Dexter, première della stagione 6: Those Kinds of Things

Questa première pone buone premesse per una stagione che si preannuncia affascinante, con il tema religioso a fare da filo conduttore sia della storyline principale, sia delle vicende più personali del protagonista.

E' infine ripartita, con una season première dalle buone premesse, una delle serie televisive più amate degli ultimi anni: dopo molte anticipazioni e un gustoso trailer, l'episodio iniziale di questa sesta (e ultima?) stagione di Dexter ha visto la luce, introducendo (o piuttosto anticipando) qualche elemento di novità in una struttura narrativa ad oggi collaudatissima; tutta incentrata su un Michael C. Hall ormai identificabile in toto col suo personaggio, alter ego da cui difficilmente l'attore potrà separarsi nell'immaginario collettivo. Il cold opening dell'episodio, in cui vediamo il protagonista uccidere due infermieri colpevoli di aver lasciato morire alcuni pazienti allo scopo di venderne gli organi, mostra in effetti un Dexter più deciso e consapevole che mai, che sembra essersi ormai lasciato alle spalle la morte di Rita e la storia con Lumen, perfettamente in grado di controllare il suo Passeggero Oscuro e di gestire quella maschera che nelle stagioni passate gli aveva creato non pochi problemi. Di fatto, però, nuovi quesiti arrivano presto a turbare la vita dell'"angelo vendicatore" Dexter (così come viene esplicitamente rappresentato nel poster della stagione): quesiti legati proprio alla fede e alla spiritualità, elemento anticipato dal trailer e probabile leit motiv della stagione, sia per quanto riguarda la storyline principale, sia per la vita personale del protagonista, che decide di iscrivere suo figlio Harrison a un asilo gestito da suore.


E' in effetti la responsabile della scuola materna, suggerita a Dexter dall'amico Batista, a suscitare in lui la più basilare delle domande, "in cosa credi?"; quesito che nella mente del protagonista si trasforma presto in "cosa vorrei trasmettere a mio figlio?". In effetti, la tensione tra la permanenza del Passeggero Oscuro nell'anima di Dexter e la necessità di non trasmetterlo a Harrison è un tema che sembra destinato a tornare con forza in questa stagione, e che siamo certi condizionerà in modo determinante le scelte del killer: la sicurezza ostentata a inizio episodio sembra destinata ad essere scalfita presto, mentre la rivelazione da parte della sorella di Batista, nuova babysitter di Harrison, che "Dexter a volte sparisce per un po'; esce con la barca" suona come un significativo campanello d'allarme. Nel frattempo, per molti degli altri protagonisti ci sono novità importanti: il matrimonio tra LaGuerta e Batista si è chiuso in modo consensuale, mentre la prima è diventata capitano di polizia (non senza quello che intuiamo essere stato un ricatto ai danni del vice-capo) e il secondo le è subentrato alla guida della Omicidi; la sorella di Angel è apparsa nella vita di Dexter e tutto lascia pensare che non si tratterà di una semplice meteora; Masuka sta addestrando un gruppo di tirocinanti universitari, e la storia tra Debra e Quinn si avvia a una fondamentale svolta. Intanto, il tema religioso che la stagione ha introdotto inizia anche a dar corpo alla linea narrativa principale: due fanatici religiosi, uno più giovane e l'altro più anziano (le guest star Colin Hanks ed Edward James Olmos) catturano serpenti per poi introdurli nel corpo degli sventurati che uccidono e sventrano, seguendo un rituale che rimanda all'Apocalisse; due villain di cui vediamo la prima vittima (uno sfortunato mercante di frutta) e che trasmettono subito un notevole senso di inquietudine, grazie anche all'abilità dei due interpreti.

Dexter, nel frattempo, non fa fatica a tenersi occupato, ormai apparentemente rodato nel conciliare il suo impegno di padre (ma Astor e Cody sono ancora dai nonni, ed è facile immaginare che non resteranno lì per molto) e la necessità di saziare il suo Passeggero Oscuro. L'occasione è una rimpatriata di ex compagni del liceo, tra i quali il protagonista scova la sua prossima vittima: si tratta di Joe, un ex alunno molto popolare che ha sposato una compagna di classe per poi ucciderla e simulare un suicidio. Durante la rimpatriata, veniamo a conoscenza di un particolare che sorprende il protagonista, ma non il fantasma di suo padre Harry, già dalla scorsa stagione meno rigido nell'imporre a suo figlio le sue rigide regole di sopravvivenza: Dexter è diventato lui stesso popolare, anche tra i suoi ex compagni per cui prima era un semplice, strambo secchione, praticamente invisibile. Tutti ora lo conoscono, ammirano il suo lavoro e la posizione che ha raggiunto, e mostrano, un po' morbosamente, interesse e presunta compassione per la tragedia che lo ha colpito. Tutti tranne Joe, appunto, quasi che l'uomo avesse un presentimento sulla reale natura del nostro serial killer: presentimento che comunque non basterà a salvarlo. Proprio durante l'omicidio, il tema della religione e della presenza o meno di una divinità, in grado di condannare o punire le azioni del protagonista, torna con forza: la vittima agita l'argomento in aria al solo scopo di salvarsi la vita, ma una piccola esitazione nel killer viene provocata, e sicuramente la questione è destinata a ritornare, nella mente di Dexter, nei prossimi episodi.
A livello tecnico e stilistico, questa season première non offre grandi novità, con l'alternanza di toni drammatici e grotteschi e con la provocatoria simpatia del protagonista che abbiamo imparato a comprendere e apprezzare nei suoi ormai cinque anni di "carriera". Quello che si nota è, almeno limitatamente a questo episodio, un buon equilibrio narrativo, a volte assente dalle puntate meno riuscite dell'ultima stagione, e l'introduzione delle novità tematiche e narrative di cui abbiamo appena parlato, che sembrano di buon auspicio per un nuovo segmento di episodi che, per ora, pare partito col piede giusto. Che ci restino solo queste dodici puntate, o qualcosa di più, diamo quindi volentieri il bentornato a Dexter e al suo (forse) inseparabile Passeggero Oscuro.

Movieplayer.it

3.0/5