Homeland: commento all'episodio 3x07, Gerontion

Dopo la cattura di Majid Javadi, Homeland arriva ad un'importante fase di transizione nella storyline della terza stagione: da una parte Saul Berenson impegnato a mettere a frutto i suoi ultimi giorni da direttore della CIA, dall'altra Carrie Mathison intenzionata a dimostrare l'innocenza di Nicholas Brody.

Il plot
Dopo la cattura di Majid Javadi (Shaun Toub), Saul Berenson (Mandy Patinkin) decide di tentare uno dei più rischiosi azzardi della propria carriera: trasformare il diplomatico iraniano, fra i diretti responsabili dell'attentato di Langley, in una spia al servizio della CIA, utilizzando l'arma del ricatto. Intanto, Carrie Mathison (Claire Danes) e Peter Quinn (Rupert Friend) hanno il compito di deviare le indagini della polizia sull'eccidio della famiglia di Javadi; Quinn, identificato da una telecamera nei paraggi dell'abitazione, decide di addossarsi la responsabilità dell'accaduto, in modo da coprire la loro missione segreta. Nel frattempo, Saul deve tenere sotto controllo anche il Senatore Andrew Lockhart (Tracy Letts), designato come prossimo direttore della CIA, e insieme a Dar Adal (F. Murray Abraham) rivendica il valore del proprio operato. Poco prima di essere imbarcato per l'Iran, Javadi rivela a Carrie che Nicholas Brody (Damian Lewis) non era coinvolto nell'attentato alla sede della CIA, e che il colpevole va cercato altrove...

Cosa ci è piaciuto di questo episodio
Archiviata la prima metà di questa terza stagione, nell'episodio Gerontion Homeland sembra voler chiudere la storyline riferita a Majid Javadi (dopo aver già concluso, nella puntata precedente, il subplot dedicato alla famiglia Brody) e portare avanti le premesse per il plot delle prossime cinque puntate: da una parte la lotta politica al vertice della CIA fra Saul e il Senatore Lockhart; dall'altra la ricerca del vero colpevole dell'attentato di Langley, nel disperato tentativo di dimostrare l'innocenza di Brody. Gerontion si propone così come una sorta di "puntata di raccordo", in cui tuttavia emergono, con forza ancora maggiore del solito, alcuni dei temi più interessanti della serie: la "legittimità etica" delle azioni compiute dagli agenti della CIA e gli effetti logoranti di tali scelte sull'esistenza di chi si trova costantemente rinchiuso entro i confini di una zona grigia contrassegnata da una profonda ambiguità morale. Ecco dunque emergere i dilemmi di Carrie riguardo l'innocenza di Brody e il futuro del bambino che porta in grembo; i divoranti sensi di colpa di Quinn, che arriva a mettere in discussione il proprio ruolo all'interno dell'Agenzia; e i sentimenti contrastanti di Saul nei confronti della moglie Mira (Sarita Choudhury), alla quale vorrebbe riavvicinarsi nonostante la freddezza e i tradimenti.

Cosa non ci ha convinto di questo episodio

Homeland - Gerontion 2
Homeland - Gerontion 2
Ancora una volta, gli autori di Homeland si ritrovano costretti a qualche "salto mortale" per far quadrare l'intreccio e portare avanti la trama secondo un piano prestabilito: in tal senso, non convince pienamente la scelta di concludere in maniera così rapida e brusca, nell'arco di appena un paio di episodi, la parabola di Majid Javadi, il supervillain che, dopo aver costituito il fulcro dell'attenzione di tutti i personaggi per la prima metà della stagione, esce di scena frettolosamente e con un espediente non del tutto verosimile (viene assoldato dalla CIA per svolgere un doppio gioco ai danni del Governo iraniano).

Note a margine
Il titolo dell'episodio, Gerontion, è ispirato all'omonimo poema dello scrittore anglo-americano T.S. Eliot, composto in prima persona e basato sugli interrogativi riguardanti il futuro politico dell'Europa dopo la Prima Guerra Mondiale, in un periodo di radicali cambiamenti: un parallelismo letterario che sembra applicarsi per certi aspetti alla figura di Saul (il vero protagonista di questa settima puntata), un veterano impegnato a confrontarsi con le trasformazioni del mondo in cui vive.

What's next?
Rispedito Majid Javadi in Iran, il compito di Carrie a questo punto sarà rintracciare il misterioso avvocato Bennett (Martin Donovan), legato al terrorismo iraniano, e di conseguenza riaprire le indagini sul vero responsabile dell'attentato di Langley, conquistandosi così la possibilità di scagionare Brody. Quest'ultimo rimane "latitante", e ormai appare sempre più probabile che gli autori meditino di continuare a tenerlo in disparte per poi farlo rientrare in scena soltanto in prossimità dell'epilogo.

Movieplayer.it

4.0/5