Il gladiatore 2 è diventato realtà anche grazie allo streaming: parola di Ridley Scott

In un Botta & Risposta con Christopher Nolan, Ridley Scott spiega che Il gladiatore 2 è stato possibile anche grazie alla popolarità in streaming del primo film.

Il protagonista de Il gladiatore 2, Paul Mescal

Da Tron: Legacy a Top Gun: Maverick Hollywood ci ha ormai abituato a farci vedere dei sequel realizzati decenni dopo il debutto del primo capitolo. Seguiti che possono anche assumere le forme dei cosiddetti "legacyquel", come nel caso di Star Wars: il risveglio della Forza o di Ghostbusters: Legacy. Queste operazioni a volte portano molte soddisfazione - sotto forma di centinaia di milioni di dollari - nelle casse di chi le produce con stratosferiche performance non sempre prevedibili o scontate. Proprio come nel caso del secondo film citato nell'apertura di questo articolo che ha riportato sul grande schermo Tom Cruise col suo Pete "Maverick" Mitchell a 36 anni di distanza dalla sua prima apparizione.

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Il gladiatore 2: ecco Denzel Washington

Un filmmaker che ne sa qualcosa di queste operazioni è Ridley Scott. Qualche anno fa ha prodotto, per la regia di Denis Villeneuve, Blade Runner 2049 che, nel 2017, ha ripreso le fila di una storia cominciata nel 1982. I risultati, per lo meno quelli economici, sono stati mediamente fallimentari. Le cose stanno andando un po meglio con Il gladiatore 2, che ha diretto in prima persona, pellicola materializzatasi nei cinema 24 anni dopo il lungometraggio con Russell Crowe.

Nel momento in cui scriviamo, il kolossal è a 398 milioni di dollari al box office, ancora lontano da quella soglia di 600 milioni che dovrebbe garantire il punto di pareggio (ma bisogna considerare che il progetto ha avuto sgravi fiscali da record). Va detto che ha ancora tutto il periodo delle feste davanti a sé e sta continuando a far parlare moltissimo. E lo sta facendo anche in vista della stagione dei premi tanto che Ridley Scott ne ha parlato con Christopher Nolan in un Botta & Risposta FYC tenutosi al DGA Theater di West Hollywood dopo uno screening.

Evviva lo streaming

Il regista premio Oscar per Oppenheimer ha chiesto all'illustre collega come mai, dopo tutto questo tempo, abbia deciso di mettersi al lavoro sul Capitolo 2 di una storia vecchia più di 20 anni.Ridley Scott ha spiegato che la decisione si è basata tutta sulla costante popolarità del film originale con Russell Crowe e sull'amore che le persone continuano a tributargli. Una fiamma, quella de Il gladiatore, che è riuscita a restare viva anche per merito delle piattaforme streaming.

Il Gladiatore 2 Paul Mescal Spada
Paul Mescal ne Il gladiatore 2

Anzi, Scott attribuisce proprio allo streaming gli onori della cosa dicendo: "Grazie a Dio per tutte le piattaforme streaming. Posso premere un pulsante e vedere il primo film che ho fatto 40 e passa anni fa. Ieri sera ho guardato I Duellanti. Grazie alle piattaforme, i film sviluppano una vita propria". Ma c'è di più. Proprio con lo zampino di una piattaforma, Hulu nello specifico, il filmmaker ha trovato il protagonista del Gladiatore 2. È vedendo la serie TV Normal People che ha scoperto Paul Mescal. Un rapporto, quello di Scott con lo streaming, che è all'insegna del poter vedere quello che vuole: "Ho bisogno di una storia per la buonanotte, quindi probabilmente mi metterò a guardare un film" spiega il papà di Alien "Tendo a guardare i nuovi talenti".

Un set che ha impressionato anche Denzel Washington

Avere due registi come Christopher Nolan e Ridley Scott come protagonisti di un Q&A significa inevitabilmente vederli finire a parlare della portata produttiva dei loro kolossal. D'altronde parliamo di due autori che di certo non disdegnano l'impiego di effetti speciali, ma che, quando possibile, tendono a impiegare il più possibile location esterne.

