Il 24 marzo segna il debutto italiano di Disney+, la piattaforma di streaming della Casa del Topo che dallo scorso novembre, quando ha esordito sul territorio americano, ha fatto parlare di sé per il vasto catalogo, in continua espansione, che va a pescare ovunque tra i vari brand della Disney: Pixar, Marvel, Star Wars, National Geographic, eccetera. Per quanto riguarda la Casa delle Idee, il piatto forte è sicuramente il Marvel Cinematic Universe, che in attesa di arricchire il servizio con apposite miniserie che fanno parte della Fase Quattro del franchise propone quasi tutto il suo catalogo di lungometraggi. Quasi, perché per ragioni contrattuali L'incredibile Hulk (i cui diritti di distribuzione sono in mano alla Universal) e i due film di Spider-Man con Tom Holland (che appartengono alla Sony) non saranno disponibili, salvo ripensamenti futuri.
Rimangono però venti titoli, con altri in arrivo, e nell'attesa ripercorriamo quelli fondamentali i film Marvel da vedere su Disney+, quelli da non perdere assolutamente.
1. Iron Man (2008)
Tutto iniziò con tre scommesse che all'epoca sembravano azzardate: un eroe meno noto al pubblico generalista, tornato in casa Marvel solo perché la New Line, che aveva i diritti, non sapeva che farne; un regista il cui unico successo commerciale ai tempi era la commedia natalizia Elf; e un protagonista che, per quanto apprezzato dalla critica, era considerato commercialmente a rischio a causa dei suoi passati problemi personali e giudiziari. E invece l'unione tra Tony Stark, Jon Favreau e Robert Downey Jr. generò Iron Man, un blockbuster che, come un fulmine a ciel sereno, fece irruzione nel panorama dei film di supereroi e lasciò un segno doppiamente indelebile: da un lato, l'esordio di un nuovo eroe, carismatico, arrogante e vulnerabile, con l'epica frase "Io sono Iron Man"; dall'altro, complice il post-credits che pochi video in sala nel 2008, l'introduzione di un modo diverso di concepire gli adattamenti dei fumetti Marvel. Come disse Nick Fury, "Sono qui per parlarti della Avenger Initiative."
Perché Iron Man, anzi Tony Stark, è il cuore del Marvel Cinematic Universe
2. The Avengers (2012)
Quattro anni dopo Iron Man, l'iniziativa di cui parlava Fury si è manifestata con tutta la sua forza, unendo sullo schermo tutti gli eroi dei film precedenti sotto l'egida creativa di Joss Whedon, uno che di storie corali, narrazione a lungo termine e fumetti si intende. Risultato: The Avengers, un autentico fenomeno che nessuno si aspettava. Il produttore Kevin Feige, intervistato ai tempi, ammise di essersi aspettato un incasso simile a quello di Iron Man 2, vale a dire meno della metà di quel miliardo e mezzo che trasformò il lungometraggio conclusivo della Fase Uno nel più grande successo commerciale del 2012, sia in patria che a livello mondiale. Un primato non da poco, considerando che era l'anno di Skyfall, Il cavaliere oscuro - Il ritorno e Lo Hobbit: un viaggio inaspettato.
3. Captain America: The Winter Soldier (2014)
Come rendere interessante un personaggio che, sulla carta, è passato di moda e non ha più nulla da dire? Lo si affida ai fratelli Russo, grandi fan della Marvel, nel contesto di Captain America: The Winter Soldier, un adattamento del fortunato ciclo a fumetti di Ed Brubaker, dove Steve Rogers deve fare i conti con un inatteso ritorno dal passato: quello del suo amico Bucky Barnes, vivo e vegeto e trasformato in sicario dai nemici che Steve pensava di aver sconfitto decenni addietro. E così facendo continua l'arco narrativo iniziato nel primo lungometraggio in solitario di Captain America: il suo senso di giustizia prescinde da ciò che vuole un governo che lui non sempre ha voglia di rappresentare. Nota di merito per Robert Redford, passato dall'altro lato della barricata per omaggiare il filone politico di cui era protagonista negli anni Settanta.
Da First Avenger a Civil War: L'evoluzione di Captain America, l'anima del Marvel Cinematic Universe
4. Guardiani della Galassia (2014)
Un'altra scommessa teoricamente azzardata, dato che anche nella cerchia dei lettori dei fumetti erano in pochi a conoscere questi personaggi (al momento dell'annuncio del film, nell'estate del 2012, la serie personale dei Guardiani era chiusa da due anni), e a portarli sullo schermo sarebbe stato James Gunn, veterano della Troma e sceneggiatore di un film decisamente poco "per tutti" come L'alba dei morti viventi (ma anche dei poco memorabili live-action di Scooby-Doo). La mossa vincente del regista? Puntare al massimo sull'assurdità della cosa, sottolineando la natura stramba di questi improbabili eroi e del lato cosmico del Marvel Cinematic Universe (dove si cominciano anche a porre le basi per la fine della Fase Tre). Se adesso i fan stanno reclamando a gran voce un film o una serie su Howard il Papero (presente nel delizioso post-credits), il merito è tutto di Gunn e della sua "manica di stronzi" nel primo Guardiani della Galassia.
