Il week-end delle uscite in sala si tinge di giallo con la cancellazione a poche ore dall'apertura del botteghino e senza alcun preavviso della release di Fury, l'atteso dramma bellico con Brad Pitt (anche produttore), Shia Labeouf, Logan Lerman, Michael Peña e Jon Bernthal.
Ne giova forse la sua diretta concorrente nonché consorte Angelina Jolie che ne approfitta per fare piazza pulita con il suo Unbroken che si va a scontrare con il fantasy tutto effetti speciali e gag di Notte al Museo - Il segreto del Faraone e contro Maccio Capatonda con il suo Italiano Medio. In sala anche il Turner di Mike Leigh e Gemma Bovery, la francesissima commedia di Anne Fontaine con Fabrice Luchini e una Gemma Arterton da urlo.
Unbroken
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Diamo la precedenza alle signore. A quattro anni dall'uscita del dramma bellico Nella terra del sangue e del miele, il Premio Oscar Angelina Jolie torna dietro la macchina da presa per dirigere un altro film di guerra che si avvicina stavolta più al biopic con sfumature epico/drammatiche ed è ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale. Al centro del film la vita avventurosa dell'ex-mezzofondista olimpico ed eroe di guerra americano di origini italiane Louis Zamperini, scomparso la scorsa estate. Qualificatosi giovanissimo per le Olimpiadi di Berlino del 1936, dove conquistò l'ottavo posto, Louis si avvia verso una brillante carriera di atleta ma nel 1940 è costretto ad arruolarsi nell'US Air Force. Nel maggio del 1943 il bombardiere americano su cui viaggia precipita nel mezzo dell'Oceano Pacifico e si salvano solo in tre, Louis e due aviatori suoi commilitoni sopravvivono e trascorrono su una zattera allo stremo delle forze ben 47 giorni. Comincia così l'avventura epica di Louis (interpretato da Jack O'Connell) che su un piccolo canotto alla deriva mitragliato dai giapponesi e minacciato dagli squali riesce non si sa come a scampare alla morte. Il destino che lo aspetta al termine dei 3200 km percorsi in mare non è però dei migliori perché proprio quando sembra che l'incubo sia finito viene catturato e deportato dalla Marina giapponese in un campo di prigionia dove trascorrerà due anni d'inferno tra torture fisiche e mentali. Un tempo lunghissimo che piega ma non spezza la perseveranza di ferro di un ragazzo che non ha mai perso la speranza di salvarsi e tornare a casa.
Poi la resa del Giappone e il ritorno negli States, le difficoltà di riambientarsi e gli anni del tormento vissuto alle prese con l'alcolismo e con il disturbo post traumatico da stress. Tratto dal best-seller di Laura Hillenbrand (già autrice di Seabiscuit), Unbroken è sceneggiato dai fratelli Cohen, sì proprio Ethan e Joel, ed ha ottenuto tre candidature tecniche agli Oscar 2015 quali la Fotografia, il Sonoro e il Montaggio Sonoro. Oggi esce in sala in Italia, a novantotto anni esatti dalla nascita di Zamperini avvenuta il 26 gennaio del 1917. Leggi la recensione di Unbroken.
Fury
Di tutt'altro stampo invece Fury, interpretato da Brad Pitt e diretto da David Ayer - già sceneggiatore di Training Day e regista del crudo End of Watch - Tolleranza zero - il film di guerra vero (nel senso più stretto e rude del termine) che doveva uscire oggi ma che invece non arriverà nelle sale, almeno non per il momento. La notizia non è stata annunciata ufficialmente, neanche sulla pagina Facebook di Fury, ma tutti i cinema lo hanno ormai cancellato dalla programmazione. La brutta crisi e il fallimento della Moviemax di qualche giorno fa non ha quindi risparmiato il film, molto atteso dai fan dell'attore, che avrebbe riportato Brad di nuovo di fronte ai nazisti dopo Bastardi senza gloria. Siamo nell'aprile del 1945, a pochi giorni dalla fine della guerra e il comandante Wardaddy si ritrova ad un certo punto a bordo del carrarmato Sherman, soprannominato Fury, a tentare di sferrare il colpo del k.o. nel cuore della Germania nazista con soli quattro uomini a disposizione. Ci abbiamo sperato fino all'ultimo ma niente, niente doppiaggio, niente proiezione stampa, niente release e niente comunicati. Un peccato enorme, perché quello diretto da David Ayer è un film tosto, di quelli sporchi e polverosi che raccontano di tattiche, di imboscate, di cortine di fumo, di polvere da sparo e sangue, di legami indissolubili, uno di quei film che lasciano sì spazio al patriottismo sfrontato degli americani ma che ha già dimostrato di conoscere piuttosto bene la vita militare e di avere gli skills per raccontare storie maschie, di uomini duri e pronti a tutto pur di vincere le loro sfide.
