Il giorno più bello del mondo, la recensione: Alessandro Siani tra magia, teatro ed effetti speciali

La recensione de Il giorno più bello del mondo, il film di Alessandro Siani con Leone Riva e Sara Ciocca: una favola che omaggia la comicità slapstick e il varietà.

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Il giorno più bello del mondo: Alessandro Siani in un momento del film

Luci e colori da avanspettacolo, piume e paillettes, corde per funamboli, clown tristi, buffi giocolieri e vecchi mangiafuoco: polvere di stelle, sublimazione del magico. La recensione de II giorno più bello del mondo, quarta regia di Alessandro Siani in sala dal 31 ottobre, non può trascurare questo immaginario a cui il film fa un richiamo esplicito sin dalla scena iniziale dal sapore un po' retrò: un omaggio al vecchio teatro, mondo di "artigiani che costruiscono gioia pura".

Da sempre mattatore della comicità partenopea, l'autore dirige, scrive e interpreta ancora una volta una commedia cucita su di sé e la propria arte da istrione; rispetto ai modelli narrativi precedenti però, costruiti attorno all'elemento romantico e sentimentale, da Il principe abusivo a Mister Felicità, Il giorno più bello del mondo segna un leggero cambio di rotta: meno improvvisazione, più spazio alla riflessione anche malinconica, all'elemento fantasy e all'action con tanto di effetti speciali. Peccato che a volte la favola contemporanea inciampi nella banalità di battute dozzinali e gag consunte, cedendo alla faciloneria di certa comicità nazional popolare. Risate assicurate per i bambini.

Una trama da favola contemporanea tra magia e comicità slapstick

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Il giorno più bello del mondo: una scena del film

A caratterizzare Il giorno più bello del mondo è una storia che Alessandro Siani ha il merito di raccontare con una tenerezza e un'attenzione al fiabesco, nuovi rispetto ai film precedenti. L'elemento magico - surreale si arricchisce di sfumature che gli permettono di infarcire la narrazione di citazioni e omaggi ai grandi maestri della risata (Totò, De Filippo, Chaplin), l'autore regista si concede inoltre una più pacata riflessione sulla contemporaneità, si affida completamente alla pagina scritta e osa, spingendosi fino all'action movie rocambolesco nella seconda parte del film.
Dopo aver variamente interpretato la figura del cialtrone, Siani si ritaglia il ruolo di Arturo Meraviglia, impresario di un piccolo teatro di avanspettacolo ormai in declino. In seguito alla morte del padre infatti, quel palcoscenico si è ridotto a un cumulo di quinte abbandonate; ne rimane una squinternata agenzia di spettacolo con un solo comico e piena di debiti, che il lascito inaspettato di uno zio lontano appena scomparso potrebbe salvare. Peccato che l'eredità consista in due bambini, Rebecca e Gioele, di cui Arturo dovrà occuparsi: dopo i primi tragicomici momenti di convivenza però, scoprirà che Gioele ha il potere della telecinesi.

I numeri di magia di Gioele potrebbero diventare la nuova attrazione del teatro risollevandolo così dal vicinissimo tracollo; il talento del piccolo illusionista attira però l'attenzione di un team di scienziati dai quali Arturo cercherà di proteggerlo, insieme alla sua sconclusionata combriccola di amici.
Le suggestioni che arrivano dal varietà e dal microcosmo circense e clownesco funzionano, sono i momenti in cui Alessandro Siani riesce a dare il meglio di sé accompagnato da uno straordinario parterre di caratteristi. I tempi comici sono perfetti, i ritmi sono quelli dello slapstick cartoonesco che pervade l'intero film e si fa serrato nella seconda parte, quando il filone action prende il sopravvento con tanto di inseguimenti rocamboleschi e effetti speciali.
La risata è dietro l'angolo, ora suggerita da una sequenza di gag fisiche, ora provocata da una comicità semplicemente verbale: indimenticabile il dissacrante excursus degli stereotipi della fiaba classica, uno degli sketch più divertenti, in cui Arturo inventerà una storia con protagoniste una Biancaneve di Roccaraso e una Cenerentola vegana.

Personaggi da vecchia fiaba

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Il giorno più bello del mondo: un primo piano di Alessandro Siani

Come in ogni fiaba classica c'è il riscatto degli ultimi, la difesa di un'infanzia perduta e il trionfo del bene sul male, mentre la riflessione sul contemporaneo denuncia l'uso smodato della tecnologia; l'esigenza però di affrontare diversi temi con una commistione di generi vari diventa uno dei punti deboli del film, rendendolo poco omogeneo e a tratti frammentario. Tutto intorno si agitano maschere e equilibristi come in un sogno felliniano, volti dagli echi chapliniani e macchiette partenopee.

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Il giorno più bello del mondo: Alessandro Siani in una scena del film

Ma la parte migliore la giocano i due straordinari piccoli interpreti, Leone Riva e Sara Ciocca, disarmanti nell'interpretazione di personaggi che sembrano arrivare da una vecchia fiaba, con la grazia e la poesia che solo le facce da cinema muto sanno avere; le donne invece non sono principesse da salvare ma figure risolutive e determinanti. Un invito a riappropriarsi della meraviglia, a rispolverare la vecchia arte dei teatranti e dei guitti, che però complice una eccessiva dose di sentimentalismo e una dimensione fumettistica a volte abusata, finisce per accontentare solo un pubblico di bambini.

Conclusioni

Come già più volte ribadito nella recensione de Il giorno più bello del mondo, va riconosciuto a Alessandro Siani il tentativo di un cambio di rotta, in parte riuscito. Meno improvvisazione e più attenzione ad elementi come la scrittura, la riflessione sul contemporaneo e la cifra fantastica, che non si esaurisce nella solita love story tra principi e principesse. Interviene qui una malinconia di fondo e un omaggio al passato, nuovi rispetto ai lavori precedenti di Siani. Tempi e ritmi comici sono perfetti, complici le buone interpretazioni di tutti gli attori in scena. La dimensione action nella seconda parte del film fa il resto insieme ad un uso onesto degli effetti speciali. Peccato che su tutto incomba il banale sentimentalismo finale e l'uso di gag abusate, adatte a far ridere solo i più piccoli.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
1.4/5

Perché ci piace

  • La favola contemporanea sospesa tra tenerezza, magia e omaggi al vecchio avanspettacolo.
  • Un'operazione nostalgia che passa dalle atmosfere felliniane ai siparietti da action movie, con un'attenzione particolare all'elemento fantasy e all'uso di effetti speciali.
  • La slapstick comedy e l'istrionismo di Siani e dei caratteristi che lo accompagnano.
  • Le interpretazioni dei giovanissimi Leone Riva e Sara Ciocca, volti da vecchia fiaba.

Cosa non va

  • La patina dei buoni sentimenti da cui Siani fatica ancora a liberarsi, appiattisce e banalizza.
  • Spesso la scrittura cede a battute dozzinali, gag consumate e facilonerie da comicità nazional popolare.
  • I bambini rideranno, gli adulti un po' meno.