Eric, la spiegazione del finale: i veri mostri non sono quelli sotto al letto

Il finale di Eric, la miniserie che ha riportato in tv Benedict Cumberbatch, riflette sul rapporto padre-figlio, sull'eredità che lasciamo dietro come genitori e sul fantastico che può diventare horror. In streaming su Netflix. Occhio agli spoiler!

Benedict Cumberbatch e il pupazzo Eric

Eric su Netflix ci ha davvero colpito (leggi la nostra recensione). Non solo per la performance ancora una volta incredibile di Benedict Cumberbatch, ma anche per la curiosa messa in scena che mescola family drama con un pizzico d'immaginazione e crime che sembra tratto da una storia vera, ma non lo è. Il finale è emblematico in tal senso e pieno di significato che va oltre il poliziesco e arriva al rapporto padre-figlio, vero motore dell'azione e degli eventi che portano ad un epilogo tanto magico quanto emotivo. Andiamo a ripercorrerlo insieme nella nostra spiegazione del finale per trovarne sia la risoluzione sia le tematiche affrontate, con un'avvertenza: attenzione agli spoiler.

Un finale emozionante

Il finale di Eric conferma quello che avevamo sospettato dagli episodi precedenti, ovvero che il piccolo Edgar non è stato rapito nella via lungo la scuola ma ha seguito un tagger che vive nei bassifondi, nelle fogne e nei tunnel sotterranei di New York insieme ad altri senzatetto - un problema in crescita negli anni '80 quando è ambientata la miniserie Netflix. Voleva allontanarsi dai genitori, che litigavano in continuazione. Non tanto dalla madre Cassie (Gaby Hoffman) ma soprattutto dal padre (Benedict Cumberbatch), di cui aveva paura per i suoi scatti d'ira e per il suo potere di respingere chiunque gli volesse bene. Il tagger ovviamente ne ha approfittato per chiedere soldi alla madre. Soldi che la donna prende dai suoceri che avevano già preparato una ricompensa per risolvere la questione e per chiunque avesse ritrovato il bambino: Vinnie non voleva accettarli per principio, ma Cassie vuole fare di tutto per ritrovarlo.

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Vinnie ed Eric, la "strana coppia" protagonista della miniserie

Durante il raid della polizia nei bassifondi, che il detective Ledroit (McKinley Belcher III) non è riuscito a fermare, Edgar è dovuto scappare insieme ad una senzatetto "amica" del tagger che lo doveva portare da Cassie ma ha mancato all'appuntamento perché caduta mentre salivano insieme verso un tombino. Il bambino per fortuna si salva e riesce a fuggire e Vinnie lo intravede nel caos dei sotterranei dove era finito grazie alla mappa seguita in giro per il quartiere, disegnata da Edgar nell'appartamento del vicino di casa, che era innocente e ospitava semplicemente il piccolo quando non voleva sentir urlare i genitori. Il tagger viene arrestato. Alla fine Vinnie non aveva del tutto torto: mentre il nuovo pupazzo Eric viene presentato ufficialmente al pubblico durante una trasmissione tv ad una protesta per i diritti civili, approfitta della situazione salendo sul palco per chiedere pubblicamente scusa al figlio e chiedergli di tornare a casa. Il bambino effettivamente, riparatosi in una tavola calda, lo vede sullo schermo e corre a casa dove il padre gli dà appuntamento: questa volta però lo lascia "vincere" a chi arriva prima sulla soglia, perché ha imparato la lezione da genitore.

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Complotto

Parallelamente, anche il detective Ledroit scopre che i suoi sospetti non erano poi così infondati: tutte le varie storyline presentate si rivelano collegate, a partire da Marlon, il ragazzo nero scomparso un anno prima di Edgar, del quale la polizia e i media si sono presto disinteressati (ma non il detective) perché era povero e afroamericano, piuttosto che bianco e di famiglia benestante. La sera della sua scomparsa si trovava al locale gestito dall'ex fiamma di Ledroit, dove era stato fatto entrare nonostante fosse minorenne e nonostante il proprietario avesse dato specifiche istruzioni ai suoi sottoposti perché non voleva più avere guai con la legge e tornare in carcere. Lì vigeva un giro di prostituzione maschile minorile, avvallato da due poliziotti della buoncostume corrotti, che si è concluso nella morte di Marlon quando per fare qualche extra il ragazzo ha accettato di avere un rapporto nientemeno che con il sindaco in campagna elettorale, sposato e con figli.

