L'incontro tra suoceri e genero ha sempre offerto alla commedia moltissimi spunti, e lo stesso regista John Hamburg (sceneggiatore di Ti presento i miei, Mi presenti i tuoi? e Vi presento i nostri) sembra averlo reso il suo marchio di fabbrica. Da regista aveva preso una specializzazione anche nelle situazioni buffe derivate da differenze caratteriali: con ... e alla fine arriva Polly le diversità si rimpallavano all'interno di una coppia d'innamorati, mentre con I Love You, Man all'interno di una coppia di amici. Di certo ha dimostrato più volte di saperci fare, rasentando spesso il confine della verosimiglianza. In questo caso lo travalica abbondantemente; ma il risultato diverte: prima di tutto, grazie alla scelta della coppia di protagonisti. Non lui e lei, ma ancora una volta lui e lui.
Leggi anche: San Valentino al cinema: Le 10 dichiarazioni d'amore che ci hanno condizionato la vita
James Franco è un genero molto particolare
Proprio ciò che alla pubblicazione del trailer aveva suscitato una bufera sui social, dove si sottolineava il ruolo marginale della figlia e si lanciavano gratuitamente accuse di maschilismo, è l'elemento che convince di più: la guerra si consuma esclusivamente fra Bryan Cranston e James Franco, entrambi perfettamente in parte e assolutamente agli antipodi. Fin dalla primissima presentazione, tutt'altro che convenzionale: durante una videochiamata collettiva, mentre Ned parla con l'adorata figlia Stephanie che gli fa gli auguri di compleanno, entra Laird voglioso spogliandosi e mostrando al suocero un oltraggioso deretano, prima ancora di un sorriso o di una stretta di mano. Ned quindi è comprensibilmente scettico; nonostante questo, durante le vacanze di Natale si reca con la moglie e il figlio minore in California per fare la conoscenza del fidanzato di Stephanie.
Lo screenshot del deretano era il fedelissimo biglietto da visita di un personaggio assurdo: un ultramiliardario della Silicon Valley, con un'immensa tenuta ipertecnologica dove scorrazzano animali esotici e al cui interno vengono esposte opere contemporanee di dubbio gusto. Laird li accoglie a braccia aperte in cima alle scale con un insulto, dal momento che è assolutamente privo di filtri e il turpiloquio corrisponde al suo lessico abituale. Allo stesso tempo, però, Laird trasuda impegno e buona volontà: per mettere a proprio agio i suoceri mostra loro il suo ultimo tatuaggio ‒ l'ennesimo pensato impulsivamente ‒ con la foto della famiglia di Stephanie che augura sorridente buon Natale sulla sua schiena.
Leggi anche: "Proprio lui?" Bufera sui social. Il film con James Franco accusato di sessismo!
Bryan Cranston è un suocero scettico
Purtroppo questo non riesce a far breccia nell'animo impettito di Ned, come neanche la pista da bowling progettata appositamente per compiacerlo, con la sua figura ritratta più volte in pose virili e ridicole. E neanche i complimenti sexy a Barb, la moglie di Ned, aiutano Laird a farsi benvolere da lui, benché Barb ‒ lusingata e disorientata ‒ via via si ammorbidisca e si lasci conquistare. Ma ciò che trasforma lo sdegno di Ned in vera e propria furia distruttiva è la richiesta del suo benestare alla proposta di matrimonio che Laird farà a Stephanie: da questo momento Ned vorrà soltanto dimostrare che il temuto genero in realtà è un mascalzone. Con un unico ostacolo: Laird ha sì tanti limiti, nessun senso dell'opportunità e nessun gusto per l'arte contemporanea, e scambia modi di dire vetusti per saggi aforismi di Ned, rimanendone impressionato come un bambino; ma non è un mascalzone. Al contrario, ama davvero Stephanie e la sua intelligenza, vuole effettivamente far sentire a proprio agio la sua famiglia, ed è dotato di un'onestà e un candore rari, che stridono con la sua incontenibile scurrilità. Ma in fondo ha un animo poetico.
Leggi anche: Bryan Cranston compie 60 anni: da Breaking Bad alla nomination Oscar per Trumbo
Generazioni a confronto
Non aiuta il fatto che Ned provenga da un mondo di valori tradizionali, dove la laurea rappresenta una virtù maggiore rispetto a duttilità e amore per il rischio (non a caso la tipografia di Ned è in crisi per colpa di internet), mentre Laird esaspera l'ignoranza delle generazioni moderne ed è uno spregiudicato producer di videogiochi. Nella magione di Laird la carta è bandita, in ogni sua forma. Perfino in bagno, dove non è prevista la carta igienica bensì un sofisticato sistema a spruzzo messo a punto da designer giapponesi, e con cui Ned non sembra avere molta dimestichezza: così dovrà rassegnarsi a ricevere indicazioni attraverso la porta da Gustav, un maggiordomo fidato e molto sui generis, che spesso sorprende Laird con attacchi violenti per educarlo all'autodifesa. La scena del bagno è senza dubbio una delle più memorabili, e per la sua assurdità e l'imbarazzo del protagonista ricorda l'umorismo di Ti presento i miei, in cui avvertivamo sulla nostra pelle tutto il disagio di Ben Stiller, qui uno dei produttori. Ed è la prima scena in cui si procede all'esilarante desacralizzazione di Bryan Cranston, reso via via più goffo e vulnerabile.
Leggi anche: Proprio lui?, clip in esclusiva del film con James Franco e Bryan Cranston
Situazioni fuori controllo
La comicità del film può risultare talvolta demenziale o eccessiva, ma mette subito a parte lo spettatore delle sue "regole", e noi possiamo soltanto decidere se rimanerne distanti oppure ridere increduli davanti all'opera dell'alce immerso nella sua urina, o alla disquisizione sulle parolacce preferite tra Laird e il figlio di Ned (che durante il soggiorno natalizio fa assurgere Laird a suo idolo, subendo una trasformazione sostanziale). Tutto sommato ha più senso abbandonarsi e scegliere di ridere: per la voce di Kaley Cuoco in veste di sboccata assistente virtuale, che autoironizza sul cachet ricevuto per The Big Bang Theory; o per l'invadente chiarimento sul letto matrimoniale fra Laird e i suoceri, che si stringono tra loro imbarazzati. Financo per il cameo dei Kiss, che coi loro brani segnano il fil rouge musicale di tutto il film. Il vero difetto di Proprio lui? è l'eccessiva lunghezza, che mal si abbina al genere comico e che si accompagna a troppi falsi finali, melensi e meno originali delle gag. Mentre il merito principale del copione è l'aver riportato con goliardia Bryan Cranston ai toni della commedia, allontanandolo di peso dal ruolo drammatico del controverso professore di chimica di Breaking Bad, e accostandolo piuttosto a quello del sempliciotto padre di Malcolm dell'omonima sit-com, dedito alla famiglia e imbevuto di valori tradizionali.
Movieplayer.it
3.0/5