Da pochi giorni abbiamo avuto modo di constatare, vedendo in sala Batman v Superman: Dawn of Justice, quanto una fetta sostanziosa di pubblico si fosse sbagliata sui meriti recitativi di Ben Affleck nei panni di Batman, per non parlare della Wonder Woman di Gal Gadot (più divisorio, invece, il Lex Luthor di Jesse Eisenberg).
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Tra qualche mese, restando in tema, potremo vedere se il nuovo Ghostbusters giustifica lo scetticismo dei fan duri e puri dell'originale.
Due esempi recenti di un fenomeno onnipresente ed immortale, esacerbato dall'avvento di internet e dei social: la critica a priori nei confronti di un attore o un'attrice. In molti casi questa diffidenza da parte del pubblico, o altri (come vedremo), è stata smentita dalle interpretazioni in questione, ma non basta per attenuare una pessima abitudine che continuerà a proliferare. Ecco dieci esempi emblematici di casting controversi, per un motivo o l'altro, che poi si rivelarono azzeccati. La classifica è in ordine cronologico.
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1. Vivien Leigh in Via col vento (1939)
Oggi è impossibile immaginare un'altra attrice nel ruolo di Rossella O' Hara, la celebre protagonista del romanzo di Margaret Mitchell e del film diretto (ufficialmente, e solo in parte) da Victor Fleming. Eppure all'epoca la scelta di Vivien Leigh, dopo una ricerca durata due anni, fu piuttosto contestata da chi amava il libro, per un solo motivo: in quanto nata e cresciuta in Inghilterra, Leigh non era considerata adatta per un ruolo così americano. Il grande successo della pellicola e l'Oscar per l'interpretazione dell'attrice diedero ragione al produttore David O. Selznick, ma il pregiudizio nei confronti di attori britannici (o australiani) in ruoli americani continua a fare capolino con una certa regolarità, seppure in modo meno vistoso (vedi, per esempio, Henry Cavill nel ruolo di Superman).
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2. Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany (1961)
Il film di Blake Edwards contiene una scelta di casting divenuta controversa dopo l'uscita, per l'esattezza Mickey Rooney nei panni di un giapponese (e lo stesso Edwards ha ammesso di aver sbagliato in quel caso), ma in sede di pre-produzione suscitò scalpore la decisione di affidare il ruolo di Holly Golightly a Audrey Hepburn, e a lamentarsi fu nientemeno che Truman Capote, l'autore del romanzo originale. In questo caso, però, la controversia era strettamente personale: Capote voleva Marilyn Monroe per la parte di Holly, ma la diva rifiutò su consiglio del suo insegnante di recitazione, e così venne scelta Audrey, che dovette fare i conti con la presenza ingombrante dello scrittore sul set, temendo di non essere all'altezza delle sue aspettative.
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3. Jack Nicholson in Shining (1980)
Chi ha letto il romanzo di Stephen King sa che la trasformazione di Jack Torrance da padre di famiglia frustrato a psicopatico omicida è un processo graduale, con redenzione conclusiva. L'adattamento di Stanley Kubrick è decisamente meno sottile al riguardo, come ha sottolineato più volte lo stesso King. Quest'ultimo non ha mai particolarmente amato l'interpretazione di Jack Nicholson, reo di presentarsi fin da subito con "quel sorriso da Qualcuno volò sul nido del cuculo", suggerendo quindi che Torrance abbia sempre avuto qualche rotella fuori posto. Anche per questo motivo lo scrittore ha adattato il proprio libro per la televisione nel 1997, dando all'attore Steven Weber la possibilità di interpretare Torrance nel modo "giusto". Detto ciò, a rimanere nella memoria del pubblico, nonostante le obiezioni del creatore del personaggio, è la performance istrionica, eccessiva e terrificante di Nicholson, in particolare la celebre sequenza "Sono il lupo cattivo!".
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4. Michael Keaton in Batman (1989)
Prima di Ben Affleck, un altro attore dovette vedersela con le ire dei fan quando fu scelto per interpretare l'eroe di Gotham City. Ma nel caso di Michael Keaton non furono messe in discussione le sue abilità recitative, considerate irrilevanti al confronto con la sua statura (tra lui e Affleck ci sono diciassette centimetri di differenza) e, soprattutto, la sua fama come attore comico, legata a film come Mister mamma. Tra coloro che criticarono la scelta di Keaton ci fu anche Bob Kane, il creatore di Batman, ma anche lui dovette ricredersi dopo aver constatato che lo stile recitativo dell'attore era perfetto per l'universo grottesco concepito da Tim Burton. E quando nel 1995 la Warner Bros. decise di dare un taglio diverso alla saga, l'assenza di Keaton non andò giù alle stesse persone che pochi anni prima ne avevano chiesto la rimozione dal primo episodio...
