Grease: Rise of the Pink Ladies, la recensione: questione di brillantina

Prendere un film iconico come Grease e provare a renderlo una serie dei nostri tempi. Grease: Rise of the Pink Ladies, disponibile su Paramount+ con appuntamento settimanale e in contemporanea con gli Usa, ci ha provato e non ci è riuscita del tutto.

Grease: Rise of the Pink Ladies, la recensione: questione di brillantina

Non è certamente il primo esperimento di questo tipo. Revival, reboot, spin-off e similari sono oramai all'ordine del giorno nella programmazione delle piattaforme streaming, che tentano così di accaparrarsi una parte di pubblico "sicuro" nostalgico dei tempi andati, provando a mescolarlo a quello più giovane e "incerto", tentando di catturarlo parlando alle sue tematiche, quindi all'oggi. È in questa sorta di loop temporale che va ad incastrarsi la recensione di Grease: Rise of the Pink Ladies, la nuova serie disponibile su Paramount+ con appuntamento settimanale e in contemporanea con gli Usa, e che come ci dice il titolo prende spunto proprio da quel film cult del 1978 diretto da Randal Kleiser con John Travolta e Olivia Newton-John che a sua volta si ispirava al musical teatrale di Jim Jacobs e Warren Casey. Qui succede l'inghippo: nel voler rimodernare una storia necessariamente figlia del periodo in cui è ambientata, ovvero l'America di fine anni '50, crea un cortocircuito anacronistico da cui non riesce ad uscire.

Brillantina

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Grease: Rise of the Pink Ladies - un'immagine della serie

"Grease is the word" recita una delle prime canzoni che apre la serie, che ha il compito e la responsabilità di provare a farci tornare nelle atmosfere del film - partiamo infatti guarda caso da un drive-in - e presentarci i "nuovi" personaggi e la storia raccontata e darci un'idea del setting rispetto alla trama originale, che per una volta non viene ricalcata pedissequamente. Da subito ci viene presentata quella che si rivelerà la vera forza dello show: i numeri musicali. 30 sono infatti i brani creati appositamente per la serie, presenti nella colonna sonora che esce in contemporanea con Capitol Records, scritti dal nominato ai Grammy Award Justin Tranter, e coadiuvati dalle altrettanto strepitose performance coreografate da Jamal Sims. Qualche canzone rimane maggiormente in testa di altre, com'è normale che sia, ma la messa in scena celebra letteralmente la potenza del musical e tutto ciò che ha rappresentato Grease per il genere. Compresa la regia dinamica di Alethea Jones (che viene da altre serie con protagoniste femminili che cercano la propria identità come Made for Love, Dollface, Evil) e i colori sgargianti di costumi e fotografia, le gonne larghe che svolazzano e i giubbotti di pelle che si sistemano. Sequenze spettacolari e piene di... brillantina.

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Pink Ladies

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Grease: Rise of the Pink Ladies - una scena

Ma qual è la trama di Grease: Rise of the Pink Ladies? Un improbabile quartetto di ragazze si ribella ai dettami della scuola e del tempo per reclamare la propria indipendenza e formare una gang al femminile, caratterizzata dai giacchetti rosa. Jane Facciano (Marisa Davila), goffa e secchiona, durante l'estate si è frequentata con il popolare giocatore della squadra del liceo Buddy (Jason Schmidt), che ha la reputazione di bravo ragazzo e vuole candidarsi al consiglio studentesco. Lui però prima stava con la cheerleader Susan (Madison Thompson), che non vede la nuova relazione di buon occhio e vuole fare di tutto per sabotarla. In questo caso i nuovi-vecchi Sandy e Danny sono ostacolati da molteplici fattori, primo fra tutti il fatto che lui metta in giro la voce che lei è una facile e hanno già fatto sesso ora che inizia l'anno scolastico.

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Grease: Rise of the Pink Ladies - una scena della serie

Nel vendicarsi, Jane viene supportata da altre ragazze che al Rydell High si sentono incomprese ed ostracizzate per motivi diversi: Olivia (Cheyenne Isabel Wells, forse la più carismatica di tutte complice il suo fascino latino, che ricorda Anita) ha una reputazione simile a quella della protagonista per aver avuto una relazione con un insegnante l'anno precedente, Nancy (Tricia Fukuhara) è un'aspirante stilista che è stata abbandonata dalle amiche storiche non appena si sono fidanzate, infine Cynthia (Ari Notartomaso) vorrebbe disperatamente diventare un membro della gang maschile dei T-Bird ma loro non potranno mai vederla come loro pari. Tutti gli adolescenti devono poi sottostare all'assistente del preside (una scoppiettante Jackie Hoffman) che deve spesso fare il lavoro sporco per l'uomo.

Cortocircuito anacronistico

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Grease: Rise of the Pink Ladies - un momento della serie

Quello creato da Annabel Oakes (Agraphical, Minx) in Grease: Rise of the Pink Ladies è quindi, come dicevamo, una sorta di cortocircuito anacronistico, perché accanto alla riuscita spettacolarità dei numeri la storia raccontata contiene fin troppi elementi moderni e attuali per risultare credibile in quegli anni, pur usando tutta la sospensione dell'incredulità possibile. Tutte le protagoniste femminili sono accomunate da questo senso di disagio perenne che le costringe ad essere strumento degli uomini della loro vita e a reclamare la propria indipendenza e instillare nelle altre un briciolo di auto-consapevolezza (perfino l'assistente del preside!). Ciò che ne risulta, inoltre, con questa storia delle gang, anche a livello visivo è più uno scimmiottamento di West Side Story e di quel tipo di tematiche piuttosto che di quelle presenti nel musical del 1978.

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Pink Grease

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Grease: Rise of the Pink Ladies - una foto di scena

Qual è quindi, alla fine dei conti, il legame con il film Grease? La serie si svolge quattro anni prima degli eventi della pellicola ed è proprio la famiglia di Jane a stringere il legame col passato-futuro. Sua sorella minore Fran (Madison Elizabeth Lagares), infatti, si fa chiamare Frenchy dall'amica Betty (Emma Shannon), ovvero Betty Rizzo. I due iconici personaggi che nel film sono interpretati da Didi Conn e Stockard Channing, rispettivamente. "Le amiche sono coloro che ti fanno sopravvivere al liceo" dice Frenchy a Jane, ispirandola a creare le prime Pink Ladies, le stesse che (ri)vedremo nel film. Peccato non siano bastate a salvare completamente la serie.

Conclusioni

È una storia musicale spettacolare a livello di performance e brani originali ma che si inceppa quando si tratta di raccontare una storia moderna ambientata nel passato. Un piacevole passatempo per gli amanti del genere, questo è come appare Grease: Rise of the Pink Ladies alla fine della nostra recensione, ma non molto di più, se si riesce a superare quell'eccessiva sospensione dell’incredulità richiesta. Apprezzabile la scelta di aver lasciato le canzoni in originale con i sottotitoli e i dialoghi invece doppiati.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
2.9/5

Perché ci piace

  • Le protagoniste formano un bel quartetto variegato e interessante.
  • Le esibizioni e le canzoni originali, assolutamente spettacolari e perfettamente celebrative del film.

Cosa non va

  • La storia raccontata fa un po' a pugni col contesto storico.
  • I personaggi rientrano fermamente in vari stereotipi e cliché dei personaggi-tipo che devono raccontare.
  • Si strizza un po’ troppo l’occhio a West Side Story.