Fin dal primo annuncio, Dr. Odyssey ha fatto parlare di sé perché rappresentava un unicum nel panorama seriale odierno. Sembrava assurdo che Ryan Murphy, insieme ai collaboratori Jon Robin Baitz (l'ex creatore di Brothers & Sisters che ha curato Feud 2) e Joe Baker, dopo l'anomalia seriale di Grotesquerie proponesse una serie per la tv generalista, tornandovi dopo ben otto anni da 9-1-1 e riuscendo a riportarvi da protagonista Joshua Jackson, indimenticabile protagonista di Dawson's Creek e già tornato alla ribalta (ma sul via cavo e streaming) con The Affair e Fatal Attraction. Il pretesto? Gettarlo in mezzo al mare, con appuntamento settimanale su Disney+.
C'è un medico a bordo?
Anche in questo caso i creatori della serie vogliono raccontare un mondo post pandemia che quindi ha preso nuova consapevolezza di sé e di chi gli sta intorno. Jackson è Max Bankman, un preparatissimo dottore che ha lavorato in giro per il mondo e ora viene assunto come medico di bordo sostituto sulla Odyssey, una delle navi da crociera più lussuose nell'oceano che rischia di non rimanere al passo coi tempi. Fortemente voluto dal capitano Robert Massey (un altrettanto ritrovato Don Johnson dai cult Miami Vice e Nash Bridges), trova una certa diffidenza nei due infermieri di bordo che puntavano al suo posto dopo tanti anni di dedizione sulla nave. Si tratta di Avery Morgan (Phillipa Soo, reduce dal successo di Hamilton) e Tristan Silva (Sean Teale), perdutamente innamorato della collega.
Dr. Odyssey o Dr. Stranamore?
Il serial è un medical drama in mezzo al mare. Un incrocio tra Grey's Anatomy e 9-1-1 con un pizzico di Love Boat, la serie per eccellenza ambientata a bordo di una barca. Questo perché mescola casi al limite e dinamiche amorose, a partire dai suoi protagonisti, che formeranno da subito un triangolo personale e professionale. E forse un po' troppo presto e con un po' troppa arroganza da parte di tutte le parti coinvolte. Dal franchise sui vigili del fuoco, guarda caso sempre di Murphy & Co., Dr. Odyssey riprende i molteplici casi a puntata, e non il canonico "caso della settimana" tipico della vecchia serialità.
Nel caso la serie dovesse venir rinnovata (per ora ha ottenuto una prima stagione completa) possiamo legittimamente aspettarci qualche maxi-disastro che abbracci più episodi, sempre sul modello di 9-1-1. Intanto ciò che offre lo show è un interessante aggiunta al genere anche se risulta un po' troppo surreale: l'avanguardia dei macchinari presenti sulla nave voluti (e finanziati) dal nuovo dottore e la chirurgia estrema applicata a bordo, che non può avere le stesse risorse della terraferma, suonano un po' troppo "salto dello squalo" per rimanere in tema oceanico. Parallelamente non manca uno sguardo all'attualità tra tematica LGBT e immigrazione, e da questo team creativo non potevamo aspettarci niente di meno.
Questione di casting
Nonostante l'arroganza già citata dei protagonisti più giovani, è proprio il cast a colpire e far affezionare subito il pubblico. Murphy e soci riescono a sfruttare il carisma di Joshua Jackson come non era riuscita a fare Attrazione Fatale. Philippa Soo e Sean Teale sono due ottimi comprimari, mentre Don Johnson è il perfetto "papà della nave". Ma sono soprattutto le guset star a divenire la ciliegina sulla torta per il pubblico di appassionati. Già solo nei primi episodi assistiamo alla comparsata di Shania Twain e di Chord Overstreet, che ritorna da Glee in un ruolo spassosissimo. Dalla scuderia Murphy (e non solo) arrivano parecchi altri nomi noti soprattutto televisivi ma non ve li sveliamo per non rovinarvi la sorpresa. Certo è che si tratta di un procedurale che ha tutte le carte in regola per intrattenere gli spettatori di domani, sempre alla ricerca di un nuovo "brivido".
Conclusioni
Dr. Odyssey è una novità anomala nel curriculum di Ryan Murphy che torna alla serialità generalista proprio come Joshua Jackson e Don Johnson. Convince il cast, sia principale che di episodio, nonostante l’arroganza un po’ brutale dei personaggi principali. Tra attenzione all’attualità e casi al limite, la serie prova ad intrattenere a modo proprio con influenze dai titoli passati del suo creatore. Con un po’ di esagerazione, ma oramai è quello che il pubblico distratto cerca, soprattutto in streaming.
Perché ci piace
- Il cast, tra regular e guest star.
- L’ambientazione in mezzo all’oceano.
- Non solo medical, ma anche romance e spunti di cronaca.
- Molteplici casi a episodio…
Cosa non va
- …anche se non colpiscono tutti allo stesso modo.
- L’arroganza del trio protagonista.
- La velocità nella presentazione di alcune dinamiche.