Al Comicon di Napoli, Gomorra 4 gioca in casa ed è stato evidente nell'assistere all'incontro di due star della serie Sky con il pubblico della manifestazione campana: per Cristiana Dell'Anna, ovvero Donna Patrizia, e Arturo Muselli, Sangue Blu su schermo, è stato un bagno di folla caloroso e partecipe. Gli spettatori del Comicon si sono dimostrati curiosi dei dettagli sulla quarta stagione di Gomorra e in generale della lavorazione della serie, dell'evoluzione dei personaggi degli attori presenti e di quei simpatici dietro le quinte che i due hanno condiviso. Alla vigilia del finale di stagione - a proposito, qui potete leggere le anticipazioni sugli episodi 11 e 12 di Gomorra 4 - è venuto fuori un incontro piacevole, oltre che interessante, guidato dai colleghi Giorgio Viaro e Marina Pierri, che ha preso le mosse da un aspetto assolutamente non trascurabile: l'importanza che una serie come Gomorra ha nell'ambito del panorama italiano, anche per la sua capacità di imporsi al di fuori dei nostri confini.
Gomorra: frasi, parole (e maleparole) dagli Stati Uniti di Scampia e Secondigliano
Gomorra e l'Italia da esportazione
Ci prova Cristiana Dell'Anna a cercare una spiegazione del successo internazionale, oltre che nostrano, di Gomorra - La Serie, che l'attrice individua nel tentativo di raccontare qualcosa di contemporaneo. "Non si fa mai, si tende a guardare a storie di cinquant'anni fa e quasi mai a quello che ci circonda" ha detto l'interprete di Patrizia, che ha elogiato l'impianto tecnico della serie: "è vero che c'è la drammaturgia del giallo, gli intrighi, a catturare lo spettatore, ma il tutto è tenuto insieme da una serie di eccellenze che hanno contribuito al successo, dalla fotografia ai costumi e il trucco. Gomorra è fatta bene, ricca di qualità." Una qualità che si concretizza in uno stile unico, che si affida soprattutto alla camera a spalla, usata per tutta la durata dello show di Sky. "Non c'è una inquadratura ferma, non c'è un treppiede, giusto qualche carrello" spiega Cristiana Dell'Anna, sottolineando come ciò contribuisca a tenere alta la tensione. "Non si era mai visto prima in TV."
Le scene più difficili da realizzare
Si è parlato anche delle scene più difficili e complesse da realizzare che l'attrice individua in quelle d'azione, ricordando l'inseguimento in auto di Patrizia nella seconda stagione, composto da mille stacchi e che comporta il dover costruire la propria recitazione attraverso tante diverse inquadrature. Le più difficili dal punto di vita tecnico e pratico, ma non emotivo, perché da questo punto di vista sono le uccisioni a tenere il primato. Nel caso di Patrizia viene ricordata la scena in cui uccide due ragazzi molto giovani, ma subito la parola passa ad Arturo Muselli e la terribile sequenza del suo primo omicidio, la sua iniziazione. "Ero sul letto, leggevo la sceneggiatura e speravo di non doverlo fare io. Io, perché quando leggo sono Arturo e non Sangue Blu, ma anche lui ha avuto problemi a fare quella scena." Un momento fondamentale per il personaggio, quello in cui scegliere da che parte andare, se restare un ragazzo di strada o diventare un criminale. "Come attore devi mettere da parte quello che sei e sposare in qualche modo quello che fa il tuo personaggio. E devi farlo senza giudizio e senza vanità. Ci sono volte in cui un attore cerca di portare un po' di se stesso in un personaggio e non va bene."
Ritrovarsi sul set: il Marco D'Amore regista
Con una tale attenzione al personaggi, ciò che più di tutto tiene lo spettatore legato a una serie come Gomorra, il discorso è caduto su un compagno d'avventura che ha cambiato ruolo, da interprete di Ciro l'Immortale a regista per la serie. "Ho lavorato molto con Marco," ha spiegato Cristiana Dell'Anna, "perché sono stata la sua protagonista di puntata e sono stata benissimo. Avevo lavorato poco con lui come interprete e sono stata contenta di poterci lavorare. Marco è uno che ha il dono della parola, che sa comunicare, e ha un'empatia per la persona dietro il personaggio." Anche Arturo ha un ottimo rapporto con Marco D'Amore, costruito da attori: "Il mio rapporto con Marco regista è legato a quello di Sangue Blu, perché lui è il regista del mio personaggio", perché Ciro è quello che in qualche modo l'ha creato. Apprezza anche il suo venire dal teatro, per un'impostazione in cui si ritrova. Ma per loro come per gli altri membri del cast non è spiazzante passare da un regista all'altro, ci tiene a dire che è pazza anche di Cupellini e spiega che la forte conoscenza dei propri personaggi e il gruppo di lavoro affiatato non creano problemi nel cambio di regista da un episodio all'altro.
