica poliziotta che gli ruba il cuore. Li abbiamo incontrati questa mattina a Roma, assieme a Marco Chimenz di Cattleya e allo sceneggiatore Fabio Bonifacci per parlare proprio di questa nuova esperienza.
Luca, rieccoti nei panni di Mattia. Felice di ritrovare questo personaggio? Luca Argentero: Ci tengo a precisare che punto alla trilogia! Pretendo il cofanetto con i tre film a Natale. A parte gli scherzi, io amo il personaggio di Mattia, è il mio alter ego. Io provengo da una famiglia di costruttori e probabilmente se non avessi fatto l'attore avrei proprio seguito le sue orme. Di lui mi piace il fatto che al termine di questo lungo percorso abbia scoperto il piacere di fare le cose per bene, di lavorare per amore. Una sensazione che ho provato tutti i giorni sul set, anche grazie ad Alessio.Alessio, per te si tratta del debutto registico dopo una lunga gavetta fatta come aiuto regista. Cosa rappresenta per te Lezioni di cioccolato 2? Alessio Maria Federici: Lezioni di cioccolato 2 è un film che mi appartiene completamente. Finalmente dopo tanto tempo passato a realizzare le idee di qualcun altro, posso dire di aver realizzato la mia. E sono felice di aver avuto la piena libertà di raccontare una storia divertente. Io sono cresciuto con la grande commedia all'italiana, per me Mario Monicelli è una figura mitica.
Come ti sei rapportato al film precedente?
Beh, io ho preso solo i personaggi principali, ma la struttura è totalmente nuova. Mi sono mosso cercando solamente quello che mi piaceva. Colgo l'occasione per ringraziare tutta la troupe e gli attori. Non era automatico che si creasse la giusta sintonia, invece così è stato.
Alessio, a proposito del rapporto interraziale, ti sei in qualche modo fatto influenzare da certe pellicole di Bollywood in cui questo argomento è uno dei temi più ricorrenti? Alessio Maria Federici: Ho visto molte commedie di Bollywood, ma solo per catturarne lo spirito cromatico. Mi sono servite per rendere al meglio il colore del cioccolato e, ovviamente, le sfumature dei sentimenti. Quanto al tema del confrontro fra etnie diverse, dico che mi sono limitato a descrivere la realtà. Io ho dei fratelli adottati e uno di loro è egiziano, inoltre nella classe del figlio della mia compagna gli studenti sono per la maggior parte stranieri.
Il film è girato a Perugia e ancora una volta c'è un marchio importante che compare nella pellicola, quello della Perugina. Non avete paura che Lezioni di cioccolato possa essere considerato solo come un grande spot per i Baci?
Alessio Maria Federici: No assolutamente. In tutta Italia il Bacio rappresenta l'amore. Quando avevo 15 anni ho riempito il bauletto del motorino della mia ragazza con 3 chili di Baci che poi si sono tutti rovesciati nel cortile della scuola.
Fabio Bonifacci: In tutta sincerità, posso dire di non aver mai subito imposizioni da parte della produzione. Il cosiddetto product placement non è un male in sé. Diventa pericoloso se, come sottolineate nella domanda, sembra un grosso spot e non è questo il caso.
Marco Chimenz: Non posso fare altro che dare ragione a Fabio. Se noi ambientassimo un film a Detroit sarebbe strano che non parlassimo della Ford o della Chrysler. Abbiamo verificato che ci fosse armonia tra la storia raccontata e la presenza del prodotto. Una volta accertato questo, per noi si è trattato di una grossa occasione.
Fabio, sei considerato uno sceneggiatore di successo, che tipo di stratagemmi usi per far ridere? Fabio Bonifacci: Io non mi ritengo uno sceneggiatore di successo, tante cose che avevo scritto sono state accantonate, non ne avete idea. E poi non uso alcuno strataggemma. Faccio solo quello che mi diverte di più. Devo ridere io per primo.
E comunque, dopo Oggi sposi, Diverso da chi?, C'è chi dice no e l'accoppiata di Lezioni di cioccolato, si è creato una sorta di sodalizio artistico con Luca Argentero... Luca Argentero: In effetti sì e lo considero un vantaggio. A forza di lavorare assieme il personaggio viene quasi cucito su misura.
