Il discorso ha radici profonde nel genere fantascientifico, da Isaac Asimov a J.G. Ballard fino a Dan Simmons e Philip K. Dick, ma è nel modo stesso di centrare il concetto e renderlo direttamente diegetico al senso della narrazione che Cixin Liu ha saputo rinnovare la sci-fi letteraria. Stiamo parlando dell'essenziale importanza del Sapere all'interno degli intrecci e dei meccanismi del racconto di uno scritto sci-fi.
Il Sapere è poi un termine estremamente generico, e per chi sfrutta la cultura e la conoscenza umana nella sua totalità - pensiamo al Ciclo della Fondazione -, c'è chi consacra il valore del sapere nella sua forma letteraria, sottolineando il potere liberatorio della cultura contrapposto al bavaglio dell'autorità - Ray Bradbury ad esempio. Con Il problema dei 3 corpi (leggi la recensione) Liu ha però voluto nobilitare più di ogni altra conoscenza e più di ogni altro sistema il ruolo fondamentale della scienza nell'evoluzione dell'Uomo, sfruttando il passato come esempio e il presente come tempo d'azione per impartire una lezione decisamente seminale in un millennio dove serpeggiano complottismo e negazionismo: che soltanto la scienza e l'innovazione tecnologica saranno in grado di salvarci.
Rivoluzioni e alieni
Ignorantia neminem excusat.
La locuzione latina è molto nota in ambito legale, provenendo dal diritto romano, ma si estende ad ogni campo ed è così tradotta: "L'ignoranza non discolpa nessuno", specie se si usa come armatura di superbia. Il paradosso involontario del metodo scientifico, basato sull'osservazione e la sperimentazione delle teorie alla ricerca di dati misurabili e concreti, è legato al suo "mettere in discussione ogni cosa". Non saremmo arrivati dove siamo se Galileo Galilei non avesse contestato la teoria geocentrica, oppure se Isaac Newton non si fosse scontrato con lo stesso modello per promuovere quello eliocentrico e insieme ad esso scoprire l'esistenza della Gravità. In tal senso, è più che giusto "distruggere il vecchio per forgiare il nuovo", come sostiene anche Ye nella serie, specie se l'obiettivo è scoprire i misteri dell'Universo e trovare le risposte alle domande fondamentali. Il problema si pone quando la discussione di un modello preesistente rinnega le basi e le scoperte scientifiche per veicolare verità mendaci e persino prive di logica, in alcuni casi persino superate da secoli (quella della Terra Piatta, per cui inventano esperimenti, contraddicono calcoli e misure, rinnegano l'esistenza di forze invisibili, sentendosi protetti dalla messa in dubbio come giustificazione).
Tutto questo non è però metodologico, non è scientifico ed è anzi puramente negazionista, intriso di quell'ignoranza che non può essere giustificata. Quando Il problema dei 3 corpi comincia il suo viaggio nella Grande Rivoluzione Culturale cinese del 1966, ci troviamo in un periodo di forte cambiamento sociale e politico legato al fallimento di un piano economico di ripresa nazionale. A muovere le folle sono fame, malcontento e paura, non senza essere manovrate dalla voce di Mao, dichiaratamente anti-capitalista e anti-occidentalista, decisa a imporre il modello socialista ed eliminare le radici d'opposizione più forti. Sfruttò i giovani per cancellare i vecchi e la paura del collasso nazionale e la perdita di ogni valore sacro o culturale per combattere quello che definitiva "riformismo" in ogni settore possibile, scienza compresa. Gli studenti della classe proletaria che nell'incipit dello show chiedono al professore di fisica - padre di Ye - di rinnegare la Teoria della Relatività o quella del Big Bang, citando nel farlo "gli imperialisti americani", "la bomba atomica", "uno spazio che va riempito con Dio", sono sintomatici di ogni cosa.
Sono la paura dell'inconoscibile e la volontà di accettare le spiegazioni più semplici e comprensibili che tengono oliati gli ingranaggi dello scetticismo, che nella sua forma più grave si trasforma in negazione praticamente assoluta, anti-assiomica e soprattutto - in contesto - scientifica. Ed è questo che in concreto il romanzo di Cixin Liu e il suo adattamento streaming cercano di combattere: la miscredenza nella scienza, la ricusazione di teorie fondamentali o di verità certe che hanno aiutato l'Umanità ad evolvere e migliorare.
Il problema dei 3 corpi, la spiegazione del finale: siamo insetti, ma resistenti
Meccanica classica e storytelling
Nel grande tessuto concettuale de Il problema dei 3 corpi, gli alieni - i San-Ti - sono insieme testimonianza e conseguenza critica della scienza come unico e imprescindibile strumento di salvezza dall'ignoto e dalla distruzione. Innanzitutto è Ye Wenjie, la figlia del professore di fisica umiliato e ucciso sul palco, a invitarli sulla Terra. Lo fa da scienziata, disillusa sull'umanità e certa dell'ignoranza ciclica dei popoli che sfocerà in paura e nuovamente in morte e rivoluzione. Lo fa rispettando in modo freddo e calcolato le conoscenze imparate, pragmatiche, misurabili, che l'Uomo - quello rivoluzionario - ha tentato di punire e sconfessare, accettando di lasciarsi alle spalle gli ultimi brandelli di morale rimastigli. Quella di Ye è l'estremizzazione opposta al negazionismo, che fa il giro è diventa a sua volta fede cieca e illogica in qualcosa d'inconoscibile, con la sola differenza dell'assenza di paura ma comunque macchiata dalla superbia. In questo senso l'arrivo dei San-Ti testimonia in chiave quasi divina la criticità della scienza, che può creare crescita e contatto ma anche devastazione, a seconda di come usata e applicata, sottolineando sempre e comunque l'elemento umano in un'eventuale escalation.
Al contempo, la loro migrazione verso la Terra con obiettivi di conquista è mossa in primis dall'instabilità del loro pianeta natale, situato in un sistema a tre soli che nella meccanica classica rappresenta appunto una classe di problemi della dinamica. Vivono in un caos che nemmeno la loro scienza avanzata è riuscita a stabilizzare, e per questo certificano ugualmente la criticità dell'evoluzione scientifica, l'innegabilità della sua rilevanza nella perpetua ricerca di sopravvivenza. Spaventanti anzi dai tempi sempre più ridotti dei nostri successi, i San-Ti non distruggono le nostra armi nucleari, non uccidono i potenti del globo, non modificano atmosfere ma agiscono nel solo strumento di salvezza possibile: la scienza, per altro al suo cuore, negli acceleratori di particelle, nella sperimentazione viva delle teorie, inclusa quella primordiale del Big Bang. Gli eroi de Il problema dei 3 corpi sono ingegneri e fisici, il loro fucile la conoscenza scientifica, la loro armatura la mente stessa. Non c'è nulla di più anti-negazionista di questo, nella serialità contemporanea: usare la scienza contro la scienza. Il resto è ignoranza, e come dicevamo è del tutto colpevole.