Patrizia, un personaggio in costante evoluzione
Questa consapevolezza del proprio personaggio passa per una continua e costante evoluzione. Se è vero che "io sono sempre stata protagonista", come sottolinea Cristiana sorridendo, è pur vero che il ruolo della sua Patrizia è cresciuto notevolmente da una stagione all'altra. Ma si tratta di un'evoluzione non sempre pianificata con grande anticipo: "C'è un libro bellissimo che si chiama Il mulino dei 12 corvi, dello scrittore tedesco Otfried Preussler," dice l'attrice spiegando com'è essere in Gomorra, "racconta di dodici ragazzi che entrano in un mulino per lavorare, imparano la magia nera e ogni Santo Stefano uno deve morire. E non sanno chi. Mi sento un po' così in Gomorra." C'è un'idea di base, ma spesso si decide in corso d'opera. "Ci sono stati anche casi contrari," aggiunge Muselli, "di qualcuno che doveva morire e non è morto. Come Genny."
A proposito di uscite di scena, alla vigilia del finale molti fan si chiedono se Genny muore alla fine di Gomorra 4, ma è tutto da vedere. Molta curiosità anche su uno dei nuovi personaggi in arrivo, preannunciato negli scorsi episodi: chi è 'o Maestrale? Qualcuno che già conosciamo o un personaggio inedito?
Patrizia e l'ambizione
Si parla di come sia l'ambizione a guidare l'evoluzione di Patrizia, ma Cristiana Dell'Anna ci tiene a sottolineare quanto sia scritto bene il suo personaggio, fatto di contrasti. "Quando la rivedo, mi viene la pelle d'oca" dice dopo la clip a lei dedicata, "chi fa l'attore può capire che è qualcosa a cui si arriva, a partire dai tanti provini fatti." Per uno di questi è arrivata anche a mentire alla sua agente, dicendo di essere in Italia mentre era a Los Angeles. "Mi hanno chiamata nel cuore della notte," confessa, "e sono partita subito per andare a farlo, col jet leg addosso." Un personaggio a cui ha sempre tenuto particolarmente, anche per il suo significato: "Mi commuovo a dirlo, ma in me c'è risentimento e frustrazione per il territorio campano, e metterle nel discorso di Patrizia significava dargli spessore. Per raccontare una parte spiacevole di noi." Si parla ancora degli omicidi, che in una serie come Gomorra capitano. "La scena con Scianel è stata dura" racconta, "dopo sono andata in discoteca a ballare per scaricarmi." Ma li considera comunque catartici, come quello che facciamo giocando con videogiochi o a pallone, tutte cose che ha messo nella sua Patrizia "per renderla una persona in cui ci si può riconoscere."
L'occhio di Sangue Blu e i disagi di Arturo Muselli
Nel parlare di Sangue Blu, invece, non si può far altro che accennare al suo look e all'occhio velato, risultato di uno scontro a fuoco nella terza stagione. "L'occhio è una mazzata che mi sono dato da solo. L'ho proposto io e l'hanno accettato" spiega Arturo Muselli, che però sottolinea quanto renda complicato tutto: "quando gli altri vanno via, io resto per struccarmi", ma le difficoltà sono anche pratiche sul set: "la prima volta che ho girato con quell'occhio, era una scena a casa dello Stregone e Valerio a una battuta doveva farmi un cenno." Lui però continuava a non vedere quel cenno e solo dopo vari tentativi si è reso conto che la lente opaca gli impediva di vederlo. Ci scherzano molto sul palco del Comicon, è evidente che deve essere uno scherzo ricorrente sul set di Gomorra, ma ciò non frena i discorsi e le riflessioni più serie sul personaggio: "A volte si teme di parlare di umanità per questi personaggi, ma il punto è che sono mossi da desideri umani. Il desiderio di potere è un desiderio umano. Sono vittime di se stessi, sono persone che scelgono di non vivere. Sangue Blu avrebbe potuto fare di meglio nella vita, ma forse nessuno gli ha detto che poteva scegliere. Sono rinchiusi in un mondo privo di ossigeno, vivono di notte in ambienti angusti, ma dentro di sé conservano un'umanità. Quello che li differenzia dagli altri sono le scelte e i luoghi in cui sono nati, che purtroppo non si scelgono."
Si parla dell'omicidio commesso nel nono episodio (a proposito, qui trovate la nostra recensione degli episodio 9 e 10 di Gomorra 4) e di quanto sia difficile salutare un collega che lascia la serie: "è necessario distinguere la persona dal personaggio, altrimenti non vivi nulla bene, non vivi i rapporti umani sul set" ha spiegato Muselli, che ha aggiunto: "Più sei amico, più lavori bene insieme. Nelle ultime puntate ho perso dei compagni di viaggio, ho avuto molta tristezza quando ho perso il personaggio di Valerio e Loris non era più con me. Da attore è sempre brutto, come personaggio la fai e basta. In quel momento devi credere nell'odio tra loro, poi si spengono le luci, ci si abbraccia e ci si dà un appuntamento per una pizza insieme."