Un punto chiave di Invincible è l'eredità. Parliamo di quella naturale che passa nel rapporto padre/figlio che è cruciale nello sviluppo della storia, ma anche di quella della serie rispetto all'originale cartaceo pubblicato in Italia da saldaPress. Se tutti sono stati colpiti dalla serie animata che ha debuttato su Prime Video dal 26 marzo, e che andrà avanti per diverse settimane grazie alla distribuzione settimanale degli episodi successivi ai tre del lancio, è sì per i pregi nello sviluppo di questa nuova produzione seriale, ma è anche, inevitabilmente e di riflesso, grazie alla qualità del fumetto di Robert Kirkman alla quale si ispira.
Si tratta della creatura più longeva del papà di The Walking Dead, nata come pubblicazione regolare nel 2003 dopo un debutto nel 2002, conclusa nel 2018 dopo quindici anni di onorato servizio... e tante spiazzanti sorprese. Pur partendo da uno spunto tradizionale come quello della scoperta dei poteri del giovane protagonista Mark Grayson, Invincible segue molti dei punti cardine e dei canoni della classica storia di supereroi, abbattendoli e sfruttandoli per mettere in piedi qualcosa di nuovo e moderno, reinventando di fatto il genere.
Distruggere per ricostruire
Partiamo da quest'ultimo punto: la decontrazione del mondo dei supereroi. Invincible è una di quelle serie che cerca l'approccio alternativo al genere dei supereroi, come abbiamo visto fare anche di recente nel mondo della serialità da produzioni come The Umbrella Academy o The Boys, volendo restare in casa Prime Video. Lo fa, però, in modo molto sottile e scaltro: Robert Kirkman è uno di quegli autori che sa raccontare una storia e appassiona lo spettatore, ma ha anche una grande padronanza dei generi e delle loro caratteristiche. Una sicurezza e consapevolezza che usa per insinuarsi nei loro meccanismi e scardinarli dall'interno. Lo abbiamo visto fare in The Walking Dead, che non è una semplice storia di zombie, lo ha ripetuto in Oblivion Song e in altre sue storie, lo fa soprattutto in Invincible (e del passaggio dal fumetto alla serie parla in modo approfondito il collega Giovanni Zaccaria sulle pagine di Lega Nerd).
Si ha una sensazione strana nel leggere il primo volume della serie a fumetti, quella di sentirsi rassicurati e confortevoli in una storia che sembra indirizzata su binari sicuri e prevedibili da Origin Story di un nuovo eroe, l'Invincible del titolo. E invece basta arrivare poco oltre per ricevere il colpo, subire la sorpresa e capire quale sia la vera natura dell'operazione di Robert Kirkman: demolire e distruggere per far piazza pulita e ricostruire qualcosa di diverso, che possa omaggiare senza ripetere, decostruire cambiando le carte in tavola ma senza affidarsi agli strumenti del ridicolo e della parodia.
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Crescere e trovare se stessi
Punto di partenza di questa operazione è Mark Grayson, il giovane protagonista che deve caricarsi il peso di questa operazione sulle proprie spalle da adolescente. È il ragazzo normale che deve affrontare il nemico più grande che uno nella sua posizione possa trovarsi di fronte: crescere. È un avversario temibile che ognuno di noi ha dovuto affrontare, con alterni successi, e per questo le sue vicende ci risultano così vicine e comprensibili, perché anche se nel nostro piccolo di esseri umani normali, senza poteri e con un padre umano, non cambiano sogni, desideri, difficoltà e contrasti. Ne cambia la proporzione e l'entità, ma non la natura.
Mark è la chiave che ci permette di entrare nella storia, ma attorno a lui c'è un'esplosione di personaggi e situazioni che rendono ricco e intrigante il cammino e l'evoluzione personale del ragazzo e di chi lo circonda. Se tutta la prima stagione della serie arrivata su Prime Video coprirà soltanto i primi tre volumi del fumetto, pensate quanto materiale c'è ancora a disposizione considerando che la storia completa si compone di ben venticinque in totale, tutti densi di archi narrativi sorprendenti e spiazzanti.
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Questioni di famiglia
Centrali in tutto questo immenso affresco fatto di twist, azione e violenza sono Mark e Nolan, figlio e padre. Torniamo laddove avevamo iniziato questo discorso, perché Invincible è una questione di famiglia, così sottolinea il titolo stesso del primo volume della serie nell'edizione italiana di saldaPress. Una caratteristica che è propria del suo autore, che avevamo già visto in The Walking Dead e altre sue opere che sono ugualmente delle storie familiari in cui i rapporti interpersonali tra i protagonisti sono tanto importanti quanto gli intrecci e gli scontri dei supereroi.
In Invincible Kirkman si conferma maestro nel tratteggiare la crescita di personaggi che devono affrontare i propri demoni, che siano interiori o legati alle difficoltà del mondo che li circonda, sviluppando le relazioni interpersonali per evolvere in parallelo e in modo complementare l'uno rispetto all'altro. Seguiamo la storia familiare dei Grayson sullo sfondo di questo potente e colorato omaggio al mondo dei supereroi, classico nei temi e moderno nel suo sviluppo.