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Il momento della rivelazione del complotto della polizia

Sorpreso dai due poliziotti, Marlon è stato letteralmente ucciso a suon di botte da uno di loro, mentre l'altro è stato fatto tacere in seguito proprio perché sapeva troppo. Sulla scena è accorsa la ditta di pulizie dell'Est Europa ed ecco spiegato anche il loro legame con la faccenda, dato che si sono occupati di sbarazzarsi del cadavere, che ora può essere finalmente cercato nel posto giusto dalle autorità e dalla madre, che parla apertamente alla stampa grazie ad un'avvocatessa che si batte proprio per i diritti dei neri. Una volta scoperto il complotto e l'insabbiamento anche da parte del proprio capo, Ledroit infatti non riesce più a rimanere in silenzio e denuncia tutto e tutti, costringendo gli Affari Interni ad avviare un procedimento penale di grande pulizia all'interno del dipartimento. Permette però all'ex di fuggire, dopo aver passato la notte con lui e averlo ringraziato per averlo consolato dopo la morte del proprio compagno a causa dell'AIDS, sul quale non poteva accampare nessun diritto con la famiglia nonostante i sette anni di relazione poiché non erano legalmente uniti. Proprio la fuoriuscita di informazioni potrebbe rivelare anche la natura omosessuale di Lennie (Dan Fogler), l'amico e socio di Vinnie che andava al club pagando i ragazzini: l'uomo si suicida non riuscendo ad affrontare la possibile vergogna e scandalo. La miniserie è quindi, tra le righe, molto più di un crime o un family drama: è un monito di denuncia insomma verso il sistema sociale marcio e non equo verso i neri, gli omosessuali e i meno abbienti.

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Un finale importante

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Vinnie segue la mappa del figlio insieme ad Eric per ritrovarlo

Il cerchio si chiude nel finale di Eric e nel rapporto padre-figlio al centro della trama, ricordandoci la ciclicità della storia: non solo quello tra Vinnie ed Edgar ma anche quello tra Vincent e il proprio padre, l'immobiliarista benestante Robert Anderson (John Doman). Nelle sequenze finali, ambientate qualche mese dopo la tragica vicenda, troviamo infatti Edgar fare di nuovo visita sul set di Good Day Sunshine, dove il padre è tornato a lavorare mentre si sta disintossicando: è la loro prima occasione insieme dopo la separazione da Cassie, che ora sta con il padre del bambino che porta in grembo. Occasione in cui ha intenzione di non comportarsi come Robert e diventare come lui, sempre impegnato col lavoro e sempre critico piuttosto che amorevole verso il figlio. I due potrebbero trovare un linguaggio comune proprio attraverso il pupazzo Eric, grazie alla creatività che li accomuna: il potere dell'immaginazione. Del resto il pupazzo stesso rappresenta un mostro di cui però non bisogna aver paura, per questo Edgar l'aveva ideato così. Nella scena finale, Vinnie dà appuntamento al padre al parco che scopriamo gli ha dato l'idea per il programma tv e che era quello dello zoo dove il genitore lo portava quando era piccolo: uno zoo che, come gli fa notare Robert, in realtà non è sede di inclusione e comprensione ma è nato da un'appropriazione indebita, proprio come storicamente i coloni americani con gli indigeni che si festeggiano al Ringraziamento. "Un furto" come dirà a Vinnie, che nonostante queste "rivelazioni" sulla natura umana prevaricante, ora è pronto a lasciarsi quel rapporto tossico e malsano alle spalle.