Mamma mia, mamma mia, mamma mia, let me go! È con questo grido, coerente con il titolo del film, che accogliamo le ultime notizie sul risultato di Bohemian Rhapsody, il film di Bryan Singer su Freddie Mercury e i Queen. Si può essere d'accordo sulla qualità del film, sulla sua aderenza alla vera storia della band, si può giustamente apprezzare il film pur rimanendo con molti dubbi, come abbiamo fatto nella nostra recensione di Bohemian Rhapsody.
Ma su un dato non si può dissentire: Bohemian Rhapsody, al botteghino, è un successo clamoroso. Le ultime notizie ci parlano di 11 milioni e 700 mila euro solo al box office italiano. Merito di una band tra le più amate del mondo del rock, merito di un vuoto, quello lasciato da Freddie Mercury, davvero incolmabile, merito di un'attesa che ha reso il film un evento. E, piaccia o no, anche di un film che ha un suo impatto emotivo innegabile. Come accade per i grandi film, dietro c'è sempre una storia lunga, tormentata, piena di piccoli e grandi "segreti". Ve li sveliamo qui insieme ad alcune curiosità!
Sacha Baron Cohen, chi era costui?
Chi ha visto Sliding Doors, o, per i cinefili, Smoking/No Smoking, sa che la vita è fatta di porte scorrevoli, che basta una scelta per cambiare tutta un'esistenza. E poi la storia del cinema è piena di attori che hanno rinunciato a un ruolo, facendo la fortuna di altri. Per anni abbiamo letto che Bohemian Rhapsody, quando ancora non aveva un titolo, sarebbe stato il film in cui Freddie Mercury avrebbe avuto il volto di Sacha Baron Cohen, l'irriverente protagonista di Borat e Bruno.
Il progetto è naufragato per divergenze artistiche tra Sacha e i restanti Queen, Brian May e Roger Taylor. Cohen dice di aver rinunciato al film perché una storia dove il protagonista scompare a metà del plot (secondo lui l'idea dei Queen era raccontare una band che continua senza il suo leader...) non sarebbe interessato a nessuno. Il Freddie di Sacha Baron Cohen avrebbe dovuto essere un personaggio oltraggioso, provocatorio, il protagonista di un film assolutamente per adulti. Di recente Brian May ha dichiarato che con Baron Cohen Bohemian Rhapsody sarebbe stato un disastro: pare infatti che l'attore abbia cominciato a tirare fuori idee per il film che non corrispondevano alla realtà...
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Bryan Singer, assente ingiustificato...
Neanche il rapporto tra la 20th Century Fox e il regista, Bryan Singer, è stato facile. Il regista de I soliti sospetti è entrato con entusiasmo nel film, e ha portato avanti una macchina così complessa sicuramente con maestria. A fine 2017, però, con gran parte delle riprese completate, Singer non si è presentato sul set per ben tre giorni di fila: assente ingiustificato. La giustificazione l'ha data al suo rientro: motivi familiari. Ma la produzione ha deciso comunque di licenziarlo, e non solo per l'assenza: si parla di un comportamento irregolare fuori e dentro il set, e di scontri con membri della troupe. Pare che abbia anche lanciato un oggetto verso il protagonista, Rami Malek. Al posto di Singer, per un momento si è pensato di ricorrere a Ridley Scott, ma poi è stato chiamato Dexter Fletcher, che ha iniziato a lavorare a gennaio 2018 e ha portato a termine il film. Che porta comunque la firma di Singer.
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Rami Malek: essere Freddie Mercury
Chi può dire come sarebbe stato il film con Sacha Baron Cohen? A posteriori, si può dire che quella di Rami Malek nel ruolo di Freddie Mercury sia stata una scelta vincente. L'attore noto per Mr. Robot aveva scelto un modo particolare di presentarsi alla produzione: aveva registrato un video in cui cantava e lo aveva inviato ai Queen perché lo ascoltassero prima di incontrarlo. Brian May e Roger Taylor, però, non erano riusciti a scaricarlo perfettamente. Così, la prima volta di Rami Malek è stata proprio dal vivo, davanti a loro due. La voce che ascoltate nel film, invece, è in parte quella di Freddie Mercury stesso, in parte quella di un cantante canadese, Marc Martel. Le due voci sono state mixate insieme e sovrapposte a quella di Malek.
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La trasformazione in Freddie Mercury: studiare Liza Minnelli, Jimi Hendrix, David Bowie
Pare che per "entrare" nel personaggio, Rami Malek abbia dovuto sottostare a ben 50 ore di prove d'abiti, indossando praticamente di tutto, da un paio di scarpe con una suola da 10 cm, a pantaloni di satin attillati fino ad abiti di lycra. Per i movimenti ha studiato Liza Minnelli in Cabaret, ma anche Jimi Hendrix, David Bowie e Aretha Franklin, che si pensa siano stati tra i modelli ispiratori di Freddie Mercury. Ha lavorato per ore con la coreografa Polly Bennett. Ma l'elemento più importante è stato indossare un trucco prostetico per avvicinarsi alla dentatura di Freddie. Dopo la fine delle riprese, Malek ha deciso di conservare quei denti come ricordo, e di farli rivestire d'oro.