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5. Tom Cruise in Intervista col vampiro (1994)
Anche in questo caso la controversia fu legata principalmente all'ira funesta di chi aveva creato il personaggio. Nella fattispecie, Anne Rice, che aveva pensato a Rutger Hauer per la parte di Lestat quando il romanzo venne dato alle stampe nel 1976, suggerì poi l'inglese Julian Sands (poiché Hauer, prossimo ai cinquant'anni quando il film entrò in produzione, era ormai troppo vecchio), ma la sua idea fu respinta poiché l'attore era poco noto al pubblico americano. La Warner optò quindi per Tom Cruise, la cui carriera fino a quel punto, agli occhi della Rice, non conteneva indizi sufficienti circa la sua capacità di interpretare nel modo giusto il crudele ma carismatico Lestat. La scrittrice si oppose apertamente al casting per mesi, per poi elogiare la performance di Cruise su Variety una volta visto il film finito.
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6. Hugh Jackman in X-Men (2000)
Sette film dopo, è impossibile immaginare un Wolverine cinematografico più perfetto di Hugh Jackman, ma all'epoca del primo film i fan duri e puri del personaggio, che oggi piangono sapendo che l'attore australiano lascerà presto il franchise, lo contestarono principalmente perché troppo alto (nei fumetti il mutante canadese è notoriamente un massiccio piccoletto, e Jackman lo supera di una trentina di centimetri), e in apparenza non abbastanza rozzo per rendere giustizia al lato più selvaggio del celebre supereroe. Ebbene, l'impatto della sua performance fu tale che il Wolverine cartaceo, tradizionalmente non proprio di bell'aspetto, diventò all'improvviso più sexy, al punto che il disegnatore Darick Robertson, più fedele al design classico, fu criticato dalle alte sfere della Marvel per aver reso il personaggio "troppo brutto"...
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7. Daniel Craig in Casino Royale (2006)
Qualcuno ricorderà forse un sito internet, lanciato nel 2005, dal nome molto schietto: danielcraigisnotbond.com. Oltre alla decisione di rilanciare la saga di Bond spezzando definitivamente ogni legame con i film precedenti, ai fan non andò giù la scelta di un attore biondo e "troppo rozzo" per la parte tradizionalmente elegante di 007 (per la questione dei capelli, ricordiamo solo che Sean Connery non ce li aveva proprio, e per interpretare Bond doveva indossare un toupet). L'icona cinematografica aveva preso il sopravvento sulla creazione letteraria di Ian Fleming, alla quale Casino Royale si riavvicina per reinventare il franchise, con esiti che ora sono ritenuti positivi. Per la cronaca, il sito di cui sopra esiste ancora, per scambi di opinioni sulla nuova direzione in cui si muove il franchise, ma senza l'odio viscerale nei confronti di Craig...
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8. Heath Ledger ne Il cavaliere oscuro (2008)
Questo è forse l'esempio più noto ed emblematico della miopia della comunità online. Oggi è difficilmente contestabile la bravura di Heath Ledger nei panni del Joker, con tanto di Oscar postumo, ma nel 2006, quando fu annunciata la sua presenza nel film, i commenti negativi furono molteplici, quasi tutti basati sul fatto che Ledger avesse recitato ne I segreti di Brokeback Mountain (la battuta squallida "Jokeback Mountain" risale a questo periodo), con l'aggiunta di alcune frecciatine nei confronti delle sue doti recitative, legate alla prevalenza di pellicole dal target adolescenziale nella parte più mainstream della sua filmografia. Dieci anni dopo, il compianto attore australiano è considerato il Joker definitivo, e una parte del fandom è inevitabilmente scettica nei confronti del successore Jared Leto, che vedremo prossimamente in azione in Suicide Squad.
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9. Rooney Mara in Millennium - Uomini che odiano le donne (2011)
Al di fuori della Svezia questo dettaglio è meno noto, ma anche Noomi Rapace fu inizialmente contestata come interprete di Lisbeth Salander, principalmente per motivi anagrafici. Una volta usciti i tre film, fu praticamente impossibile immaginare un'altra Lisbeth, e così la povera Rooney Mara, scelta per il Millennium americano diretto da David Fincher, fu oggetto del solito scetticismo abbinato ad una solida dose di cinismo nei confronti dei remake (che il film di Fincher non è, ma quello è un altro discorso). La giovane attrice riuscì a zittire i contestatori con una performance grintosa ma vulnerabile, più vicina alla prosa di Stieg Larsson, e si portò a casa una nomination all'Oscar. Se adesso continuiamo a sperare che i sequel vengano realizzati, è soprattutto per rivederla in azione.
10. Tom Cruise in Jack Reacher - La prova decisiva (2012)
Ancora Cruise, ma questa volta con il sostegno del romanziere di turno. Quando, infatti, i fan della saga letteraria di Jack Reacher si lamentarono in massa per via della disparità fisica fra il divo e il personaggio (che nei libri è palestratissimo e alto quasi due metri), l'autore Lee Child affermò che, per portare Reacher sullo schermo, la sua statura era un elemento sacrificabile. Ed è difficile dargli torto dopo aver visto Cruise in azione nell'adattamento di One Shot. Anzi, la scelta dell'attore sembra quasi una risposta ad un problema minore in alcuni dei romanzi: quale persona di corporatura normale e sana di mente, buona o cattiva che sia, farebbe di sua sponte a botte con un avversario della stazza di Reacher?
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