Dune: 5 cose che non sapete sull’adattamento di Denis Villeneuve

Qualche curiosità sulla versione cinematografica di Dune a firma di Denis Villeneuve, ora disponibile su Infinity+.

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Dune: Timothee Chalamet in una scena tratta dal film

Tra i grandi eventi cinematografici del 2021 c'è stato Dune di Denis Villeneuve, primo capitolo di una possibile trilogia basata sui romanzi di Frank Herbert (il secondo episodio, basato sulla parte rimanente da adattare del capostipite, uscirà nelle sale nell'autunno del 2023). Un blockbuster imponente che ha conquistato gli avventori della Sala Grande alla Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia e poi attirato l'attenzione del pubblico mondiale in sala, incassando 400 milioni di dollari nel mondo intero, cifra di tutto rispetto considerando le restrizioni pandemiche ancora in vigore all'epoca (e la disponibilità in simultanea streaming su HBO Max negli Stati Uniti). Ma cosa si cela dietro questa mastodontica operazione della Legendary in collaborazione con la Warner? Come siamo arrivati a questa incarnazione specifica del mondo immaginato da Herbert? Ecco qualche curiosità in merito, in occasione dell'arrivo del film su Infinity+.

1. Le prime fasi

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Dune: un panorama del pianeta Caladan

Questo Dune poteva essere molto diverso, dato che inizialmente non doveva occuparsene la Warner, bensì la Paramount. La major aveva ottenuto i diritti nel 2008, con l'intenzione di ricavarne un franchise in grado di rivaleggiare con Harry Potter e gli adattamenti dei romanzi di Tolkien, e in quella fase la regia era stata affidata a Peter Berg, che però abbandonò il progetto un anno dopo. Successivamente si fece il nome di Pierre Morel, cineasta francese che è noto soprattutto per aver inaugurato il franchise di Io vi troverò e lanciato la carriera action di Liam Neeson. Poi, nel 2011, in seguito a divergenze varie, i diritti tornarono a Richard P. Rubinstein, che aveva prodotto la miniserie televisiva andata in onda nel 2000.

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2. Il trono di Dune

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Dune: un'immagine delle scenografie del film

Il film di Denis Villeneuve è stato inevitabilmente accostato a Il trono di spade, anche grazie alla decisione di affidare il ruolo di Duncan Idaho a Jason Momoa, alias Khal Drogo. Ma c'è un altro legame tra i due mondi, ancora più affascinante: David Peterson. Questi è specializzato nella creazione di lingue fittizie per il cinema e la televisione, e ha ideato tutti gli idiomi che si parlano a Westeros e dintorni nella celebre serie HBO, per poi mettere mano ad alcune delle lingue dell'universo di Herbert, incluso il linguaggio dei segni usato dalla casata degli Atreides. A lui dobbiamo anche le lingue degli elfi in The Witcher e Thor: The Dark World.

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3. Caldo e freddo

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Dune: il pianeta Caladan

Anche se parte delle riprese si sono svolte in appositi teatri di posa a Budapest, Villeneuve ha fatto sì che il mondo di Herbert avesse una natura tattile, reale, sullo schermo, usando la Giordania e gli Emirati Arabi per creare il pianeta Arrakis. Per le scene ambientate sul pianeta Caladan, invece, la produzione si è recata in Norvegia, sulla penisola di Stadlandet. Una regione nota per il suo clima non particolarmente accomodante, come del resto spesso capita quando un film di fantascienza sceglie i paesi nordici come location: la Norvegia, in particolare, è famosa per essere stata la località fisica per le scene de L'impero colpisce ancora ambientate sul pianeta ghiacciato Hoth.

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4. Passione eterna

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Hans Zimmer nel suo studio

Villeneuve sostiene che adattare il romanzo di Herbert fosse il sogno di una vita, avendo lui sempre avuto una grande passione per la saga, sin da ragazzo. Un amore letterario condiviso dal compositore Hans Zimmer, al punto che pur di lavorare al progetto ha rinunciato all'incarico di Tenet, il film di Christopher Nolan che inizialmente doveva uscire nello stesso anno. Tra le imprese più significative, la cover del brano Eclipse dei Pink Floyd per il teaser del film, realizzato durante la pandemia. Per riuscirci, Zimmer ha dovuto dirigere un coro di 32 persone via FaceTime: lui gestiva il tutto da casa propria, mentre i coristi registravano, in otto sessioni con quattro persone alla volta, nel suo studio a Santa Monica.

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5. Disaccordi distributivi

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Dune: Timothee Chalamet in una scena

Nel dicembre del 2020 è stato reso noto che tutti i film Warner Bros. del 2021 sarebbero usciti in contemporanea in sala e su HBO Max, decisione che fece arrabbiare non pochi dei cineasti coinvolti, tra cui Villeneuve, che temeva per le possibilità di poter portare a termine il sequel. In tale occasione si parlò anche di una vera e propria battaglia legale tra la major e la casa di produzione Legendary, che aveva finanziato quasi in toto il film e non era stata consultata in merito alla nuova strategia. Nello stesso periodo, il protagonista Timothée Chalamet, invitato a condurre Saturday Night Live, alla fine dell'episodio si è presentato indossando una maglietta con il logo della Legendary, lasciando intendere che anche lui non era d'accordo con la scelta della Warner.