I Guardiani della Galassia, per tutti gli appassionati del Marvel Cinematic Universe, sono oramai nei nostri cuori: a livello affettivo li possiamo considerare degli amici lontani (d'altronde sono sempre in giro per il cosmo) che è sempre un piacere rivedere. Ed effettivamente, osservando da vicino le loro avventure, permane quel senso di umanità e sensibilità che altri personaggi non sono riusciti a trasmettere, un'empatia del tutto particolare derivata probabilmente da una commistione di ironia e dramma che è così intensamente vicina alla nostra realtà. James Gunn, con Guardiani della Galassia, è riuscito brillantemente a dare vita ad un team ben caratterizzato, che è evoluto di pari passo con lo sviluppo dell'universo cinematografico e seriale de La Casa delle Idee e che purtroppo, arrivati alla Fase 5, deve lasciare spazio ad altre nuove figure. Guardiani della Galassia Vol. 3 sarà un addio doloroso, più intenso probabilmente della scomparsa di Yondu, che però è necessario per il futuro del Marvel Cinematic Universe.
Una squadra equilibrata
Prima di arrivare all'accettazione di questo imponente cambiamento, bisogna comprendere, passo dopo passo, come mai siamo così tanto legati agli Avengers galattici. Per prima cosa possiamo dire che, già all'inizio del loro percorso, il punto nevralgico della loro efficacia su schermo si può intravedere nel perfetto bilanciamento delle parti. I Guardiani sono diversi tra loro: provengono da pianeti agli antipodi, hanno abilità e caratteri differenti, ma comunque, nonostante siamo di fronte ad un calderone stellare, il risultato è eccellente. Merito di una scrittura calibrata che, fin dal primo capitolo, ha lavorato molto bene sia sui singoli personaggi che sulle relazioni tra loro: ciò ha garantito una costruzione naturale che, in maniera progressiva, è diventata sempre più solida, fino alla maturità incredibile che si intravede nel trailer di Guardiani della Galassia Vol. 3. Tra l'altro, nulla nella loro storia è lasciata al caso e anche un mediometraggio come Marvel Studios Presenta: Guardiani della Galassia Holiday Special è cruciale per approfondire il loro background.
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Comicità e dramma
James Gunn, un autore che, ricordiamo, è esploso proprio grazie ai Marvel Studios, è riuscito a trovare la formula contenutistica perfetta per un cinecomic. Se da un lato, quindi, a livello narrativo si ha una buona base dalla quale partire, ecco che il resto lo fanno i temi trattati e la gestione della curva emotiva. Un film come Guardiani della Galassia, che agli occhi meno esperti può apparire come un progetto perlopiù dissacrante e fortemente ironico, ha in realtà tanti spunti drammatici da non sottovalutare, uno su tutti il rapporto tra Peter Quill (Chris Pratt) e la madre. Tale alternanza di dramma e comicità non solo garantisce varietà, ma trascina gli spettatori in un ottovolante emotivo dove non è chiara la destinazione. A chiudere il cerchio, uno studio tematico davvero interessante: i Guardiani ci insegnano quanto è importante valorizzare il diverso, ma anche la forza della famiglia acquisita, senza mai dimenticare il potere di una risata.
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Piccolo e grande MCU
Passando in rassegna anche Guardiani della Galassia Vol. 2 dov'è contenuta probabilmente una delle scene più commoventi dell'interno MCU (l'indizio lo trovate nell'introduzione), ci accorgiamo che un altro elemento sorprendente di questo gruppo di personaggi è la loro duttilità all'interno del Marvel Cinematic Universe. La loro caratterizzazione e anche il background che li circonda sono talmente tanto approfonditi che funzionano su due livelli: sia come piccola narrazione indipendente, che in rapporto al macrouniverso di Kevin Feige. Ed è proprio per questo motivo che figure di contorno come Stakar Ogord (Sylvester Stallone), Taserface (Chris Sullivan) e altri sono così tanto importanti: perché forniscono quegli elementi che danno valore intrinseco al mondo dei Guardiani, anche senza l'ingerenza e l'obbligo di integrarlo per forza nel racconto corale Marvel. Se è vero che è molto difficile, per uno spettatore occasionale, dedicarsi solamente ai film di James Gunn tralasciando il resto, nonostante si possa perdere qualche pezzo, si potrà godere comunque le rocambolesche avventure della squadra.
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Un'assenza pesante
Ecco perché l'addio dei Guardiani della Galassia non passerà inosservato: togliere dall'MCU questo funzionale ed efficace gruppo di personaggi non solo peserà all'interno dell'universo, ma bloccherà al tempo stesso dei possibili sviluppi indipendenti di questi eroi. Dopo la morte di Tony Stark (Robert Downey Jr.), assisteremo probabilmente al momento più buio della storia cinematografica de La Casa delle Idee e non è escluso che tale evento avrà delle ripercussioni enormi per il futuro. Nonostante questo, è sempre opportuno analizzare i fenomeni a 360 gradi, non solo per capire le scelte alla base, ma anche per delineare degli scenari che possono sfuggire a ad un primo sguardo superficiale. Il Marvel Cinematic Universe ha bisogno di cambiare, è un dato di fatto, ma trasformarsi non significa necessariamente rinunciare a quanto è stato costruito fino ad ora e ci sono tanti modi per raccogliere ciò che è stato seminato guardando comunque agli anni successivi.
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L'eredità dei Guardiani
Anche se è probabile che non rivedremo più Star-Lord e soci, la loro eredità sarà comunque raccolta da qualche altro personaggio: proprio perché il team galattico ha lasciato un solco indelebile nella memoria di tutti, è difficile pensare che tutto quello che è stato tracciato dalla loro presenza venga buttato nel dimenticatoio. Il modo più semplice per portare avanti i loro insegnamenti è reinvestire la stessa formula vincente dei Guardiani in un altro gruppo di supereroi (e perché no, anche supercattivi). Cercando, ovviamente, di non replicare esattamente le stesse identiche tematiche e anche le medesime accortezze narrative, è comunque possibile prendere spunto da quanto è stato fatto da Gunn per creare delle condizioni simili. Un approccio del genere, però, può essere utilizzato nel caso in cui tutte le storyline e il background di questi eroi sia totalmente rimosso dall'MCU, non lasciando nessuna traccia. E se invece non sarà tutto finito?
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Sarà tutto finito?
Possiamo dare per certo che Guardiani della Galassia Vol. 3 sarà l'ultimo film Marvel di Gunn e, dalle parole degli attori e dello stesso autore, abbiamo compreso che c'è poca speranza di vedere i nostri amici ancora una volta, ma nonostante questo, non è tutto perduto. È sicuramente necessario ridimensionare il loro peso nel mondo supereroistico de La Casa delle Idee, però non significa che personaggi che orbitano intorno a loro non possano comunque avere una parte fondamentale nel futuro del Marvel Cinematic Universe. Da un lato, come accaduto con Cap, ad esempio, i vari Guardiani potrebbero trovare dei successori diretti così da portare avanti la tradizione, oppure, in modo più sottile, alcune narrazioni indipendenti sempre legate a tale dimensione cosmica dell'MCU forse si convoglieranno in alcuni Speciali ad hoc (non a caso si parla già di un mediometraggio su Nova). In conclusione, bisogna comunque venire a patti con questa tragica verità, ma, per quanto difficile, potrebbe implicare un nuovo inizio ancora più promettente.