Non un'uscita natalizia come ci si sarebbe potuti aspettare, ma una programmazione in seicento sale a partire dal 31 ottobre per "dimostrare al mercato che si può avere Siani anche in una data diversa", ha spiegato Nicola Maccanico di Vision Distribution alla presentazione del nuovo film di Alessandro Siani, Il giorno più bello del mondo, ad Alice nella Città, sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma. Sala gremita di bambini durante la proiezione per le scuole, ovazioni, risate e applausi a scena aperta, a dimostrazione del fatto che gli ingredienti delle sue storie piacciono e portano i ragazzi in sala.
Qualche anno dopo il successo di Mister Felicità, il comico napoletano torna sul grande schermo con un film che combina azione, effetti speciali e favola, di cui abbiamo parlato nella nostra recensione di Il giorno più bello del mondo: "E' stato un lavoro lungo otto mesi, fino a qualche settimana fa stavamo ancora terminando di rifinire alcune cose", ha esordito ringraziando tutto il cast che lo ha seguito nell'impresa, a partire da Leigh Gill impegnato a "saltare dal mio set a quello di Joker".
Che Meraviglia: cambio di rotta per Alessandro Siani
Ne Il giorno più bello del mondo, Alessandro Siani interpreta Arturo Meraviglia, impresario di un piccolo teatro ormai in declino, costretto a fare i conti con una 'strana eredità' lasciata dallo zio morto: due bambini, Rebecca (Sara Ciocca) e Gioele (Leone Riva). Dopo lo sconforto iniziale scoprirà di avere forse tra le mani la chiave per sanare tutti i debiti: Gioele è un bambino magico ed è dotato di super poteri. Sulle sue tracce un team di scienziati dai quali Arturo cercherà in tutti i modi di proteggerlo. "Non ho mai praticato la materia della riflessione nei miei film, ma dopo un confronto con Massimo e Nicola abbiamo pensato ad un cinema che fosse pieno di emozioni oltre che di risate", ha raccontato.
Dentro ci sono finiti diversi temi: dal riscatto che "nella vita di un uomo è sempre importante", alla tecnologia, "nelle nostre case abbiamo ormai elettrodomestici parlanti. Ho l'impressione che oggi si faccia tutto a casa: il cibo, l'abbigliamento, la tv, ogni cosa arriva a casa e si esce poco, noi invece da bambini giocavamo a pallone nei cortili. Il giorno più bello del mondo è la possibilità per ognuno che qualcosa gli cambi la vita, mi interessava raccontare questo".
Questa volta però Siani fa un salto in avanti e rispetto ai suoi film precedenti cambia rotta dirigendo una commedia più riflessiva, ricca di citazioni e omaggi al mondo dell'avanspettacolo; la ragione ce l'ha spiegata così: "Era arrivato per me il momento di iniziare a lavorare su una sceneggiatura, ho sempre lasciato che l'improvvisazione fosse la mia stella; stavolta invece ho cercato di seguire uno script, anche se l'improvvisazione non è mancata come la scena in cui racconto la favola di Biancaneve. Doveva durare due minuti, ma mi stavo talmente divertendo che ne è durata dieci, le risate dei bambini sono reali. - ha rivelato l'attore -regista - Un lavoro più certosino invece è stato necessario per la seconda parte del film dove il ritmo è più serrato". Le citazioni sono moltissime perché "la sceneggiatura lo permetteva", a partire dalla scena iniziale che si svolge in un teatro: "Abbiamo usato alcuni materiali utilizzati da Zeffirelli, ci sono poi omaggi a film comici americani".
"Spesso si dice che il cinema serva da terapia, ma io non faccio film per curarmi, li faccio perché la gente rida e si emozioni. Spero di esserci riuscito", ha poi precisato.
La favola, gli effetti speciali e le donne super eroine.
Risolutivo nel film è il ruolo delle donne, definite delle "super eroine. L'intervento dei personaggi femminili in questa storia è fondamentale, è un po' come nella vita: quando sei perso ti giri e le trovi lì che hanno già risolto tutto. Entrare nel personaggio dell'eroe non mi appartiene, alle donne viene naturale".
Il giorno più bello del mondo è anche favola dove l'elemento magico ha un sapore vagamente retrò; è una dimensione che Siani aveva già esplorato nei film precedenti, un linguaggio che si è rivelato "preciso e perfetto anche per questa storia. Mi piace perché mi permette di estraniarmi da ciò che succede tutti i giorni, che come cittadino non mi tranquillizza. Ma la mia vena sulla favola classica si stava esaurendo, lo spunto sentimentale rischiava di diventare ripetitivo, perciò ho inserito delle linee più moderne e ho voluto depistare me stesso e il pubblico con un finale d'azione".
L'apertura al fantasy ha reso necessario un uso massiccio degli effetti speciali. "Ce ne sono tantissimi anche dove non si notano, è stato un lavoro infinito. È una paura tipicamente italiana quella di non poter fare film dove ci siano molti effetti, invece in Italia ci sono grandi potenzialità", ha concluso non senza prima aver chiosato sulla scelta della data di uscita: "Non mi interessa uscire o meno a Natale, un periodo che storicamente porta il pubblico in sala e che ti fa sicuramente incassare di più. So che è un rischio, ma ho voluto mettere davanti il film e poi uscire il 31 ottobre mi mette meno tensione per gli incassi; certo, se arrivano è meglio, saremo tutti più felici. È una nuova sfida, la stessa de Il principe abusivo uscito il 14 febbraio, speriamo di inaugurare una data che possa funzionare", lontana dal sovraffollamento natalizio e dal ciclone Checco Zalone, in sala dal 1 gennaio, che però "gioca un altro campionato e non ha bisogno di una sfida con me. Tifiamo tutti per il cinema".