Free State of Jones: Matthew McConaughey fa la rivoluzione

Gary Ross sembra indeciso sulla direzione da prendere e nel dubbio preferisce affidarsi a un afflato epico che infiammi il pubblico, chiudendo gli occhi di fronte alle inevitabili semplificazioni del contesto storico.

The Free State of Jones: Matthew McConaughey in un concitato momento della battaglia
The Free State of Jones: Matthew McConaughey in un concitato momento della battaglia

Se Free State Of Jones ha un grande merito, è quello di riportare alla memoria dell'opinione pubblica la storia di Newton Knight, agricoltore e fabbro che, dopo aver indossato la divisa dell'esercito confederato nella Guerra Civile, disertò nascondendosi nelle paludi del Mississippi e mettendosi alla guida di un manipolo di ribelli e schiavi fuggiaschi. Il carisma e il coraggio di Knight lo portano a combattere al fianco dell'Unione - anche se il suo piccolo esercito non venne mai riconosciuto ufficialmente - e a fondare il primo stato basato su principi egualitari, lo Stato Libero di Jones. Newt Knight morì nel 1922, all'età di 84 anni; abbastanza per vedere come, nonostante la vittoria dell'Unione, il Sud degli USA continuasse a essere ben lontano dall'accettare le leggi federali che stabilivano l'uguaglianza tra bianchi e neri.

Per portare al cinema una figura rivoluzionaria come Newt Knight, un uomo che, privo di pregiudizi, sposò in seconde nozze l'ex schiava Rachel dando vita alla prima comunità di razza mista del dopoguerra, serviva un attore carismatico, possibilmente originario del Sud. E chi meglio di Matthew McConaughey e del suo inconfondibile accento redneck che, foto alla mano, con il vero Newt Knight condivide anche una certa somiglianza fisica?

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Una pellicola dal ritmo discontinuo

Free State of Jones: Matthew McConaughey e Mahershala Ali in una scena del film
Free State of Jones: Matthew McConaughey e Mahershala Ali in una scena del film

Con Hunger Games, Gary Ross aveva dimostrato di avere il polso della narrazione gestendo con sicurezza un racconto distopico. In Free State of Jones, il regista si lascia travolgere da troppa ambizione e dalla complessità della materia storica. Il racconto delle gesta di Newt Knight si dipana attraverso un lungo arco temporale. Nella prima parte, la più solida e avvincente, il regista concentra pochi anni raccontando gli eventi della Guerra Civile, la diserzione di Newt dopo la morte del nipote, la sua fuga nelle paludi e la guerriglia a capo di un manipolo di uomini per liberare il Mississippi dalla schiavitù. In questa materia già fin troppo densa, il regista innesta alcuni salti temporali in avanti. Il primo, inaspettato, ci catapulta in un tribunale nel Sud degli anni '50. Qui facciamo la conoscenza di un pronipote di Newt Knight, sotto processo per aver infranto la legge sposando una donna bianca. Seppur bianco a sua volta, nelle vene di Knight scorre una piccola percentuale di sangue afroamericano e tanto basta renderlo passibile di pena se non annulla il matrimonio contratto.

Free State of Jones: Matthew McConaughey, il regista Gary Ross e Gugu Mbatha-Raw sul set del film
Free State of Jones: Matthew McConaughey, il regista Gary Ross e Gugu Mbatha-Raw sul set del film

A un primo tempo incalzante e coinvolgente, in cui Gary Ross non lesina realismo e dettagli truculenti nelle scene di guerra, corrisponde una seconda parte in cui la narrazione si sfalda e il ritmo si fa discontinuo. Colpa dei continui salti temporali in avanti, del ping pong tra Newt e il pronipote. Quando l'unità temporale e spaziale viene meno, anche la tensione drammatica cede e tutti gli sforzi recitativi di Matthew McConaughey, che nel ruolo di Newt ce la mette tutta sfoderando ancora una volta il suo grande talento drammatico, vengono offuscati dai difetti strutturali. Un vero peccato, visto che in un contesto diverso una performance di tale spessore avrebbe permesso a McConaughey di conquistare un'altra candidatura all'Oscar.

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Afflato epico e visione manichea

The Free State Of Jones: Matthew McConaughey alla guida di un gruppo di ribelli
The Free State Of Jones: Matthew McConaughey alla guida di un gruppo di ribelli

Al netto delle imperfezioni, Free State of Jones è un film importante perché si innesta nel filone sullo schiavismo in America alimentando il dibattito sollevato da pellicole come 12 anni schiavo e The Birth of a Nation. Meno potente ed efficace, l'opera di Gary Ross presenta, però, notevoli elementi d'interesse visto che racconta la battaglia per i diritti civili filtrandola attraverso il punto di vista di un bianco. Il Newt Knight di Matthew McConaughey è una figura idealizzata, pervasa da valori moderni. Idealizzata tanto più visto che il regista non si pone il problema di spiegare dove abbia appreso questi valori un contadino del sud scarsamente istruito.

Free State of Jones: Matthew McConaughey spara in una scena del film
Free State of Jones: Matthew McConaughey spara in una scena del film

Il discorso che Newt pronuncia al momento della proclamazione del Libero Stato di Jones lo dipinge come una specie di socialista ante litteram, che sfiora la bigamia e si unisce in matrimonio a una ex schiava (Gugu Mbatha-Raw) senza porsi troppi problemi. Rachel, che spia le figlie della sua padrona intente a fare lezione per imparare a leggere, e l'orgoglioso Moses (Mahershala Ali), che perde la vita per essersi adoperato affinché i suoi compagni di colore potessero accedere al voto per la prima volta nella storia, sono figure affascinanti che meriterebbero ben altro approfondimento. Ma la scelta di Gary Ross è quella di concentrarsi su un unico eroe aderendo a una visione manichea di quell'universo. La complessità del post Guerra Civile ci viene appena suggerita nell'ultima parte del film, quella più incerta. Gary Ross sembra indeciso sulla direzione da prendere e nel dubbio preferisce affidarsi a un afflato epico che infiammi il pubblico, chiudendo gli occhi di fronte alle inevitabili semplificazioni del contesto storico.

Movieplayer.it

2.5/5