Notte al museo - Il segreto del faraone
Nessuna proiezione stampa anche per il terzo capitolo della divertente saga che ha visto negli anni Ben Stiller nei panni di Larry Daley, guardiano notturno dell'American Museum of Natural History di New York che ad un certo punto della vita ha avuto la fortuna di entrare in contatto con creature e personaggi tra i più celebri e strani della Storia grazie a un incantesimo che fa prendere vita ad ogni oggetto, statua e reperto presente nelle teche del museo. Stavolta l'ambientazione cambia e da New York ci trasferiamo al British Museum di Londra che si 'risveglia' per la prima volta ma potrebbe anche essere l'ultima. Il sole tramonta, la tavola comincia a brillare e tutto prende vita, ma la magia che ha riportato tutti in vita potrebbe definitivamente svanire e non tornare mai più, per questo la sgangherata combriccola composta dal guardiano, da Attila, Roosevelt, Sir Lancillotto, faraoni, cow boys, legionari, uomini primitivi e scimmie deve volare fino in Inghilterra e provare a risolvere il problema tra mostri giganteschi, scheletri di dinosauri e enormi statue di pietra. E' uscito ieri nelle sale Notte al Museo - Il segreto del Faraone, il film che ci regala una delle ultime interpretazioni del compianto Robin Williams che torna per la terza volta nei panni del presidente americano Teddy Roosevelt.
Gemma Bovery
Ispirata all'omonima graphic novel di Posy Simmonds e ai personaggi del primo romanzo di Gustave Flaubert, la commedia raffinata e frizzantina in bilico tra sogno e realtà diretta con ardore e originalità da Anne Fontaine vede protagonisti Fabrice Luchini e una splendida Gemma Arterton che vi lascerà senza fiato. Lui, Martin, è un intellettuale parigino che vive ancora all'ombra delle sue ambizioni giovanili e si è reinventato come panettiere in un paesino della Normandia; lei, Gemma, è la donna che risveglia all'improvviso le passioni di lui come una moderna e sensuale Madame Bovary. Appena arrivati e preso possesso della casa di fronte a quella di Martin, Gemma e Charles Bovery sembrano avere uno strano legame con i personaggi del celebre romanzo e anche se Martin si prodiga affinché il destino della coppia non segua la stessa trama, Gemma non resiste alle tentazioni e decide di vivere la sua vita seguendo unicamente il suo istinto. Leggi la recensione di Gemma Bovery e l'intervista a Anne Fontaine.
Turner
Come Unbroken anche il Turner di Mike Leigh, presentato in concorso a Cannes e presentato proprio ieri dal regista a Roma, ottiene diverse nomination per gli Oscar nelle categorie tecniche (Miglior colonna sonora originale, Migliori costumi, Miglior fotografia e Miglior scenografia), ma non riesce a far guadagnare al suo formidabile protagonista Timothy Spall, vincitore della Palma d'Oro a Cannes come Migliore Attore, un posto nella cinquina dei migliori attori protagonisti. Si tratta del biopic dedicato a Joseph Mallord William Turner, pittore romantico, uomo solitario e pensieroso, lontano dalla mondanità, dalla politica e dalla vita pubblica. Un personaggio taciturno, brusco e schivo che la bravura dell'attore protagonista e la maestria di Leigh trasformano in un amabile compagno di viaggio con cui trascorrere due ore e mezza in tranquillità. A fare da contorno la Natura, la campagna inglese e i suoi abitanti, strambi, arguti e ironici personaggi che ci raccontano un'intera epoca. La scelta vincente di Leigh è quella di mostrarci i quadri di Turner prima ancora che vengano dipinti, come immagini in movimento raccontate attraverso lo sguardo del protagonista che incede leggero sui paesaggi, sulla luce e sui colori. Un film non per tutti, dedicato a chi ha voglia di qualcosa di 'sopraffino', di silenzioso e di straordinariamente bello da ammirare. Leggi la recensione di Turner.
Italiano medio
A chiudere vogliamo spendere due parole su Italiano medio, il film d'esordio dietro la macchina da presa del comico di Vasto Marcello Macchia, in arte Maccio Capatonda, il personaggio televisivo e internettiano nato sotto l'ala protettrice della Gialappa's Band e inventore dei geniali quanto demenziali trailer dello Speciale Cinema di Mai dire lunedì. Ed è proprio da un trailer lanciato sul web nel 2012, che ha ottenuto successo incredibile di pubblico e di click, che nasce Italiano medio, un film che si orienta verso il sociale raccontando la storia di un uomo che arrivato ad un certo punto della sua vita - avvilito, furioso e depresso per come vanno le cose nel mondo - decide di assumere la pillola che riduce l'intelletto trasformandosi da uomo socialmente impegnato in un italiano medio che usa solo il 2% delle sue capacità intellettive fregandosene di tutto. "Cazzate fatte bene o cose intelligenti fatte male?", si chiede con senso (auto)critico lo stesso Maccio durante un'intervista sperando nell'autoironia degli italiani e augurandosi una buona accoglienza del pubblico. Noi gli vogliamo rispondere con una battuta del Quelo di Corrado Guzzanti che dice più di mille parole: "la risposta è dentro di te, e però è sbagliata".