Glee - Stagione 2, episodio 16: Original Song

Per l'appuntamento dei Regionals, arriva un episodio dal plot abbastanza esile ma stracolmo di performance, tra cui quelle, particolarmente attese, delle canzoni scritte appositamente dello show.

Un banco di prova di grande importanza è quello che hanno appena affrontato i ragazzi dei New Directions, con la competizione dei Regionals, ma anche gli autori di Glee, che per la prima volta ci presentano un episodio in cui a fare la parte del leone sono brani scritti appositamente per lo show. E diciamo subito che sono tutti promossi: il nostro coro preferito tornerà presto (dopo una breve pausa - il prossimo episodio, Night of Neglect, sarà trasmesso il 12 aprile) a prepararsi per l'incredibile traguardo dei Nationals a New York, mentre Ryan Murphy e il suo supervisore musicale Adam Anders riescono a consegnarci quarantacinque minuti di buona musica e anche un paio di momenti toccanti.

Ne La nostra canzone (in originale ovviamente Original Song) Will Schuester prende atto della diffida dei My Chemical Romance sull'uso di Sing (in realtà un falso della bellicosa Sue Sylvester che, perdute le Cheerios, affronterà i New Directions come direttrice degli Aural Intensity): sarà necessario trovare un nuovo inno per i Regionals. Rachel ripropone la sua idea di scrivere delle canzoni originali, che questa volta viene sostenuta e promossa da Quinn, fino a venire adottata da Will e dal gruppo. In realtà quella di Quinn è più una mossa opportunistica per entrare nelle grazie di Rachel e manipolarla, allo scopo di liberarsi dell'ingombrante minaccia alla sua relazione con Finn, in vista dell'elezione a re e reginetta del ballo di fine anno. Alla fine, tuttavia, sarà proprio Quinn a ispirare a Rachel, che fino ad ora faticava a produrre versi sugli elastici per capelli e sulla solitudine dei figli unici, un brano originale davvero vibrante: Get it Right. Analogamente, saranno le quotidiane angherie di Sue Sylvester nei confronti dell'intero Glee Club a ispirare ai ragazzi il loro inno dedicato a tutti i perdenti delle high school americane, Loser Like Me. E nel frattempo, la ricerca della canzone giusta per la gara servirà a sperimentare e a fare risuonare tra le mura del liceo McKinley tante voci, da quelle di Santana e Puck, Trouty Mouth e Big-Ass Heart, che celebrano le caratteristiche oversize dei propri partner Sam e Lauren, fino alla trionfale e volitiva Hell to the No di Mercedes.

Intanto alla Dalton risuona l'ennesimo pezzo con Blaine solista (Misery dei Maroon 5), e Kurt decide di essere franco con l'oggetto dei suoi desideri e di confessargli che gli Warblers avrebbero bisogno di diversificarsi un po'. Ne viene fuori un duetto per i Regionals, ma soprattutto un decisivo passo avanti nella relazione tra i due ragazzi: dopo il loro chiarimento, Blaine, ascoltando l'amico intonare l'immortale Blackbird dei Beatles in memoria del defunto pennuto Pavarotti, si rende conto di essere innamorato di Kurt.

Murphy, sceneggiatore de La nostra canzone, fa un buon lavoro nell'impedire che i personaggi siano completamente sommersi dalla moltitudine di performance di questo episodio. Ne vengono fuori soprattutto la storyline di Blaine e Kurt, per la gioia dei fan di quest'ultimo, che disperavano di vederlo mai felice, e quella di Quinn e Rachel, che hanno una scena molto efficace, in cui la bionda ex head cheerleader ribadisce che il destino della talentuosa Rachel è lontano da Lima, Ohio, mentre il suo è al fianco di Finn. Ma accanto a interludi e performance emozionanti, l'episodio non lesina i momenti divertenti, un paio dei quali vedono protagonista la solita rocciosa Sue Sylvester.

Per quanto riguarda l'aspetto musicale, la qualità è costante, eccezion fatta per il deludente duetto che apre la performence degli Warblers ai Regionals (Candles degli Hey Monday, seguita dalla già più apprezzabile Raise Your Glass di Pink); e forse anche la setlist dei New Directions, rispetto al numero dei Sectionals con la brillante coreografia di Valerie, è un po' un passo indietro. Ma come resistere, in ogni caso, alla gioiosa autoreferenzialità di Loser Like Me, con i ragazzi che concludono la performance investendo il pubblico di coriandoli/ slushie? Ci mancheranno. Almeno fino al 12 aprile.