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Ricostruire il Live Aid
La scena chiave del film, l'esibizione dei Queen al Live Aid, è stata girata per prima, all'inizio della produzione del film, perché il tempo, d'estate in Inghilterra, è molto instabile, e il rischio, aspettando, era che peggiorasse. La troupe ha registrato una canzone al giorno, nell'ordine di scaletta: Bohemian Rhapsody, Radio Ga Ga, Hammer To Fall e We Are The Champions. Poi ha registrato tutto il set di fila, e quello è il take che vediamo nel film. Il palco del Wembley Stadium è stato ricostruito presso il campo volo di Bovingdon nell'Hertfordshire. Sono state ricostruite anche le torri gemelle dello storico stadio di Wembley, demolite nel 2003 quando è sorto il nuovo stadio. È stato costruito un palco di cinque metri e mezzo, come quello originale. Due degli addetti alla costruzione del palco erano tra quelli che lo avevano montato nel 1985.
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Il Live Aid eil logo Pepsi
Per ricreare alla perfezione l'esibizione al Live Aid del 1985 è stato importante anche... un logo. È il logo della Pepsi del 1980. La nota marca di bibite accettò infatti di essere lo sponsor del concerto, coprendo le spese del palco, della security, e anche delle bevande per le band. La BBC, che si occupò della copertura mondiale televisiva e radiofonica dell'evento, ha in realtà una politica molto rigorosa sull'evitare ogni tipo di sponsorizzazione: ma in quell'occasione chiuse un occhio, proprio per i fini umanitari dell'evento. E così tutto quello che è marchiato Pepsi che vediamo nel film c'era anche nel 1985... compresi i bicchieri sul piano di Freddie, quando entra in scena e attacca Bohemian Rhapsody.
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Anacronismi: Love Of My Life e We Will Rock You
Oltre a quello del Live Aid, c'è un altro concerto storico che appare in Bohemian Rhapsody. È il Rock In Rio, dove vediamo i Queen cantare Love Of My Life, accompagnati in coro dall'intero stadio in delirio. Quel concerto è del gennaio del 1985, mentre nel film viene spostato negli anni Settanta. Esigenze narrative: è una canzone che Freddie dedicò a Mary Austen, compagna e poi amica, e nel film serve a sottolineare una svolta nel loro rapporto. La scena di Rock In Rio che vediamo nel film non è ricostruita, ma è reale. L'altro "anacronismo" musicale che balza agli occhi è We Will Rock You, inno hard rock dei Queen degli anni Settanta, che nel film vediamo nascere negli anni Ottanta. In quel modo viene inserito per continuare il racconto sulla ricerca dei Queen di nuove sonorità.
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Marlene Dietrich
Torniamo per un attimo all'inizio del film, quando Freddie Mercury esce da casa per andare allo stadio di Wembley per il Live Aid. Il leader dei Queen passa davanti a grande quadro che raffigura Marlene Dietrich ai tempi di Shanghai Express. Non è un dettaglio messo lì a caso. Una foto della Dietrich, con le luci a illuminare il volto della diva dall'alto, è stata l'ispirazione per la famosa cover dell'album Queen II, in cui i quattro membri della band, fotografati da Mick Rock, appaiono con i loro volti illuminati proprio in questo modo, e Freddie Mercury tiene le braccia e le mani a croce sopra il petto, proprio come la Dietrich in quella foto. La casa di Mercury serve anche per altre citazioni. Nella festa che vediamo agli inizi degli anni Ottanta, a un certo punto compaiono due ragazze in mutande su una bicicletta: è un'immagine che riprende la copertina del doppio singolo Bicycle Race/Fat Bottomed Girls, che riproduce proprio una ragazza quasi nuda, di schiena su una bici.
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Mike Myers e Bohemian Rhapsody
Sulle inesattezze e sulle libertà che si è preso Bohemian Rhapsody stiamo riempiendo i pixel da giorni. Ma ce n'è una che è un simpatico gioco metacinematografico. È il cameo di Mike Myers nei panni di un discografico che si sarebbe opposto alla pubblicazione di Bohemian Rhapsody come singolo (la canzone dura sei minuti, mentre le radio, all'epoca, trasmettevano pezzi di tre minuti) e che finisce per "perdere" i Queen. Quel personaggio non è mai esistito, ma è stato creato apposta per citare l'apparizione di Bohemian Rhapsody nel film del 1992 Fusi di testa. Quel discografico dice che non sarà mai il tipo di canzone che i teenager grideranno ascoltandola ad altro volume nelle loro macchine. E invece è proprio quello che fa Mike Myers in quel film del 1992. Dopo essere apparsa in Fusi di testa, Bohemian Rhapsody fu ripubblicata in America e raggiunse il secondo posto della classifica di Billboard.
Volevamo essere gli U2...
Oltre ai fan dei Queen, sui social media in questi giorni c'è stato un gran fermento anche tra i fan degli U2, con tanto di frame - perché proprio di questo si tratta - ad alto tasso di condivisione. In una delle primissime scene del film, che viene ripresa anche alla fine, quella in cui vediamo Freddie Mercury, di spalle, salire sul palco del Live Aid, facendo attenzione si scorgono quattro giovani scendere dal proscenio. Chi li segue da tempo li ha riconosciuti: sono Bono, The Edge, Adam Clayton e Larry Mullen Jr., per tutti gli U2: ovviamente rigorosamente abbigliati e pettinati come quelli del 1985. È una licenza che si sono presi gli autori: dalla scaletta del Live Aid sappiamo che prima dei Queen si esibirono i Dire Straits (che sentiamo in sottofondo mentre Mercury arriva a Wembley). Ma è stato scelto di fare un omaggio agli U2 (ricordati anche da uno striscione tra il pubblico), che, insieme ai Queen, furono tra i trionfatori di quella giornata.