James Gunn is the New Whedon: presente e futuro del Marvel Cinematic Universe
5. Captain America: Civil War (2016)
Nei fumetti, la Civil War è stata una storyline contorta e controversa, poco amata dai lettori (soprattutto per come influì sulle testate di Spider-Man), e senza particolari conseguenze sul lungo termine. Al cinema, con Captain America: Civil War, è stata semplificata (anche perché nel MCU le identità segrete sono un fenomeno piuttosto raro), portando alla scissione degli Avengers e al conseguente indebolimento delle difese terrestri contro le azioni di Thanos un paio di anni dopo. Ma è anche un film di Captain America, l'ultimo, ed è un'evoluzione coerente dell'arco narrativo visto nei lungometraggi precedenti, con l'unica conclusione possibile: fatta eccezione per le circostanze straordinarie in Avengers: Endgame, questo è l'addio di Steve Rogers al suo alter ego, simbolo di una nazione in cui lui ha smesso di credere. E parte delle conseguenze si rifaranno vive nei mesi a venire, con il ritorno di Helmut Zemo nella miniserie The Falcon and the Winter Soldier.
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6. Thor: Ragnarok (2017)
Al netto del successo commerciale, i primi due film di Thor sono considerati altalenanti dai più, senza un'identità propria all'interno del MCU (anche se nel capostipite di Kenneth Branagh le influenze shakespeariane del regista si sentono). Ed ecco che, per risollevare le sorti dell'eroe asgardiano al cinema, è stato convocato un certo Taika Waititi, cineasta neozelandese le cui sensibilità sono all'insegna della stramberia. Nelle sue mani, con Thor: Ragnarok, la fine del mondo - leggi: la distruzione di Asgard - diventa un evento epocale condito da avventure cosmiche deliziosamente folli in compagnia di Hulk, le cui trasformazioni sono al contempo tragiche ed esilaranti. Per citare Thor stesso: "Per una volta nella tua vita, non spaccare!".
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7. Black Panther (2018)
Il primo superhero movie nella storia del cinema a conquistare una nomination all'Oscar come Miglior Film è stato Black Panther, al contempo grande spettacolo e una riflessione potente e intelligente, intrisa di spunti personali (il prologo è ambientato nella zona della California dove è cresciuto il regista Ryan Coogler), sulla questione razziale nel mondo di oggi e in America in particolare. Da lì esce, nell'ambito di un thriller geopolitico all'insegna della tecnologia, uno degli antagonisti più affascinanti del franchise: Erik Killmonger, mercenario che si porta sulle spalle il peso del caso Rodney King e del movimento Black Lives Matter e ricorre ai metodi sbagliati per un'ideologia non del tutto priva di merito. Da antologia la sua uscita di scena: "Seppelliscimi in mare come i nostri antenati, che avevano capito che la morte è preferibile alle catene".
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8. Avengers: Infinity War (2018)
"Puoi temerlo, fuggirlo, ma alla fine il destino arriva lo stesso. Ed eccolo qua. O meglio, eccomi qua." Dopo sei anni di attesa, Thanos ha avuto il ruolo che gli spettava in Avengers: Infinity War, un film che è effettivamente incentrato su di lui e sulla sua ricerca delle Gemme dell'Infinito. Una ricerca che lo porta da un lato all'altro della galassia, e in conflitto con tutti gli eroi Marvel visti fino a quel punto (con l'eccezione di Hawkeye e Ant-Man, assenti giustificati dopo gli eventi di Civil War). Uno scontro epocale, con una conclusione il cui impatto, anche a distanza di quasi due anni, non può essere sottovalutato. Un cliffhanger senza precedenti nella storia del genere, preceduto dalla terrificante battuta di commiato del cattivo: "Dovevi mirare alla testa."
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9. Captain Marvel (2019)
Il 1995 era l'anno di Braveheart - cuore impavido, Via da Las Vegas e di Generazione X (quest'ultimo esplicitamente omaggiato). Mancavano dieci anni alla decisione della Marvel di produrre i film in proprio, ed è anche l'anno in cui Carol Danvers torna sulla Terra dopo aver perso la memoria per mano dei Kree. Captain Marvel, il primo film del MCU interamente al femminile è un bellissimo viaggio nel passato che riguarda anche il presente e il futuro del franchise, con l'imprescindibile Nick Fury a fare da ponte tra le diverse epoche. Imperdibile anche per la commovente dedica iniziale a Stan Lee, venuto a mancare quattro mesi prima dell'uscita. Lo dice il film, e lo diciamo anche noi: "Grazie, Stan."
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10. Avengers: Endgame (2019)
"Parte del viaggio è la fine", dice Tony Stark nel suo messaggio finale alla figlia. Avengers: Endgame non è la fine, di per sé (ci sono almeno altre due Fasi in uscita), ma è la conclusione di un primo, lungo capitolo del franchise, e il commiato di (quasi) tutti gli Avengers originali, a cominciare da Stark e Steve Rogers. Un commiato che segue un lungo, sincero omaggio a tutta la storia del MCU, che rivisita luoghi e date storiche della Infinity Saga e culmina nella scena di battaglia più ambiziosa mai vista in un lungometraggio di supereroi. Battaglia che inizia con dei portali, prosegue con un crescendo musicale targato Alan Silvestri e raggiunge l'apice con due semplici parole, che tutti aspettavano dal 2012: "Avengers, assemble!". Cosa chiedere di più?