In principio c'era Invincible: Robert Kirkman, prima di scrivere i fumetti The Walking Dead e Outcast, trasformati nei rispettivi adattamenti televisivi, ha infatti lavorato per diversi anni (dal 2003 al 2018) alla sua saga di supereroi completamente fuori di testa.
Invincible è ora anche una serie animata, disponibile dal 26 marzo su Prime Video. Potendo contare su 144 albi (raccolti in 25 volumi da saldaPress per l'Italia), Robert Kirkman ha dovuto ragionare molto su cosa inserire nella prima stagione, composta da otto episodi. Tutto ruota attorno a Mark Grayson, in apparenza un adolescente come tanti, se non fosse che suo padre Nolan è il supereroe più potente del pianeta: Omni-Man. Se già questo non fosse sufficiente a creare sconvolgimenti nel ragazzo, allo scoccare dei 17 anni anche lui comincia a manifestare dei poteri. Niente sarà più come prima.
A dare la voce a Mark e Nolan sono due attori d'eccezione: Steven Yeun (che torna a collaborare con Kirkman dopo aver interpretato Glenn in The Walking Dead) e il premio Oscar J. K. Simmons. A completare il cast una serie di voci di pregio, oltre che provenienti sempre dalla serie sugli zombi: Lauren Cohan, Sonequa Martin-Green, Chad L. Coleman, Michael Cudlitz, Lennie James, Ross Marquand, Zachary Quinto, Gillian Jacobs, Walton Goggins, Seth Rogen, Zazie Beetz, Djimon Hounsou e Mark Hamill. Abbiamo parlato di Invincible proprio con Robert Kirkman, raggiunto in collegamento via Zoom.
Invincible: dall'horror ai supereroi
Hai una grande esperienza con la televisione grazie a The Walking Dead e Outcast: che differenza c'è tra questi progetti e Invincible?
The Walking Dead Outkast sono horror. Essendo cresciuto leggendo fumetti, le storie di supereroi sono qualcosa per cui ho un amore infinito. È fantastico fare qualcosa di diverso rispetto alle altre due serie, mi permette di allenare una metà diversa del mio cervello. Posso raccontare delle storie completamente diverse. Anche se è una serie molto dark e drammatica come The Walking Dead e Outcast, qui c'è più senso dell'umorismo. C'è più divertimento. Posso dare al pubblico un sapore diverso rispetto al solito.
Invincible: nel fumetto di Robert Kirkman i supereroi sono un affare di famiglia
Hai intenzione di mantenere la struttura dei fumetti o cambierai con l'animazione?
La differenza più grande è che abbiamo il formato di un'ora: ogni episodio di Invincible essenzialmente è un dramma lungo un'ora. Questo ci permette di trattare più personaggi a cui dare più sfumature. In questo modo possiamo espandere diversi aspetti presenti nella serie a fumetti. Credo che le emozioni della serie animata saranno un po' più intense rispetto a quelle dei fumetti. Abbiamo anche la fortuna di lavorare con il miglior cast che sia stato mai messo insieme per la televisione. Vedere questi personaggi prendere vita grazie a questi talenti incredibili aggiunge un livello extra di gravitas alla storia. Il cast da un impatto maggiore a ciò che era raccontato nelle pagine del fumetto.
Invincible, la recensione dei primi episodi: Supereroi animati per reinventare il genere
The Walking Dead è stato un enorme successo sia nel campo del fumetto che in quello della televisione: come affronti le aspettative del pubblico per Invincible
Penso che stiamo facendo un sacco di cose interessanti con Invincible: stiamo esplorando un genere che è molto popolare, tutti lo conoscono, noi però faremo delle cose diverse. Proprio come abbiamo fatto con il genere zombie in The Walking Dead, dandogli una mano di vernice fresca. Anche con Invincible abbiamo usato questo approccio: ci sono molte persone che non avevano mai amato il genere zombie prima di The Walking Dead, invece adesso con i supereroi possiamo fare delle cose abbastanza folli. Con Invincible vogliamo dare al pubblico un sapore completamente diverso delle storie di supereroi.
