Harrison Ford, solitamente burbero e impenetrabile, è apparso emozionato in più di un'occasione durante la conferenza stampa di Indiana Jones e il Quadrante del Destino, uno dei titoli più attesi di Cannes 2023. L'accoglienza riservata dalla critica al film sarà anche stata tiepida, ma l'entusiasmo per il divo è alle stelle soprattutto pensando che questa sarà la sua ultima avventura con fedora e frusta in mano. Quando gli viene chiesto il motivo che lo ha spinto a dire addio al ruolo di Indiana Jones, Harrison Ford risponde stupito: "Non è evidente?", riferendosi ai sopraggiunti limiti di età visto che a luglio compirà 81 anni, ma poi ribadisce di amare il suo lavoro, di sentirsi estremamente fortunato e di non avere nessuna intenzione di smettere di recitare.
A far quadrato intorno all'attore, a Cannes c'è il team creativo al completo di Indiana Jones 5: il regista James Mangold, il cast composto da Mads Mikkelsen, Phoebe Waller-Bridge e Boyd Holbrook, i produttori Frank Marshall e Kathleen Kennedy. Manca solo Steven Spielberg, anche se Mangold assicura di averlo sentito costantemente prima, durante e dopo la realizzazione del film. "Quando mi hanno chiamato a dirigere Indiana Jones 5 ero indeciso: è una grande responsabilità e capisci che le aspettative sono altissime. Ognuno ha una sua versione di Indiana Jones e io dovevo compiacere tutti", spiega. "Sono stato coadiuvato da una crew leggendaria, ho cercato di realizzare un film che fosse mio e che al tempo stesso rispettasse i ruoli di tutti. Ho visto I predatori dell'arca perduta nello Stato di New York nel giorno di apertura ed è uno dei motivi per cui ho scelto di fare il regista. Questo film è la realizzazione dei miei sogni, ho potuto collaborare coi miei eroi".
Reinventare Indiana Jones per dargli la conclusione che merita
Indiana Jones e il Quadrante del Destino arriverà nei cinema italiani il 28 giugno, carico di aspettative da parte del grande pubblico. Ma quali erano le aspettative di Harrison Ford nei confronti del quinto e ultimo capitolo della saga? "Volevo che fosse un buon film, volevo che completasse la storia, volevo vedere quest'uomo giovane e vigoroso alla fine della vita" spiega il divo. "Volevo che fosse reinventato, che avesse una relazione profonda e non il solito flirt. Volevo lavorare con James Mangold. Nessuno meglio di questo team avrebbe potuto fare un servizio migliore al personaggio". Mangold lo interrompe per puntualizzare: "Una delle cose più importanti che realizzi lavorando con Harrison è che è sempre concentrato sul personaggio. È un artista nel senso più puro del genere, ti spinge a metterti in discussione".
Indiana Jones e il Quadrante del Destino parla di viaggi nel tempo. E il tempo è qualcosa con cui Harrison Ford deve fare i conti, arrivato alla sua età. Ripensando all'inizio della sua carriera, l'attore ammette: "Ci sono così tante persone che lottano per emergere e non ce la fanno. Ho dovuto aspettare che la fortuna bussasse alla mia porta, ma ho imparato dalle mie esperienze di falegname. Questo lavoro porta grandi soddisfazioni, ma anche tante delusioni. La mia fortuna è stata trovare persone che mi hanno aiutato permettendomi di arrivare fino a qui. Ieri durante la premiazione mi sono sentito come un re. Il senso della comunità mi fa sentire così bene".
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Per il cast un'esperienza indimenticabile
E la comunità di Indiana Jones e il Quadrante del Destino è formata anche dall'eclettica Phoebe Waller-Bridge, attrice e co-sceneggiatrice che si è detta entusiasta dell'azione presente nel film definendola "liberatoria" e lodando "quest'avventura incredibile. Entrare in un franchise così amato mette ansia, ma il team mi ha aiutato, abbiamo creato un nuovo viaggio, profondo, avventuroso, è stata una sfida incredibile". Boyd Holbrook rincara la dose, confessando di essersi sentito "come un ragazzino, è surreale aver visto i film da piccolo e diventarne parte. Sapevo che sarebbe stato un viaggio incredibile, sono le persone più appassionate con cui abbia mai lavorato. Ho letto qualche pagina dello script e ho accettato prima di arrivare al mio personaggio". Mads Mikkelsen aggiunge sornione: "Io e mio fratello riguardavano questo film a 15 anni. Era molto prima che volessi fare l'attore, ma volevo essere Indiana Jones. Tutti lo amano perché è un personaggio affascinante, mente, ruba, ma è così cool".
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Il futuro di Harrison Ford? La commedia
Mentre James Mangold sottolinea l'importanza del lavoro di scrittura durante oltre un anno e mezzo ("Nessun film viene realizzato senza un grande script e nessuno script nasce senza autori, per questo sostengo la causa dello sciopero"), per Harrison Ford il successo di Indiana Jones sta nella sintesi perfetta di tutti gli ingredienti del franchise. Come spiega: "Fondere tutti gli elementi della storia richiede scienza. Il personaggio supporta la storia e la storia supporta il personaggio, è fottuta magia quando funziona. E quando non funziona è un incubo. La magia nasce dalla collaborazione".
Il divo nega di aver rimpianti per le occasioni perse durante la sua carriera e ribatte: "Se accade accade, sennò c'è una ragione". E riguardo ai progetti futuri? "Apple TV+ ha rinnovato la serie 'Shrinking' per una seconda stagione e io adoro le commedie quindi sono più che felice". Quando gli viene chiesto dove si trova il cappello di indiana Jones sorride ed esclama: "Da Sotheby's credo. In realtà ne ho uno a casa, ma non sono nostalgico. L'esperienza dei film è ciò che vive con me, è il mio vero tesoro". Di fronte alla possibilità di un ritorno di Indiana Jones in versione giovane ci pensa il "No" netto di Kathleen Kennedy a porre l'ultima parola sulla questione. Di Indy ce n'è e ce ne sarà sempre uno solo.