Dal 18 al 28 ottobre la capitale italiana trasuderà cinema, principalmente nella zona dell'Auditorium Parco della Musica. Parliamo, ovviamente, della Festa del Cinema di Roma 2018, giunta alla tredicesima edizione, la quarta diretta da Antonio Monda. La formula è quella collaudata da alcuni anni: una quarantina di titoli nella Selezione Ufficiale (con la sottosezione Tutti ne parlano, dedicata a film dal percorso internazionale particolarmente notevole), una serie di classici restaurati e omaggi legati al cinema italiano (tra cui i recentemente scomparsi Ermanno Olmi, Vittorio Taviani e Carlo Vanzina), la retrospettiva (quest'anno duplice, dedicata a Peter Sellers e Maurice Pialat), gli Incontri Ravvicinati con importanti personalità del cinema e non solo (tra gli ospiti di quest'anno segnaliamo Michael Moore, Cate Blanchett e Martin Scorsese, che riceverà un premio alla carriera), e la sezione autonoma Alice nella Città, con un target più giovane. Il programma è piuttosto intrigante, con dieci film in particolare che hanno catturato la nostra attenzione in attesa che inizi la kermesse.
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1. 7 sconosciuti a El Royale
Un'apertura all'insegna del cinema di genere: ad inaugurare l'edizione 2018 della Festa è l'opera seconda di Drew Goddard, sceneggiatore di Cloverfield e regista di Quella casa nel bosco. Qui - in teoria - non ci sono strane creature, ma solo diverse persone con un passato da nascondere e poche speranze di redenzione, tutte riunite nel medesimo posto: l'hotel El Royale, al confine tra Nevada e California. Ad accompagnare Goddard in questa nuova folle avventura ci sono interpreti del calibro di Jeff Bridges, Jon Hamm e Dakota Johnson (quest'ultima sarà presente a Roma insieme al regista), senza dimenticare Chris Hemsworth che si preannuncia insolitamente cattivo.
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2. Halloween
Sono passati quasi esattamente quarant'anni da quando John Carpenter ci terrorizzò per la prima volta con Halloween - La notte delle streghe (l'anniversario è il 24 ottobre, giorno dell'uscita del nuovo lungometraggio). Adesso Michael Myers è nuovamente tra noi, ma il film di David Gordon Green rinuncia alla mitologia contorta di una saga che ha subito più di un retcon nel corso degli anni (escludendo il remake di Rob Zombie, esistono due linee temporali distinte): i vari sequel precedenti non esistono più, e Michael torna a tormentare Laurie Strode (Jamie Lee Curtis) dopo quattro decenni. Un ritorno semplice e brutale, che torna alle origini del franchise con l'approvazione dello stesso Carpenter, che ha sostenuto il progetto sin dall'inizio e ha persino firmato la colonna sonora, rielaborando il celeberrimo tema musicale che scrisse nel 1978. Da notare che in occasione della Festa del Cinema sarà possibile vedere entrambi i film: l'originale di Carpenter il 18 ottobre alle 22.30, e il sequel di Gordon Green 24 ore dopo.
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3. Fahrenheit 11/9
Dopo aver raccontato/attaccato la presidenza di George W. Bush nel 2004, Michael Moore torna a parlare della situazione politica americana partendo da un'altra data fatidica: non più l'11 settembre, bensì il 9 novembre, il giorno in cui fu ufficialmente confermata la vittoria elettorale di Donald Trump. Ma non si tratta solo di criticare l'operato, molto discutibile, di un presidente poco qualificato; in Fahrenheit 11/9 Moore se la prende con l'intero sistema politico, compreso il partito democratico, per cercare di capire se sia ancora possibile salvare la democrazia o, peggio ancora, se quella statunitense sia mai stata una vera democrazia. Un dubbio universale che sfocia anche nel personale, poiché il cineasta affronta anche l'attuale crisi idrica nella sua città natale, esempio perfetto di come le persone dotate di potere abbiano anteposto i loro interessi finanziari a quelli della nazione. Un argomento che sarà possibile affrontare anche con Moore in persona, grazie a un Incontro Ravvicinato durante la Festa.
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4. The Old Man & the Gun
Al quarto film, David Lowery continua a passare da un genere all'altro, firmando questa volta una crime comedy con contorni romantici, basata sulla vera storia di un rapinatore che si avvaleva delle buone maniere e rimase in attività anche quando sarebbe stato più saggio andare in pensione. Una pellicola v-olutamente old school, ambientata nel 1981 e girata come se fosse un film d'epoca, con i mezzi e i limiti del caso. E soprattutto con una grande star nel ruolo principale: Robert Redford, il quale aveva inizialmente annunciato di volersi ritirare dalle scene dopo questo film. Qualora mantenesse tale promessa, sarebbe la parte perfetta per dire addio al cinema in quanto attore: un personaggio che sembra uscito da un classico hollywoodiano, interpretato da un divo che, in più momenti, non dimostra affatto i suoi 80 anni.
