"Lanterne che fluttuano nell'aria, è come Hogwarts", esclama Ruby Daly (Amandla Stenberg), la protagonista di Darkest Minds, primo film di una nuova saga in arrivo sui nostri schermi. È una saga Young Adult, ma non siamo certo dalle parti di Harry Potter. Non siamo nel fantasy, ma più nel distopico e nel soprannaturale. In un futuro molto prossimo, una misteriosa malattia comincia a sterminare tutti i bambini. Chi sopravvive, è perché ha un dono, un potere. E allora il governo comincia ad essere spaventato, a catturare i bambini e a studiarli. "O morivi, o finivi nei campi". La voce narrante è quella di Ruby, ed è chiaro che lei è una che appartiene al secondo gruppo. I bambini vengono schedati in base a delle categorie, contraddistinte dai colori: dal verde al blu al giallo, fino ai più pericolosi, gli arancioni, che si decide di sterminare. Ruby è tra questi: riesce a fuggire, incontra tre amici, Mike, Ciccio e Zu, e deve districarsi in un mondo che è diviso tra il governo, la Lega, che è la resistenza, e un gruppo di ragazzi che vive in autonomia in un campo, con un misterioso leader.
Come nell'America di Donald Trump
Fa un certo effetto, nella prima parte del film, vedere una massa di bambini separati dai genitori, e deportati in dei campi dove sono costretti a stare da soli, maltrattati da forze di polizia. È un momento terribilmente profetico di quella che sarebbe stata, e che è oggi, l'America di Donald Trump. E un piccolo segno dei tempi, di quella pietà per i bambini che dovrebbe essere un valore condiviso dei paesi civili, e sempre più spesso, viene messa in dubbio. E la storia ci insegna che, quando un'opera riesce a essere profetica, un valore in sé già ce l'ha.
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Tra Divergent e Maze Runner
Dopo i primi minuti di film però è chiaro che siamo in un'altra saga Young Adult, l'ennesima che punta a ottenere il successo di Hunger Games. Non siamo a quei livelli, ma la storia sembra piuttosto portarci dalle parti delle saghe di Divergente di Maze Runner - Il labirinto. Della prima ha il non sapere quale sia la parte giusta da cui stare e la divisione in classi, in gruppi di appartenenza, secondo i propri doni e le proprie caratteristiche: ma lì si parlava soprattutto di indole, qui sono veri e propri superpoteri, lì le caste avevano un aspetto politico (alcune governavano sulle altre), qui la classificazione è in base alla pericolosità. Della saga di Maze Runner Darkest Minds ci ricorda invece la fuga da un luogo chiuso, e quella paura dell'ignoto che si trova all'esterno.
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Come gli X-Men
Ma, se fuori è una saga Young Adult distopica, dentro Darkest Minds è in fondo un film di supereroi. Siamo dalle parti degli X-Men: i nostri ragazzi non sono altro che mutanti. X-Men senza tuta e maschera, senza una comprensione ancora piena dei loro poteri, senza un'organizzazione. (Super)eroi di tutti giorni, vestiti in jeans e felpa come un qualsiasi adolescente. Ruby è un'arancione, ed è una piccola Xavier, sa leggere nel pensiero e condizionarlo. Mike è un blu, e riesce a spostare gli oggetti, Zu, gialla, sa comandare l'elettricità; Ciccio è un verde, ha un'intelligenza straordinaria. Oltre ai modelli sopra citati, ci viene in mente anche la Undici (Eleven) di Stranger Things.
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Né Jennifer Lawrence né Shailene Woodley
Rispetto ai modelli di cui sopra, cioè le saghe Young Adult, Darkest Minds appare, almeno all'inizio, meno ambiziosa e posizionata verso un pubblico ancora più giovane. La protagonista, Ruby, è ancora più giovane della Katniss di Hunger Games e della Kate di Divergent. E, al momento dell'uscita del film, Amandla Stenberg non è affatto conosciuta come lo erano ai tempi Jennifer Lawrence o Shailene Woodley. E, anche per quanto riguarda i personaggi adulti, la nuova saga non fa sfoggio di grandi star come Donald Sutherland, Kate Winslet o Naomi Watts: le uniche attrici famose sono Mandy Moore, nei panni di Cate, un'esponente della Lega, e Gwendoline Christie, in quelli della cacciatrice di taglie Lady Jane. Sembra un'operazione a budget molto più basso, una scommessa che, se vinta, potrebbe essere un buon successo. A proposito di Amandla Stenberg, è la prima volta che una saga Young Adult vede come protagonista una ragazza afroamericana. Dopo il successo di Black Panther nel mondo dei supereroi, è una tendenza importante. È tutto molto interessante, ma non tutto funziona: forse per il poco carisma degli attori protagonisti, forse per uno script e una regia che non accentuano a dovere i momenti chiave, tutto scorre in maniera abbastanza piatta.
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Adolescenza, lotta continua
Ma qual è il vero aspetto che rende vincente una saga Young Adult? Sicuramente il fatto che tocchi dei tasti nello spettatore, che parli di problemi in cui i ragazzi possano identificarsi. Darkest Minds** racchiude in sé uno degli aspetti chiave dell'adolescenza: il sentirsi un mondo a parte, unico e speciale, nettamente separato dal mondo degli adulti. E poi la difficoltà a trovare il proprio posto nel mondo. Se il primo film, come ci auguriamo, avrà successo, vedremo Ruby e i suoi amici provare a trovarlo. E vedremo se Darkest Minds troverà il suo posto tra le saghe per adolescenti.
Movieplayer.it
2.5/5