Per produrre Il gladiatore 2, Ridley Scott si è servito sia di imponenti set allestiti a Malta (in virtù del generosissimo tax credit che abbiamo già citato), ma anche in Marocco. Vi abbiamo già raccontato nel nostro approfondimento sul making of della battaglia navale del prologo che il segmento marocchino di produzione de Il gladiatore 2 si è tenuto presso gli Atlas Studios situati alle porte di Ouarzazate. Scott ci aveva già lavorato sia per il primo Gladiatore che per Black Hawk Down, mentre, per Le crociate, aveva fatto costruire il set con le mura di Gerusalemme che ha riciclato per le riprese del kolossal con Paul Mescal, Denzel Washington e Pedro Pascal.

Un riciclo che, racconta ridendo Scott a Nolan, non è stato ovviamente possibile fare in forma gratuita: "Per questo film ho dovuto affittare il mio stesso set per un milione di dollari" ha detto Scott. "Quindi loro hanno avuto l'ultima risata".

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Joseph Quinn (Stranger Things) nel Gladiatore 2

Prescindendo dalle risate di chi ha incassato gli assegni, per Il gladiatore 2 il regista ha fatto costruire palazzi, colossei, pezzi di villaggi perché secondo lui "Se costruisci il set e sai quello che fai, è più economico del bluescreen,. Ogni inquadratura ha un costo". Denzel Washington, che aveva già lavorato con Scott ad American Gangster ha spesso sottolineato durante l'attività stampa per il film, che quelli che ha calcato per questo blockbuster sono stati i set più imponenti mai visti nella sua carriera. "Denzel, stranamente, è rimasto sorpreso dalla portata e dalla delle cose" racconta Scott a Nolan "Era effettivamente nervoso. Da questo è nato qualcosa di grande".

Christopher Nolan e le 11 macchine da presa di Ridley Scott

Nel Botta & Risposta, Christopher Nolan ha voluto approfondire una questione tecnica e stilistica del Gladiatore 2: quella sulle 11 macchine da presa usate contemporaneamente da Ridley Scott per le riprese di alcune scene. Scott ha spiegato che tutto nasce dal suo background di regista di programmi televisivi dal vivo alla BBC. Con le telecamere che trasmettono a un monitor video, è in grado di montare tutto nella sua testa, selezionando ogni inquadratura mentre la scena è in corso d'opera. C'è inoltre la facoltà di sfruttare l'illuminazione da angolazioni diverse perché una luce frontale per una macchina da presa diventa una retroilluminazione per un'altra puntata in direzione opposta. A questo punto, il regista si concede anche una piccola digressione sulla produzione di uno dei suoi capolavori più noti, Alien.

Il Gladiatore 2 Rinoceronte
Il gladiatore 2: un rinoceronte entra nell'arena

Nei suoi primi film, il regista operava in prima persona la macchina da presa. Per Alien si affidò al suo assistente operatore, il compianto Adrian Biddle, che promosse a direttore della fotografia per Thelma & Louise e 1492 - La conquista del paradiso. Lui era sempre pronto a frenare Scott prima che andasse a sbattere contro le pareti dell'astronave Nostromo. "Era fatto tutto a mano libera perché i corridoi erano molto stretti" ha detto Scott. "Adrian è diventato il mio cuscino". Nolan ha dimostrato anche una certa curiosità sul come il collega affronti la costruzione di un mondo imponente come quello de Il gladiatore 2. Per Scott è tutta una questione di dipartimenti.

"Stai gestendo una corporation formata da 1.200 persone con 40 responsabili di dipartimento" dice Scott che aggiunge "La chiave del suo funzionamento si basa sul fatto che le persone devono parlarsi. Tutti tendono a tenersi i problemi per sé stessi e cercare di risolverli da soli. Tutto quello che devi fare è chiedere a qualcuno se ha un problema e poi, a quel punto, te lo dirà". Il segreto del cinema di Ridley Scott sta tutto qui.