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5. They Shall Not Grow Old
Erano quattro anni che Peter Jackson mancava all'appello dietro la macchina da presa, dopo l'uscita de Lo Hobbit: La Battaglia delle Cinque Armate . Il suo ritorno come regista è più "piccolo" rispetto alle produzioni mastodontiche a cui ci ha abituati dal 2001 in poi, ma si tratta comunque di un'operazione imponente e ambiziosa: They Shall Not Grow Old è infatti un progetto nato per festeggiare il centenario della fine della Prima Guerra Mondiale, ed è stato realizzato interamente tramite materiale d'archivio, con filmati di repertorio inediti provenienti dall'archivio cinematografico dei Musei Imperiali della Guerra e registrazioni sonore fornite dalla BBC. Il risultato è un ritratto inedito del conflitto dal punto di vista britannico, pane per i denti di Peter Jackson che sogna da anni di realizzare il remake di uno dei classici del cinema bellico inglese, I guastatori delle dighe.
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6. If Beale Street Could Talk
Nel 2016 la Festa del Cinema puntò su un film molto piccolo per inaugurare la sua undicesima edizione. Si trattava di Moonlight, secondo lungometraggio di Barry Jenkins, spuntato quasi dal nulla per poi diventare uno dei grandi successi della stagione dei premi, arrivando persino a battere La La Land nella corsa all'Oscar per il miglior film. A due anni di distanza le aspettative sono decisamente più alte, e Jenkins (che sarà presente all'Auditorium) ha deciso di tornare dietro la macchina da presa adattando un testo di James Baldwin, mostro sacro della letteratura afroamericana, con un argomento forte: una donna fa di tutto per scagionare il compagno, arrestato per un crimine che non ha commesso, prima che nasca il loro figlio. Del cast di If Beale Street Could Talk fanno parte, tra gli altri, Regina King, Diego Luna e Dave Franco.
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7. Millennium - Quello che non uccide
Sono passati quasi sette anni dall'uscita di Millennium - Uomini che odiano le donne, il folgorante film di David Fincher che procurò a Rooney Mara la sua prima nomination all'Oscar per il ruolo di Lisbeth Salander, l'antieroina inventata dal compianto scrittore svedese Stieg Larsson. La Sony ha finalmente deciso di continuare il franchise, saltando però il secondo e il terzo libro e passando direttamente al quarto, il primo non scritto da Larsson. Non c'è più neanche Mara, sostituita dall'inglese Claire Foy (The Crown), mentre per la regia è stato reclutato Fede Alvarez, autore di Man in the Dark e della versione 2013 de La casa. Scelte decisamente curiose per il ritorno in scena di un personaggio sempre più attuale: come detto più volte da diversi personaggi nei libri e nei film, Lisbeth odia gli uomini che odiano le donne.
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8. Green Book
Per la prima volta, Peter Farrelly dirige un film senza la partecipazione del fratello Bobby Farrelly, con cui ha firmato commedie di successo come Tutti pazzi per Mary. E il caso vuole che Green Book, basato su una storia vera, sia un progetto un po' diverso per il regista: i toni comici ci sono ancora, così come l'amicizia virile e la componente on the road, ma l'atmosfera generale è decisamente più seria. Siamo nell'America del 1962, un anno prima della morte di Kennedy, e le tensioni razziali sono una piaga di non poco conto. Un fatto che creerà non pochi problemi a Tony Lip (Viggo Mortensen), assunto come autista/assistente/bodyguard per la tournée nazionale del pianista di colore Dr. Don Shirley (Mahershala Ali). Un soggetto d'altri tempi, ma con una carica di attualità molto forte.
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9. Stanlio e Ollio
Un paio di mesi fa il Locarno Festival ha reso omaggio, tramite un'ampia retrospettiva, al genio comico del produttore e regista Leo McCarey, che lanciò la carriera di Stan Laurel e Oliver Hardy come duo. Adesso arrivano al cinema i due mostri sacri della comicità muta e parlata, con le fattezze di Steve Coogan e John C. Reilly. Si prospetta però un'atmosfera non sempre allegra: Stanlio e Ollio si basa infatti sugli ultimi anni della loro attività artistica in coppia, durante il viaggio in Europa che segnò la fine del loro sodalizio. Le risate saranno quindi intrise di malinconia, all'insegna di un ritratto inedito di due icone del cinema.
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10. Notti magiche
Un anno dopo l'esperienza americana di Ella & John - The Leisure Seeker, presentato alla Mostra di Venezia, Virzì torna in Italia e chiude la tredicesima edizione della Festa di Roma con un film che parla di cinema, calcio e morte. Siamo proprio nella capitale, la notte in cui l'Italia fu eliminata dai mondiali del 1990 nella semifinale contro l'Argentina. Un noto produttore cinematografico viene trovato morto nel Tevere, e i principali sospettati sono tre giovani aspiranti sceneggiatori. Tra gli interpreti di Notti magiche segnaliamo Giancarlo Giannini, Ornella Muti e Roberto Herlitzka.