Happy Days: 40 anni di un cult raccontati dall'esperto

Il presidente dell'unico fan club al mondo di Happy Days, Giuseppe Ganelli, rivive i 40 anni della sitcom con aneddoti sugli attori ed esperienze personali e stila una classifica dei migliori episodi delle 11 stagioni.

Al via i festeggiamenti per i 40 anni di Happy Days (hastag #40happydays): per l'occasione a Londra debutta il musical ispirato alla sitcom e Giuseppe Ganelli, presidente dell'International Happy Days Fan Club, ha raggiunto Henry Winkler (Fonzie) nella capitale inglese. Non prima, però, di omaggiare la sitcom - che ha debuttato su ABC il 15 gennaio 1974 - con una carrellata di emozioni, ricordi e curiosità. La sua è l'unica associazione ufficiale, riconosciuta dal cast e dalla produzione, invitata agli eventi a stelle a strisce e capace di creare un filo diretto tra il pubblico e gli attori.
Gli iscritti non solo hanno diffuso informazioni sulla serie, ma hanno lavorato come esperti e consulenti in materiale, portando persino alla luce un'intera stagione mai trasmessa in Italia. La passione e la fedeltà verso questa pietra miliare della storia della TV hanno tenuta viva la sua eredità attraverso iniziative sempre diverse. E sono state ripagate dalla riconoscenza di un gruppo di lavoro che, dopo 4 decadi, ha ancora voglia di rivivere i tempi da Arnold's e di incontrare i fan.

Qual è la storia e la natura del vostro fanclub?
Siamo nati come sito nel 1997: tutto è cominciato da un gruppo di amici che non si conosceva personalmente, ma che era entrato a contatto tramite la ricerca di materiale e gli annunci. Uno di noi ha creato una pagina web, che poi si è trasformata nel fan club, l'unico ufficiale riconosciuto al mondo. La maggiore soddisfazione è stato segnalare a Mediaset che una stagione, la penultima, non era mai andata in onda. Il motivo? Le puntate non erano mai state recapitate: quando la rete se n'è accorta ci ha chiesto di aiutare nel doppiaggio per far funzionare lo slang durante la traduzione. Oggi siamo circa 500 iscritti da tutto il mondo.

Qual è il rapporto del cast con i fan?
Non c'è più il delirio di una volta, l'affetto è cambiato. Anson Williams (Potsie) era a Roma per I migliori anni e a pranzo mi raccontava di essere andato all'epoca delle riprese a vedere un concerto in un'arena. Appena il pubblico si è accorto della sua presenza ha smesso di interessarsi all'evento: la polizia ha dovuto tirarlo fuori mentre la gente gli strappava i vestiti di dosso. Lo stesso Henry Winkler raccontava di essersi fatto crescere la barba durante le pause dal set per essere meno identificabile, anche se lui è davvero pazzesco, l'emblema stessa della disponibilità. Anche Ron Howard (Richie) ricorda con affetto la serie: durante il nostro primo incontro, nel 1999 al Festival di Cannes, ci ha concesso una chiacchierata privata di 20 minuti. Tutti ammettono che senza Happy Days la loro vita sarebbe stata molto diversa e sanno che le interazioni con i fan sono parte del lavoro.

Qual è il ricordo più emozionante?
Nel 2008 sono stato scelto come rappresentante di tutti i fan di Happy Days per parlare a Milwaukee nel corso della cerimonia per la statua di Fonzie. Sul palco c'erano il Governatore, il creatore della serie Gary Marshall ed Henry Winkler. La mia presenza ha testimoniato la riconoscenza nei confronti del pubblico.

Perché Happy Days è così speciale?
Oggi la TV è cambiata, mentre Happy Days, al di là della morale americana, offriva un prodotto trasversale per tutte le fasce d'età. Era divertente ma andava oltre la semplice sitcom. Gary Marshall diceva di essere stato accusato di eccessiva leggerezza, ma si giustifica così: A scuola ci sono le ore di storia e geografia e poi arriva il tempo dell'intervallo. Noi siamo la ricreazione. Non vogliamo insegnare niente a nessuno, ma semplicemente far divertire.

Quale serie ne ha raccolto l'eredità?
Probabilmente Friends, non a caso nel pilot stanno guadando un episodio di Happy Days. Lo ha scritto anche una studentessa in una tesi di laurea secondo cui appunto Friends sarebbe la famiglia moderna, un gruppo di amici con ruoli diversi. Hanno avuto un successo analogo.

Quale personaggio resterà indelebilmente impresso nell'immaginario collettivo?
Fonzie è una specie di supereroe, nato come personaggio secondario che aveva a stento tre battute e che poi ha rubato la scena ai principali. ABC ha addirittura chiesto a Henry Winkler di fare un telefilm tutto dedicato al suo personaggio, ma ha rifiutato dicendo che la forza di Happy Days stava nel gruppo e che Arthur Fonzarelli funzionava perché inserito nella famiglia.

Quale curiosità hai scoperto con maggior orgoglio?
Nel pilot originale Joanie era interpretata da una bambina bionda. Ho mandato molte email e persino VHS e foto in America per scoprire chi fosse, ma nessuno se la ricordava, compreso Gary Marshall, ma alla fine ho scoperto il suo nome: Louise Foley. Che soddisfazione!

Quale domanda, invece, è rimasta senza risposta?
Pinky Tuscadero, la prima fidanzata di Fonzie, è stata messa da parte molto presto. Si mormorava che l'attrice Roz Kelly non si fosse inserita nel gruppo. Ogni volta che se ne parlava, nessuno ha voluto spiegarmelo. Gary Marshall però l'ha inserita persino nel musical.

Hai incontrato quasi tutti i beniamini del telefilm, hai partecipato alla reunion dei 30 anni, hai visitato gli studios. Hai qualche rimpianto?
Avrei voluto conoscere dal vivo Al Molinaro, che parlava anche italiano per via delle sue origini, e partecipare alla registrazione di una puntata, ma per questioni anagrafiche non è stato possibile. Tutto il resto, invece, resta memorabile, come Anson Williams che ha cercato di trovarmi una compagna proponendomi la sua interprete come candidata appena ha saputo che ero single.

Casa tua è un museo di cimeli?
Ne ho molti, tra cui il cappello da baseball che Henry Winkler indossava alla reunion dei 30 anni, che mi ha regalato. Hanno giocato la partita tra Arnold's e Ferramenta Cunningham. Gary Marshall poi mi ha omaggiato di un copione della serie.

Oltre all'album dei ricordi non può mancare la classifica degli episodi imperdibili. Quali sono i tuoi preferiti?
Il pilot e il finale per ovvi motivi meritano un posto d'onore. Poi Un incidente con la moto, l'unica puntata drammatica in cui Richie è in coma e Fonzie parla con Dio. In Vigilia di Natale, nella seconda stagione, Fonzie viene invitato per la prima volta a casa Cunningham. Il record di Fonzie, nella terza, invece, ha fatto esplodere il fenomeno grazie alla scena del salto dei bidoni con la moto. E per concludere Bentornato Richie, quando il personaggio fa di nuovo capolino nella serie durante l'ultima stagione.

Quale sconvolgimento avresti portato nel copione?
La serie sarebbe potuta finire con il matrimonio di Fonzie, ma sarebbe andata contro la natura del personaggio. Un bel cambiamento, certo, forse anche troppo grande...

Leggi il nostro ricordo della serie per i suoi 40 anni