Invece per Nabila Hakkari, Angela Finocchiaro e Vincenzo Salemme è stata una prima volta... Angela Finocchiaro: Già, e in un momento come questo, in cui la qualità sembra andare a ramengo, fare un film di questo tipo è una gioia. E poi c'era Vincenzo...Vincenzo Salemme: Angela invece è una di quelle attrici che riesce a far ridere interpretando, semplicemente.
Cosa vuoi dire? Vincenzo Salemme: Che non ha bisogno di smorfie per far ridere, non punta tutto su di un personaggio finto. Ricordo ancora quando lavoravo a teatro con Eduardo De Filippo. Ci radunò attorno ad un tavolo con tutti i copioni sparsi. Cominciai a leggere e dissi solo 'Signorina!' Mi fermò all'istante e mi rimproverò con queste parole testuali, 'Il pubblico si incazza se li vuoi far ridere apposta'. Da allora ho imparato la lezione.
I vostri personaggi sono l'innesto vincente del film...
Angela Finocchiaro: Ma non ci pensiamo proprio ad avere smanie da protagonisti, noi facciamo parte di un gruppo. Siamo quelli simpatici che arrivano e se ne vanno...
Vincenzo Salemme: La verità è che i nostri ruoli sono più 'liberi', svincolati dalla trama romantica.
Tu sei una romantica esattamente come Nawal? Nabiha Hakkari: Non direi. Farmi divertire è la cosa più importante che un uomo debba fare per conquistarmi. Sì, certo, vanno bene fiori e cioccolatini, ma mi piacciono i nerd.
Luca, quando hai saputo che a dirigere il film sarebbe stato un altro regista come hai reagito? Ti sei sentito spiazzato? Luca Argentero: Affatto. Ero felice di questo cambio della guardia e non perché non avessi piacere che Claudio Cupellini dirigesse anche il sequel di Lezioni di cioccolato, ma ormai è andato oltre. Lui ha esordito con una commedia, ma il suo sogno era un altro. Alessio invece ama la commedia e si vede. Sono sicuro che lo sentiremo nominare tante altre volte in futuro.
E' una bella dichiarazione di stima Alessio. Ma che tipo di regista sei? Alessio Maria Federici: Non mi sento un maestro e fortunatamente sul set non mi hanno mai chiamato così, un appellativo tipicamente romano che mi avrebbe dato molto fastidio. Penso che gli artifici tecnici debbano essere messi al servizio dell'emozione che si vuole trasmettere. Infatti dal punto di vista tecnico ho scartato tanti giochini superfighi da regista pubblicitario, perché sapevo che non sarebbero serviti a molto. Ho chiesto semplicemete agli attori di farmi vedere cosa avrebbero fatto se nella realtà si fossero trovati in quella situazione e poi, in base a questo, ho scelto quella che mi sembrava la soluzione migliore.
Prima hai detto di Monicelli, ma quali sono gli altri autori che ami di più? Alessio Maria Federici: Amo il cinema di Quentin Tarantino. Ho amato alla follia Drive e ritengo che uno dei capolavori di questa stagione sia Carnage. Penso che 'rinchiudere' in una casa quattro attori di quel calibro, senza mai fare la stessa inquadratura, sia geniale.
Luca, come giudichi la tua partecipazione a Le Iene? Luca Argentero: Solo come un'incursione in televisione, qualcosa che non avevo mai fatto prima, ma solo subito. Ma non lascierò il cinema per il piccolo schermo, io voglio recitare.Ci puoi parlare dei tuoi prossimi progetti cinematografici, E la chiamano estate di Paolo Franchi e il nuovo film di Michele Placido, Le Guetteur? Luca Argentero: Per quanto riguarda il film di Franchi, il mio è un piccolo ruolo, perché il film è tutto di Isabella Ferrari e Jean Marc Barr. Altro non posso dire, anche perché lo stanno ancora girando e non so quali siano le informazioni che possono essere rivelate alla stampa. Il film di Placido, invece, è un sogno che si avvera, un regalo piovuto dal cielo. Si tratta di una produzione quasi tutta francese con un cast da brivido. Daniel Auteil fa il poliziotto, mentre Mathieu Kassovitz è il capo di questa banda criminale di cui faccio parte. Finalmente ho una pistola e posso sparare anche io (ride).
In una parola, com'è lavorare con Michele Placido? Luca Argentero: Michele è come un litro d'acqua in una bottiglia da mezzo litro, debordante. Alla sua età vorrei avere la stessa energia. E poi quando parliamo francese sembriamo Totò e Peppino a Parigi.