Invincible e i suoi supereroi folli
Il Marvel Cinematic Universe ha dimostrato che le serie TV dedicate ai supereroi possono affrontare temi importanti in modo molto più interessante di quanto non facciano i film. C'è un tema in particolare a cui hai voluto dare risalto in Invincible?
Mi piace pensare che andando avanti con Invincible potremmo dare più spazio alle storie d'amore e ci concentreremo sulla parte più emotiva del racconto. È stato già fatto nei film e in altre serie tv, ma spero che noi potremmo spingerci ancora oltre. Sono convinto che una parte importante di Invincible sia l'evoluzione dei personaggi, in un modo che penso sia unico per quanto riguarda le opere tratte da fumetti. Per i film e le serie TV classiche più difficile spingersi dove faremo noi. Lo stesso Batman al cinema non si è mai spinto così oltre come nei fumetti. Ciò che succede in Invincible invece è un viaggio completamente folle. Il protagonista alla fine è una persona completamente diversa rispetto a quando comincia la storia. È una cosa che viene naturale quando nei fumetti racconti la storia di un personaggio per molti molti anni ed è qualcosa che ripeteremo anche nella serie animata.
Padri e figli al cuore delle opere di Robert Kirkman
Hai esplorato generi diversi ma il cuore delle tue storie ci sono sempre la famiglia e la paternità: perché sei così ossessionato dal rapporto tra padri e figli?
Credo che si scriva di ciò che si conosce: sono un padre e un figlio, quindi sono temi che conosco. Quindi da scrittore è bello approfondire le mie stesse esperienze. Alla fine tutto ruota intorno alla famiglia: questo rende le mie storie universali, perché tutti hanno una forma di famiglia nella loro vita. Sono esperienze con cui è facile identificarsi. Sentire tua madre e tuo padre che litigano da bambino è un'esperienza traumatica: se poi sono due supereroi c'è un livello di dramma in più. I super poteri la rendono interessante, ma nella sostanza è qualcosa che tutti abbiamo provato. Amo che gli spettatori possono identificarsi con le mie storie: mi permette di giocare con le emozioni del pubblico. In qualsiasi campo creativo, l'obiettivo primario di ogni autore è suscitare delle emozioni nel pubblico e usarle per intrattenerlo. Penso che più sia facile potersi identificare in una storia, più si possa giocare con quei sentimenti.
Invincible: una serie che stupirà il pubblico
Senza fare spoiler, alla fine del primo episodio c'è un grande colpo di scena che cambia completamente il punto di vista della storia. Quanto è stato importante rendere perfetto quel momento?
Ero molto nervoso: quel momento arriva molto più in là nei fumetti. Avere la possibilità di anticiparlo nella serie animata E far capire al pubblico come sarà davvero la serie così presto secondo me era essenziale per la vita di Invincible. È qualcosa a cui abbiamo pensato immediatamente quando abbiamo cominciato ad adattare il fumetto. Per un prodotto televisivo aveva molto più senso che si sapesse già dalla fine del primo episodio. È un grande cambiamento che spero riesca a incontrare l'approvazione del pubblico fin dall'inizio.
Amici, nemici, fratelli: i migliori 15 duelli nella storia dei cinecomics
Qual è stata la parte più divertente ma anche più complicata di questa prima serie di Invincible?
Abbiamo scelto l'animazione per poter fare di tutto: detto questo, anche se animate alcune scene sono comunque molto complicate. Abbiamo dovuto imparare trucchi e segreti per poter realizzare in modo corretto alcuni eventi importanti. Abbiamo studiato e ragionato molto con gli animatori per capire come portare in vita alcune scene. La serie a fumetti è composta da 144 numeri, quindi avevamo l'imbarazzo della scelta. È stato complicato capire cosa inserire nella prima stagione, avevamo talmente tante possibilità che forse è stata davvero la cosa più difficile. Ogni processo di adattamento presenta i suoi ostacoli lungo la strada: gli abbiamo incontrati anche noi ma alla fine penso che siamo riusciti a mettere insieme qualcosa di fantastico. Spero che le persone saranno contente di vederlo.