Il trono di spade, stagione 3, episodio 2: Dark Wings, Dark Words

Pur incentrato su dialoghi e momenti di apparente stasi, questo episodio introduce personaggi ed elementi importantissimi e prosegue nel delineare in maniera credibile e approfondita psicologie e dinamiche, spesso allontanandosi sensibilmente dal canone martininiano.

Dark wings, dark words è un modo di dire diffuso a Westeros, e si riferisce al colore infausto dei volatili utilizzati per inviare notizie dall'uno all'altro dei Sette Regni. Nell'episodio de Il trono di spade così titolato, ad essere raggiunta dai corvi recanti terribili notizie è sopratuttutto Lady Stark, sempre di stanza ad Harrenhal al seguito delle truppe di suo figlio Robb. Le missive giungono da Delta delle Acque e da Grande Inverno, e la prima annuncia la morte di Hoster Tully, il padre di Catelyn, la seconda la distruzione del castello degli Stark, nonché della sparizione (e quindi probabile morte) dei giovani Bran e Rickon.
Cat, che ha appena fatto infuriare Robb e Lord Karstark liberando il prezioso e detestato Jaime Lannister con la tenue speranza di riavere in cambio Sansa e Arya, sprofonda in un'angoscia irrimediabile alla notizia della probabile sorte dei figli più piccoli, ed è davvero commovente vederla attribuire le disgrazie della sua famiglia all'unica macchia della sua storia familiare: l'incapacità di amare il figlio di un'altra che il suo Eddard le chiese di accogliere come una madre.

Eppure vivono, sebbene minacciati da varie specie di orrori, i suoi figli, e vive il bastardo di Ned, Jon Snow, che lassù tra i Bruti incontra il suo primo Warg, un uomo in grado di trasferire la sua coscienza nel corpo di altri esseri viventi (ora, nei libri di George R.R. Martin, un Warg è uno skinchanger legato a un metalupo; non dimentichiamo il fatto che ogni giovane Stark ha un metalupo, tranne Sansa che ha perso il suo per mano di Cersei Lannister, mentre Arya ha allontanato la sua Nymeria); c'è un interludio piacevole, però, per Robb che si gode l'amata Talisa (la quale tuttavia, predice Lord Karstark, è la ragione per cui perderà la guerra) e per Sansa che, ad Approdo del Re, è avvicinata amichevolmente dalla futura regina Margaery Tyrell e dalla sua formidabile nonna Lady Olenna Redwyne, che la convincono a vuotare il sacco sulla vera natura del suo ex fidanzato, Re Joffrey. Nessuna delle due appare particolarmente sconvolta alla notizia che Joff è un autentico mostro, anzi, è con l'introduzione della letale nonnina, interpretata dalla favolosa Diana Rigg, che scopriamo da chi ha ereditato il suo fegato, il suo ingegno e la sua abilità la bella Margaery, che, in una scena successiva, mostra di avere già capito come prendere il suo promesso sposo: dalla balestra.
Fanno incontri importanti anche gli altri lupacchiotti di mamma Catelyn. Arya, in fuga da Harrenhal con Gendry e Hot Pie, incrocia un contingente della Compagnia senza vessilli di Lord Beric Dondarrion, guidato dal simpatico Thoros di Myr (Paul Kaye), guerriero/bandito/ sacerdote di R'hllor (e quindi correligionario della musa di Stannis Baratheon, Melisandre di Asshai); peccato che, proprio mentre il buon Thoros e i suoi stanno per lasciarli andare senza averla riconosciuta, sopraggiunga una vecchia conoscenza con cui Arya ha dei conti da regolare. Bran, invece, è sempre più in contatto con la sua natura di Warg, e scopre un contatto telepatico con un ragazzo che ha un dono simile al suo: è attraverso questo legame che Jojen e Meera (Thomas Sangster e Ellie Kendrick), i figli adolescenti di Howland Reed di Torre delle Acque Grigie , il più fedele dei vassalli di Eddard Stark, riescono a raggiungere sulla via verso la Barriera Bran, Rickon, Osha e Hodor. Ed è subito evidente l'importanza del ruolo che i poteri di Jojen avranno nel misterioso e affascinante arco narrativo che riguarda Bran - e probabilmente non solo Bran.

Ma torniamo a sud per parlare di un altro microgruppo e di un'altra missione che regala forse i momenti più memorabili di questo Dark Wings, Dark Words: Brienne di Tarth e il suo prigioniero Jaime Lannister procedono verso Approdo del Re per tentare lo scambio con le ragazze Stark, ma il baldanzoso e velenoso Sterminatore di Re non ci sta, e cerca in ogni modo di provocare la guerriera per tentare di liberarsi. E alla fine le prende di santa ragione; il fantastico duello tra due nemici che stanno iniziando a conoscersi e persino a piacersi viene però interrotto da un terzo partito che rischia di essere ostile a entrambi, costringendoli ad allearsi.

Abbiamo forse trascurato Tyrion, che non fa molto più che lasciarsi trastullare clandestinamente da Shae, e il povero Sam, che, mestamente di ritorno dal Pugno dei Primi Uomini, se la passa un po' meno bene; per il resto, abbiamo ripreso con successo le fila di quasi tutte le storyline della prima stagione con un episodio che, nella sua natura introduttiva e nel tipo di materiale, fa da compendio alla premiere di stagione Valar Dohaeris. Pur incentrato su dialoghi e momenti di apparente stasi, questo episodio introduce personaggi ed elementi importantissimi e prosegue nel delineare in maniera credibile e approfondita psicologie e dinamiche, spesso allontanandosi sensibilmente dal canone martiniano. L'elemento che più si distanzia dalle Cronache, in questo caso, è la scelta di non abbandonare Theon Greyjoy, che non compare affatto in A Storm of Swords, il volume della serie da cui è tratta questa terza stagione de Il trono di spade, né in quello successivo. Lo vediamo subire infami torture per mano di misteriosi e loschi individui; ne sapremo di più, ma non aspettatevi granché di buono per il principe delle Isole di Ferro.